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Trump ha firmato la maxi legge fiscale - Copyright (c) 2025 Shutterstock Editorial./ fotogramma.it
Il presidente Donald Trump la chiama «beautiful», bellissima, ma la legge di bilancio appena approvata dal Congresso degli Stati Uniti non ammalia. Anzi. Perno della manovra è un massiccio taglio dei fondi stanziati per Medicaid, l’assistenza sanitaria per poveri e famiglie a basso reddito. Secondo una stima del Congressional Budget Office gli americani che rischiano di perdere l’accesso alle cure entro il 2034 sono quasi 12 milioni. I risparmi derivanti dalla stretta – questo è in breve il senso del provvedimento – andranno a compensare gli sgravi fiscali per l’imprenditoria e il ceto medio-alto.
Medicaid è il più grande programma di sanità pubblica degli Stati Uniti: copre 71 milioni di statunitensi a basso reddito tra veterani, anziani e disabili. Finanzia la metà di tutte le nascite e l’assistenza di sei ospiti su dieci nelle case di riposo. La ratio a monte della “sforbiciata” da mille miliardi di dollari è vincolare l’assistenza al lavoro. L’accesso a Medicaid continuerà a essere garantito a chi dimostra di avere un impiego di almeno 30 ore alla settimana. Ammessi anche i cittadini impegnati in attività di volontariato o formazione di 80 ore al mese. Secondo gli esperti è difficile che la mossa possa incidere favorevolmente sul mercato del lavoro perché chi, oggi, ne usufruisce un impiego già ce l’ha. Esperimenti simili a livello statale – uno è stato realizzato in Georgia nel 2023 – si sono rivelati un flop: espongono l’amministrazione a lungaggini burocratiche e a costosi contenziosi tentati (e vinti) da chi è tagliato fuori. Chima Ndumele, professore alla Yale School of Public Health, avverte: «I costi nascosti di questa iniziativa sono astronomici».
Dal 2027 Medicaid non coprirà più prestazioni legate all’aborto o alla transizione di genere. Meno servizi e meno personale, però, potrebbero portare alla chiusura di molte strutture sanitarie. A rischio sono, in particolare, gli ospedali e le case di cura delle aree rurali che, avendo margini di profitto limitati, sopravvivono essenzialmente grazie ai fondi federali. Uno studio del Cecil Sheps Center ha stimato che le cliniche di campagna sul filo del fallimento, soprattutto in Kentucky, Louisiana, California e Oklahoma, sono oltre 300.
I tagli riguardano anche i fondi destinati alle cure degli immigrati, compresi richiedenti asilo, vittime di tratta e rifugiati. Gli addetti ai lavori segnalano però che la mossa non procurerà alcun vantaggio agli americani, anzi. L’esclusione dalla sanità pubblica degli immigrati prosciugherà di giovani il bacino demografico facendo schizzare verso l’alto i premi assicurativi previsti per un’America sempre più vecchia e, di conseguenza, più acciaccata. La “Big Beautiful Bill” trumpiana metterà a dura prova la riorganizzazione dei servizi domiciliari dei singoli Stati e, dettaglio non secondario, la tenuta di Medicare, il programma sanitario per gli over 65. I repubblicani hanno imposto un limite del 4% ai tagli possibili su questo fronte che Trump, in campagna elettorale, aveva promesso di non toccare. Ciò significa che i fondi per gli anziani subiranno una stretta tra 45 e 75 miliardi di dollari all’anno per un totale di 490 miliardi. La portata della contrazione ha messo in allarme diversi deputati repubblicani, come il medico Greg Murphy, rappresentante del North Carolina, che tuttavia, alla fine, l’ha votata. La modifica in chiave restrittiva dei criteri di accesso al “salvadanaio” a cui gli anziani poveri accedono per comprare i farmaci continuativi, per finire, potrebbe mettere in difficoltà oltre 1,3 milioni di persone con conseguente aumento – questo è l’allarme delle associazioni – dei tassi di mortalità. Intervistata dal Guardian, Molly Zenkler, infermiera al Mission Hospital di Asheville, sintetizza: «I tagli a Medicaid uccideranno».
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