martedì 13 dicembre 2022
Stop alla proposta sulla liberalizzazione dei visti dal paese del Golfo: sotto pressione il numero due della Commissione Ue, Schinas. Ora sotto la lente testi e votazioni pro-Emirato
Roberta Metsola, presidente del Parlamento Europeo

Roberta Metsola, presidente del Parlamento Europeo - .

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Eva Kaili, la politica greca espulsa dal Pasok e sospesa dal gruppo S&D, arrestata dalle autorità belghe, nell'indagine sul cosiddetto Qatargate, per sospetta corruzione operata dal Qatar al fine di influenzare le decisioni del Parlamento Europeo, è stata destituita da vicepresidente dell'Aula con un voto a larghissima maggioranza: su 628 voti, 625 sono favorevoli, due astenuti e un solo contrario, il croato Mislav Kolakusic, dei Non Iscritti.

Ieri la presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, aveva dichiarato: «Se la mia furia, la mia rabbia, la mia preoccupazione – ha tuonato Metsola – non traspaiono, credetemi, sono molto presenti. Non sbagliamoci, il Parlamento Europeo è sotto attacco, la democrazia europea è sotto attacco, le nostre società aperte, libere e democratiche sono sotto attacco», con l’annuncio di un’indagine interna, «non ci sarà impunità», assicura. «Questi attori maligni – aggiunge – hanno, secondo le accuse, trasformato in armi ong, sindacati, individui, assistenti e membri del Parlamento, nel tentativo di manipolare i nostri processi. I loro piani sono falliti».

Intanto, in una tumultuosa conferenza stampa, la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, pressata dai cronisti, si è finalmente concessa un commento. Le accuse, ha dichiarato «sono estremamente preoccupanti», annunciando «la creazione di un organismo etico indipendente che copra tutte le istituzioni dell'Ue» e con la promessa di star «controllando ogni dettaglio sul registro della trasparenza» dei commissari.

Eva Kaili e il compagno Francesco Giorgi

Eva Kaili e il compagno Francesco Giorgi - .

Metsola ha inoltre annunciato che uno dei principali indiziati, Eva Kaili, uno dei 14 vicepresidenti dell’Europarlamento, socialista greca, già privata dei mandati, sarà destituita della sua carica. Kaili è stata già espulsa dal suo partito, il Pasok, e dal suo gruppo europarlamentare, i Socialisti e Democratici (S&D). Kaili (a casa della quale, secondo i media belgi, sarebbero stati trovati 750.000 euro in contanti), rimane intanto in carcere, al pari dell’ex eurodeputato del Pd Antonio Panzeri (sequestrati a casa 500.000 euro), del segretario generale dell’ong “No peace without justice” Niccolò Figà-Talamanca e di Francesco Giorgi, ex assistente di Panzeri (e partner di Kaili) e ora collaboratore dell’eurodeputato Pd Andrea Cozzolino. Ieri la Guardia di Finanza ha effettuato perquisizioni in abitazioni a Milano e in provincia riconducibili ad Antonio Panzeri e alla sua famiglia in esecuzione di un mandato europeo degli inquirenti belgi.

Non basta: sebbene non coinvolti dalle indagini, si sono autosospesi dalle rispettive cariche gli eurodeputati Pd Pietro Bartolo (il suo assistente Davide Zoggia ha visto il suo ufficio sigillato dalla polizia), finora relatore ombra per la liberalizzazione dei visti, e lo stesso Andrea Cozzolino (per via del collaboratore Giorgi), finora coordinatore del gruppo S&D per le questioni urgenti.

Autosospesa inoltre l’eurodeputata socialista belga di origine italiana Maria Arena, presidente del sottocomitato per i Diritti umani. Gli uffici di una sua assistente in carica, Donatella Rostagno, sono stati perquisiti. (RETTIFICA dell'11/01/2023: Rostagno non è indagata, come avevamo erroneamente indicato in una precedente versione di questo articolo).

L’eurodeputato socialista belga Marc Tarabella, anche lui di origine italiana, la cui abitazione è stata già perquisita, si è autosospeso dal gruppo S&D.

Le "stranezze": sotto la lente testi e votazioni pro-Emirato

Quello che ha sospeso ieri la presidente dell’Europarlamento, Roberta Metsola, è un testo che avrebbe indicato la posizione negoziale, in vista della trattativa con gli Stati membri, per la liberalizzazione dei visti nei confronti del Qatar e del Kuwait. Con un trattamento, dicono fonti europarlamentari, curiosamente più favorevole per il primo che non per il secondo: la permanenza della pena di morte è un problema per il Kuwait, meno per il Qatar.

Il primo dicembre la commissione europarlamentare competente (Libertà civili, giustizia e affari interni, in breve Libe), ha approvato un testo che in sostanza darebbe il via libera alla proposta della Commissione Europea di liberalizzare i visti con l’Emirato. Alcune fonti europarlamentari raccontano di stranezze: la presenza di tre eurodeputati del gruppo dei Socialisti che non fanno parte della commissione parlamentare, tra cui Eva Kaili, la vicepresidente dell’Europarlamento ora in carcere e in procinto di essere destituita, e di Marc Tarabella, non in carcere ma indagato. «Francamente (la presenza di Kaili, ndr) mi aveva sorpreso - commenta l’eurodeputata M5s Laura Ferrara - visto che lei non è membro titolare né sostituto di quella Commissione e non ha mai partecipato ai lavori». Per la cronaca, il voto è stato ampio, con 42 sì, 16 no e nessun astenuto.

La vicenda che più ha colpito, però, riguarda una risoluzione, approvata il 24 novembre dall’Europarlamento, con una condanna del Qatar per «le morti di migliaia di lavoratori immigrati nel settore edilizio» nel quadro della preparazione dei Mondiali. Una risoluzione ottenuta solo per il rotto della cuffia su pressione della Sinistra unitaria, con Socialisti e Popolari contrari a metterla in agenda. I socialisti hanno anche ottenuto emendamenti, come uno che «riconosce le recenti riforme del Qatar nelle politiche del lavoro». Il quotidiano belga Le Soir cita una presunta mail dell’eurodeputato Pd Andrea Cozzolino (di cui uno dei principali indagati, ora in carcere, Francesco Giorgi, è assistente parlamentare), in cui avrebbe esortato a non votare a favore della risoluzione in quanto «il Parlamento non dovrebbe accusare un Paese senza prove provenienti da autorità giudiziarie competenti». Smaccate le lodi per il Qatar da parte di Kaili, che in un discorso del 21 novembre metteva in guardia dal «discriminare» l’Emirato, elogiandone «la trasformazione storica». Lodi sperticate anche da un altro indagato socialista, Marc Tarabella, in passato molto critico con il Qatar.

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