martedì 2 aprile 2024
L'inaugurazione oggi a Crespellano, in Valsamoggia, con l'arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi. Il padre della ragazza, uccisa da un suo coetaneo nel 2021: «Aiuteremo i giovani e i loro genitori»
Una foto di Chiara Gualzetti, uccisa a 15 anni da un suo coetaneo nel 2021. La sua storia commosse l'Italia

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Cellulari fuori dalla porta, per figli e genitori. È questa l’unica regola del centro giovanile intitolato a Chiara Gualzetti, che sarà inaugurato oggi dall’arcivescovo di Bologna, cardinale Matteo Zuppi a Crespellano, in Valsamoggia, provincia di Bologna. L’idea è del padre di Chiara, Vincenzo: annunciò questa sua intenzione immediatamente dopo la morte della figlia, brutalmente uccisa a 15 anni da un coetaneo che credeva amico, il 27 giugno 2021 a Monteveglio, nel bolognese. L’assassino è stato condannato in due gradi di giudizio a 16 anni e 4 mesi, il massimo della pena per i minori. La sentenza è diventata definitiva con la rinuncia al ricorso in Cassazione. Nelle motivazioni di appello, la Corte aveva sottolineato come l’assassino non avesse mai mostrato pentimento nei confronti della vittima, ma nemmeno dei genitori di lei, non riuscendo, anche a distanza di tempo, ad attribuirsi la piena responsabilità del suo gesto. Da subito il ragazzo, infatti, aveva dichiarato di aver agito spinto da un demone. Tuttavia, le perizie psichiatriche cui è stato sottoposto l’hanno riconosciuto capace di intendere e di volere. Nel frattempo, anche la mamma di Chiara, Giusi, è mancata a causa di un tumore, diagnosticato poco dopo la morte della figlia: «Colpa del dolore», ha sempre detto il padre Vincenzo che, ora, rimasto solo, cerca di dare un senso a tutta questa sofferenza facendo qualcosa per gli altri giovani.«Al centro giovanile si farà quello che si faceva una volta, cioè socializzare, giocare insieme, nel mondo reale e non da dietro uno schermo», spiega Gualzetti. «Penso che l’abuso della tecnologia sia una piaga del nostro tempo – aggiunge–. Io stesso, durante le indagini per l’omicidio di Chiara, nei primi giorni in cui si cercava di fare chiarezza, ho capito che non conoscevo alcuni aspetti della vita di mia figlia e, come me, tanti altri genitori dei suoi amici hanno avuto questa impressione. Anche gli adulti spesso si nascondono dietro uno schermo e non hanno dialogo coi propri figli: noi cercheremo di lasciare spazio, invece, a relazioni vere, nella vita reale, come una volta», dice. L’iniziativa vede la partnership del Comune di Valsamoggia e della web radio New Music, insieme ad altre associazioni e aziende del territorio. Il centro, che sarà diretto da Cesare Barone, proporrà iniziative e corsi, soprattutto di contrasto alla violenza giovanile, al bullismo e al cyberbullismo, ma anche attività ludiche e culturali, in memoria della giovane vita spezzata di Chiara Gualzetti. «Vogliamo anche favorire il dialogo tra genitori e figli», spiega Gualzetti. Ampio spazio sarà dato, infatti, alla conoscenza degli strumenti per difendersi dalla violenza virtuale, usando una vera e propria arte marziale digitale chiamata Zanshin Tech. Sarà poi messo a disposizione uno spazio espositivo e uno per la lettura, per proporre ai ragazzi e alle loro famiglie un approccio ampio alla cultura, sperando che questo serva a contrastare la violenza, sempre più aspra anche sul web.

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