lunedì 8 aprile 2024
In mattinata la Polizia ha bloccato nello scalo romano un 32enne ricercato dall'Interpol perché membro della rete del Califfato. Usava diversi alias. Si indaga sui contatti nel suo cellulare.
Ilkhomi Sayrakhmonzoda, il tagiko legato all'Isis fermato a Roma

Ilkhomi Sayrakhmonzoda, il tagiko legato all'Isis fermato a Roma - Ansa

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Il suo vero nome è Ilkhomi Sayrakhmonzoda, è nato in Tagikistan 32 anni fa. Ma da latitante, sapendo di essere ricercato per terrorismo internazionale, si era sempre mosso utilizzando numerosi alias, con date di nascita e nazionalità differenti, fingendosi di volta in volta originario di altre ex repubbliche sovietiche, come Uzbekistan, Kirghizistan o anche Ucraina.

Ma ieri, dopo esser atterrato alle 11.45 all’aeroporto romano di Fiumicino con un volo proveniente da Eindhoven (Paesi Bassi), si è reso conto che la Polizia stava cercando proprio lui sulla base di una "red notice" dell’Interpol, in quanto destinatario di un mandato di arresto internazionale «per essersi arruolato nelle fila dello stato islamico ed essere andato in Siria a combattere nel 2014».

Il 32enne - che non compare nelle banche dati delle forze dell’ordine italiane perché non ha precedenti sul territorio nazionale - risulta essere un «membro attivo dell’organizzazione terroristica Isis».

Sayrakhmonzoda aveva addosso duemila euro in contanti, che la Digos gli ha sequestrato, insieme a un telefono cellulare, ora scandagliato alla ricerca di possibili contatti in Italia. Non risulta che il tagiko (della stessa nazionalità dei sospettati per l'attentato al Crocus City All di Mosca, dove sono morte 140 persone e 180 sono state ferite) fosse di passaggio nello scalo romano diretto verso altri Paesi.

Gli investigatori dell’Antiterrorismo stanno cercando di capire, anche attraverso l’analisi del suo smartphone, se e quale fosse la sua meta in Italia e quali gli eventuali contatti presenti nel nostro territorio che avrebbe dovuto incontrare.

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