giovedì 11 aprile 2024
Per il segretario degli elettrici Cisl i livelli di sicurezza sono elevati nel settore ma l'incidente di Suviana è la dimostrazione che devono essere "spaziali"
Amedeo Testa, segretario Flaei-Cisl

Amedeo Testa, segretario Flaei-Cisl - Imagoeconomica

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Una tragedia senza precedenti che non deve essere strumentalizzata, visto che nel settore elettrico i livelli di sicurezza sono molto elevati. Amedeo Testa, segretario generale di Flaei Cisl, il sindacato dei lavoratori delle aziende elettriche, ammette di essere scosso dal terribile incidente sul lago di Suviana. Nonostante la vertenza in atto con Enel, legata anche all’esternalizzazione di alcuni servizi, invita ad abbassare i toni lavorando sulle soluzioni possibili per un lavoro più sicuro: controlli capillari, con il potenziamento del numero degli ispettori, ma anche costruzione dal basso delle regole all’insegna della “bilateralità”. Perché le misure calate dall’alto rischiano di essere poco efficaci.

La Cisl si è mobilitata immediatamente, mentre Cgil e Uil sciopereranno oggi, come mai? Abbiamo fatto uno sciopero nazionale dei lavoratori Enel di quattro ore e un presidio davanti alla sede di Bologna. C’è da ricordare che con l’azienda abbiamo una vertenza unitaria e abbiamo già proclamato altri due scioperi, oltre a quello dello scorso 8 marzo, per il 30 di aprile e il 2 maggio. Noi elettrici scioperiamo pochissimo e se abbiamo previsto tre scioperi nel giro di due mesi vuol dire che abbiamo le nostre ragioni. Ci tengo a precisare che la vertenza non c’entra con l’incidente nella centrale anche se uno degli elementi contestati è il ricorso alle esternalizzazioni che portano ad un abbassamento “qualitativo” della sicurezza. Enel ha standard elevati anche se i troppi efficientamenti possono rappresentare un problema.

I lavoratori coinvolti erano tutti di ditte in appalto, è un elemento determinante? Tra i lavoratori coinvolti solo uno è un ex dipendente Enel mentre gli altri sono tutti di aziende esterne. C’è da dire che in questo caso si tratta di realtà di calibro importante come Abb e Siemens. C’è un livello di professionalità elevato, si tratta di persone molto capaci. Ovviamente sarà la magistratura ad accertare eventuali responsabilità.

Tre morti sul lavoro al giorno, più di mille in un anno. Sono numeri che fanno riflettere, come si interviene? Un dato impressionante, una mattanza che la Cisl vuole contrastare con ogni mezzo. Proprio per questo abbiamo in programma nella giornata di sabato gli Stati generali sulla sicurezza: non vogliamo solo protestare per le morti ma anche trovare soluzioni concrete, come ha sottolineato più volte il nostro segretario Luigi Sbarra.

In molti invocano l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro, un’estremizzazione che la Cisl non ha mai sposato... Le nostre posizioni come Flaei-Cisl coincidono con quelle della confederazione. Puntiamo ad aumentare i controlli e le sanzioni verso le imprese inadempienti. Occorre potenziare il numero di ispettori e obbligare le aziende a fare maggiori investimenti. Crediamo inoltre che sia essenziale introdurre norme bilaterali sulla sicurezza, vale a dire scritte anche dai lavoratori. Quelle che nascono dall’alto a volte non riescono ad essere incisive in termini di prevenzione del rischio di una specifica realtà.

Il governo ha annunciato l’assunzione di altri 700 ispettori, saranno sufficienti? Queste assunzioni sono una prima buona notizia che non basta ovviamente a risolvere il problema. I controlli devono essere numerosi e severi per produrre degli effetti. Nel nostro settore gli standard sono di base elevati e c’è una buona bilateralità ma le razionalizzazioni avviate in questi anni non hanno aiutato. L’incidente di Suviana è la dimostrazione plastica che nel settore elettrico i livelli di sicurezza devono essere “spaziali”, di enorme qualità e, ripeto, lo sono.

Ci sono stati altri incidenti simili? L’incidente di Suviana non ha precedenti nella storia recente. Il problema per il settore dell’elettricità è che il “pericolo” non si vede e quindi è più elevato. Di solito ci sono morti “singole” perché un operaio tocca i fili della corrente elettrica. Dopo un calo tra il 2017 e il 2020 gli infortuni sono aumentati negli ultimi anni e questo ci fa stare in allerta.

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