martedì 14 maggio 2019
L’industria italiana delle armi ridimensiona il suo volume di affari con 5,2 miliardi di euro tra autorizzazioni e vendite nel 2018. Ma produce e vende comunque di più degli anni scorsi
Stabile l'industria delle armi, ancora bombe ai sauditi
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Dopo le 'mega-commesse' degli anni scorsi – aerei al Kuwait e navi al Qatar – l’industria italiana delle armi ridimensiona il suo volume di affari con 5,2 miliardi di euro tra autorizzazioni e vendite nel 2018. Ma produce e vende comunque di più degli anni scorsi, prima cioè delle grandi ordinazioni. Il dimezzamento delle nuove autorizzazioni del Governo, insomma, non mortifica il comparto bellico nazionale.

E continuiamo a vendere armi soprattutto (il 72%) a paesi non Europei né Nato. La metà del totale (48%) a paesi che spesso violano i diritti umani in Medioriente e Nord Africa. La Relazione governativa sull’export italiano di armamenti, a norma della 185/90, è stata trasmessa al Parlamento, anche se con più di un mese di ritardo. E conferma l’attività degli 'armaiuoli' nazionali. Anche in mancanza di nuove ordinazioni, la Rwm continuerà per qualche anno a vendere bombe all’Arabia Saudita in guerra contro le Yemen, ordinate negli anni scorsi. Nel 2018 le autorizzazioni sono calate del 53% rispetto al 2017 e del 66% rispetto al 2016. «Restano sensibilmente più alte del livello 'storico' – spiega il coordinatore di Rete disarmo Francesco Vignarca – e al di sopra dei totali di prima dell’'impennata' ».

Per le sole licenze individuali nel quadriennio 2015-2018 sono stati autorizzati trasferimenti per 36,81 miliardi, due volte e mezzo i 14,23 autorizzati nel 2011-2014. Ai vertici delle nuove autorizzazioni ci sono Qatar, Pakistan, Turchia ed Emirati Arabi. Seguono paesi alleati (Germania, USA, Francia, Spagna e Regno Uniti), quindi l’Egitto. Chi vende di più? Leonardo (3,2 miliardi autorizzati), Rwm Italia (quasi 300 milioni), Mbda Italia (234), Iveco Defence (quasi 200).

Nella relazione non c’è traccia di sospensioni o revoche per l’Arabia Saudita. Ci sono invece tre forniture per 42 milioni di bombe aeree Mk80 della Rwm di Domusnovas, sede legale a Ghedi (Brescia), risalenti alla fornitura 2016 del governo Renzi all’Arabia Saudita per 19.675 bombe. «Conte a dicembre disse che il governo era contrario a vendere armi all’Arabia Saudita», ricorda Giorgio Beretta, analista dell’Osservatorio Opal di Brescia. Nessuna traccia di questa contrarietà. Invece «per promuovere nuovi ordinativi nel Golfo Persico la Difesa ha promosso la 'campagna navale' della fregata Carlo Margottini che ha partecipato alla Naval Defence Exhibition 2019 degli Emirati Aarabi, con scali in Kuwait, Arabia Saudita, Oman».

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