
Alberto Trentini - Ansa
Alberto Trentini ha parlato con la famiglia: sta bene e vuole tornare a casa. Il cooperante veneziano che da sei mesi è detenuto nel penitenziario El Rodeo I, a circa 30 chilometri da Caracas, ieri ha avuto la possibilità di telefonare ai familiari e ha assicurato di essere in buone condizioni e di prendere le pillole che gli sono state prescritte dal medico. Il 46enne non aveva contatti con l’Italia dal 15 novembre 2024, giorno in cui è stato arrestato con l’accusa di terrorismo e consegnato alle autorità della Direzione generale del controspionaggio militare venezuelano.
Il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli ha espresso sollievo a nome del Governo italiano per la notizia della telefonata e ha assicurato che è il frutto di un lungo lavoro di mediazione diplomatica. «Ringrazio nuovamente il presidente del Venezuela Nicolas Maduro per l'interessamento e auspico che si possa giungere a una rapida scarcerazione del connazionale Trentini», ha concluso Cirielli. Il cooperante si trova in Sud America dal 17 ottobre 2024 per conto della ong Humanity & Inclusion, che è impegnata nell'assistenza umanitaria alle persone con disabilità.
A gennaio il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha convocato l’incaricato d’affari del Venezuela per protestare contro la mancanza di informazioni sulla detenzione di Trentini e ha poi definito la trattativa «molto complicata». Ad aprile la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha telefonato alla madre del cooperante, Armanda Colusso, per assicurarle che a palazzo Chigi il caso viene seguito con grande attenzione.