domenica 7 marzo 2021
Occorre imitare il modello di Israele non quello britannico, segnato da tragici errori e che rischia di essere pericoloso
Vaccinazione

Vaccinazione - Ansa

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Avevamo avvertito e non siamo stati ascoltati, e ora l’Italia si avvia a essere travolta da una terza ondata epidemica, resa più impetuosa dalla contagiosità delle varianti virali e dalla irresponsabile arrendevolezza di molti decisori politici, a livello sia nazionale sia locale, che anziché anticipare il virus basando le decisioni sull’evidenza scientifica lo inseguono sulla base di fallaci opinioni o di pressioni di lobby di diversa tipologia.

In questo contesto, che si avvia a diventare drammatico, è un po’ sconcertante leggere valutazioni e giudizi su vaccini e vaccinazioni da parte di soggetti che, pur non essendosi mai occupati dell’argomento, forniscono tutte le ricette, le critiche e le soluzioni per risolvere ogni problema e uscire rapidamente dalla pandemia.

Naturalmente, molti di loro avrebbero saputo negoziare molto meglio della più brava negoziatrice dell’Unione Europea e avrebbero acquistato o prodotto milioni di dosi in pochi giorni per vaccinare tutti gli italiani. Alcuni avrebbero sospeso immediatamente i brevetti, altri avrebbero obbligato le aziende farmaceutiche a produrre vaccini invece che pillole, altri avrebbero immediatamente comprato milioni di dosi di Sputnik, il vaccino russo e perché no, anche di quello cinese, e a chi importa sapere dove e come vengono prodotti.

In questi giorni uno dei dibattiti più stucchevoli ed insidiosi è se fare anche noi come in Gran Bretagna, Paese che, va ricordato, è ancora in lockdown da dicembre e ha avviato la campagna di vaccinazioni con una sola dose, contravvenendo alle schedule vaccinali proposte dalle tre aziende fornitrici, basate tutte su due dosi perché le sperimentazioni hanno evidenziato che il nostro sistema immunitario necessita di questo stimolo aggiuntivo per garantire una efficace protezione dalla malattia.

Il primo ministro britannico, a detta dei più autorevoli scienziati di Sanità Pubblica inglesi, sta giocando d’azzardo. Dopo aver portato il Paese a una situazione drammatica con decisioni tardive e limitate, ha forzato le conoscenze e le competenze degli scienziati, correndo il rischio di dare a milioni di cittadini una copertura che non dura abbastanza e, al contempo, favorire l’emergere di nuove varianti virali ancora più aggressive.

Diverso e invece da imitare è l’approccio di Israele, che ha varato una campagna vaccinale rapida e ben organizzata, rispettando la schedula con due dosi che ha prima ridotto drasticamente la mortalità e che ora sta arrestando la corsa del virus. Ma anche Israele lo ha fatto dopo ripetuti errori, come ha riconosciuto lo stesso primo ministro Netanyahu, che ha ammesso che la riapertura di metà maggio andava fatta con più equilibrio, in particolare per l’attività scolastica, dove non è stato rispettato né distanziamento né uso delle mascherine e che il lockdown andava fatto più tempestivamente. L’attuale risposta è ora su 6 direttrici: vaccinazione di massa, ricorso all’esercito per tracciamento e ricostruzione delle catene dei contagi, aumento dei tamponi, coordinamento centralizzato dei posti letto ospedalieri, campagne di sensibilizzazione della cittadinanza, certificato di vaccinazione abilitante la libera mobilità dei soggetti immuni.

È quello che dovremo fare noi, anche per limitare la probabilità di comparsa di mutazioni, poiché le varianti compaiono quando il virus non viene adeguatamente contrastato da misure di contenimento forti ed è libero di diffondersi. Più velocemente si riproduce più è probabile la comparsa di varianti maggiormente aggressive.

Molti pensano che comprando milioni di dosi di vaccino questi si autosomministrino automaticamente e non capiscono che un piano nazionale per la vaccinazione di massa è una delle più complesse e sofisticate operazioni logistiche, tecnologiche e professionali e che necessita di una leadership e una squadra di grandi capacità dedicata a tempo pieno.

Va comunque sottolineato che anche nel caso che la vaccinazione di massa venga adeguatamente realizzata, la strada non è da sola risolutiva. Molti governanti pare non si siano resi conto che pur essendoci molte malattie prevenibili con i vaccini, alcune da più di cento anni, siamo fino ad oggi riusciti a eradicarne solo una, il vaiolo, e che le altre continuano a fare milioni di morti. Ciò detto, la recente nomina di un generale a capo della struttura commissariale per l’emergenza ed il rafforzamento del ruolo della Protezione Civile sono due buone notizie perché fanno capire che le ragioni dell’urgenza e della complessità sono state pienamente comprese dall’attuale Governo.

Rimangono, inalterati, gli aspetti scientifici e sanitari della gestione della pandemia che non sarà risolta solo dalla vaccinazione di massa, neanche se questa fosse adeguatamente gestita. Per questo, nell’attesa che arrivi in Europa l’unico vaccino studiato per essere monodose, quello di Janssen, è necessario fare le vaccinazioni con due dosi e nei tempi suggeriti da chi ha fatto le sperimentazioni.

Oltretutto queste discussioni confondono i cittadini e li inducono a non avere più fiducia nella scienza e nelle istituzioni sanitarie pubbliche. Una cosa che condannerebbe il Paese a una instabilità sanitaria ed economica che i Paesi che stanno gestendo adeguatamente la pandemia stanno evitando.

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