sabato 24 maggio 2025
I mille amministratori della Rete di Trieste digiunano lunedì 26 maggio. Il coordinatore Russo: non si può assistere passivamente. Si mobilita anche il Mean: sciopero della fame e aule "occupate"
Un bambino chiede cibo nella Striscia di Gaza

Un bambino chiede cibo nella Striscia di Gaza - Ansa

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Ancora una volta è dal basso, dagli enti locali, che emerge un desiderio di unità intorno all’immane tragedia di Gaza e alle sofferenze del popolo palestinese. Gli oltre mille amministratori locali – sindaci, assessori, consiglieri comunali e regionali – che convergono nella Rete di Trieste hanno indetto per domani, lunedì 26 maggio, una giornata di digiuno. Un’iniziativa integrata anche dal Mean, Movimento europeo di azione non violenta, che rilancia con uno sciopero della fame prolungato per una settimana e l’“occupazione” simbolica e pacifica delle aule consiliari.

L’appello della Rete di Trieste – network nato sulla scia dell’ultima Settimana sociale, cui aderiscono trasversalmente amministratori locali di centrosinistra, centrodestra, centro e “civici” – nasce da una consapevolezza: «È impossibile continuare ad assistere passivamente a quella che è una delle più grandi tragedie umanitarie della storia recente. Nulla può giustificare quanto sta accadendo». La Rete si unisce dunque all’«accorato appello di papa Leone XIV a “consentire l’ingresso di dignitosi aiuti umanitari e a porre fine alle ostilità, il cui prezzo straziante è pagato dai bambini, dagli anziani, dalle persone malate”».

Tra i firmatari il sindaco di Verona Damiano Tommasi, il primo cittadino di Udine Alberto De Toni, quello di Vicenza Possamai , i consiglieri e le consigliere regionali Bigon (Veneto), Del Bono (Lombardia), Bolzonello (Friuli), Canalis (Piemonte), Ciliento (Puglia), Gaeta (Campania), La Rocca Ruvolo (Sicilia), Salaris (Sardegna). Hanno già aderito anche la rete politica PER attraverso il segretario Giuseppe Irace e il Movimento politico per l’unità, attraverso la presidente Argia Albanese. Il documento sta attraendo molti consensi nei piccoli e medi Comuni, dove trova una forte trasversalità. Spiega Francesco Russo, già senatore, vicepresidente del Consiglio regionale in Friuli Venezia Giulia e coordinatore della Rete di Trieste: «Vorremmo che dalle nostre città e dai nostri territori si levassero quello spirito di pace e quella voce profetica che faceva sognare a Giorgio La Pira “un sistema di ponti che unisca le città per unire le Nazioni”». Conclude Russo: «Possiamo e dobbiamo provare a lavorare per questo obiettivo anche in Ucraina, ma la priorità è che oggi tacciano le armi e si soccorra il popolo di Gaza».

L’iniziativa del Mean è in continuità e rilancia l’azione della Rete di Trieste. Il Movimento, annunciando una prima fase di sciopero della fame che durerà da domani sino alla fine della prossima settimana, scrive al capo dello Stato Sergio Mattarella per «richiamare l’attenzione dello Stato italiano e della comunità internazionale sugli eccidi di bambini e civili che si stanno perpetrando a Gaza da venti mesi». Sono almeno 50 gli amministratori che hanno già aderito ad una forma intensa e prolungata di digiuno, tra questi Stefania Proietti, governatrice dell’Umbria. Ricorda il portavoce del Movimento, Angelo Moretti, consigliere comunale a Benevento: «Come Mean abbiamo sempre chiesto che sugli scenari di guerra intervenissero i nonviolenti con la loro forza e che nelle trattative si facesse spazio anche alla società civile delle comunità coinvolte. Ma c’è una bella differenza tra agire la Nonviolenza contro un oppressore che si pone, come Putin, quale nemico aperto dell’Europa, e tacere di fronte alle violenze perpetrate da un alleato storico come Israele. Abbiamo deciso che non potendo fermare Netanyahu, possiamo almeno condividere con i gazawi un po’ della loro fame, e pretendere che la nostra Repubblica agisca in modo concreto per ripristinare il diritto internazionale in Medio Oriente».

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