mercoledì 7 dicembre 2016
Potrebbe servire un «patentino di bilinguismo» per i funzionari pubblici e nelle scuole potrebbe arrivare il dialetto. Ma le opposizioni: legge incostituzionale
Il simbolo della Regione Veneto

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Veneti «minoranza nazionale»? Sì, secondo il Consiglio regionale che ieri sera ha approvato - non proprio pacificamente per la verità - una legge che si rifa al modello sudtirolese per dichiarare il popolo veneto una «minoranza nazionale» e si appella alla Convenzione quadro europea ratificata dall'Italia nel 1997. Una legge palesemente incostituzionale (eventuali aggiunte alla ratifica del Convenzione possono essere attuate soltanto dallo Stato, come hanno notato subito esponenti regionali del Pd), ma che ne frattempo potrebbe avere qualche effetto. Per esempio ai neoassunti in ruoli pubblici potrebbe essere richiesto un fantomatico «patentino di bilinguismo» oppure qualche scuola intraprendente potrebbe introdurre il dialetto come materia di insegnamento.

La proposta di legge 116 era stata avanzata da quattro Consigli comunali, tre in provincia di Treviso (Resana, Segusino e Santa Lucia di Piave) e uno in provincia di Padova (Grantorto) ed è stata approvata con 27 voti favorevoli (Lega, Lista Zaia e tre consiglieri della lista di Flavio Tosi) e con 16 voti contrari. Tra questi ultimi anche quello del capogruppo dei "tosiani", Stefano Casali: "I veneti non sono una minoranza nazionale", ha ammesso.

La legge nasce già morta per evidenti ragioni di incostituzionalità ("La maggioranza prende in giro i veneti", ha commentato il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Jacopo Berti), ma ai leghisti sembra non interessare perché la leggono più in chiave politica-autonomistica che culturale. "È un passo importante nella strada per dare maggior forza alla richiesta di autonomia del Veneto», scrive il leghista Riccardo Barbisan, relatore di maggioranza del Pdl. Ma che i veneti siano «minoranza nazionale» non convince tutti e per di più non sembra avere alcun riscontro storico.

E se per promuovere la cultura veneta ci si limitasse a proporre alle scuole una bella ripassata di Goldoni e della storia della Repubblica marinara di Venezia?

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