sabato 2 dicembre 2023
La segretaria dem al convegno dei Popolari attacca sulla manovra. E sulle riforme: Meloni vuole uomo solo al comando. Castagnetti rimarca il mancato coinvolgimento di cattolici dem in segreteria
Elly Schlein durante il suo intervento

Elly Schlein durante il suo intervento - Angelo Picariello

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Attacchi duri al governo su sanità, riforme e tagli alle persone fragili. E una mano tesa ai cattolici democratici, per superare il clima di disagio che lamentano nel Pd. Elly Schlein interviene all’incontro dei Popolari "Osare la pace, vivere la fraternità, difendere la democrazia" che si è chiuso sabato mattina. Cita, in riferimento alla «Camaldoli europea» invocata dal cardinale Matteo Zuppi, l'intervista al nostro giornale di Graziano Delrio, e lo fa anche per dargli atto, insieme a Stefano Lepri, di essere stati i protagonisti della «battaglia universalistica sull'assegno unico, di cui siamo orgogliosi», scandisce (dopo le accuse venute di aver poco rivendicato questo merito) “chiamando” uno degli applausi più convinti della platea al centro congressi dell'Angelicum.

Al suo arrivo, alle 10 e 40, l'abbraccio del presidente dell'associazione Pierluigi Castagnetti. La segretaria prende posto in prima fila accanto a Delrio e ascolta, coordinata da Silvia Costa, una raffica di voci dell’associazionismo e “reti per il bene comune”. In sala fra gli altri gli ex ministri Piero Fassino, Beatrice Lorenzin, Dario Franceschini (presente sin da venerdì, all'avvio dei lavori) e l'eurodeputata Beatrice Covassi, la quale auspica che «i cattolici democratici abbiano un ruolo centrale per dare vita alla Camaldoli europea» auspicata da Zuppi. Fra le presenze colpisce, nel primo panel, la testimonianza di suor Rita Giaretta, una Orsolina impegnata con le vittime della tratta. Un altro gruppo di testimoninanze sarà poi coordinato, a fine mattinata da Stefano Lepri. Nel panel al quale ha assistito Schelin tante voci, da Ernesto Prina della fondazione Achille Grandi, espressione delle Acli ad Angelo Moretti, promotore di una rete di progetti di aiuto all'Ucraina; da Sara Vatteroni di Migrantes a Piera Savino, dei circoli Laudato si', promotori di comunità energetiche sul territorio, da Marco Lucchini del Banco Alimentare a Lorenzo Zardi, dei circoli di "Orizzonte comune", espressione dell'Azione cattolica; dall'ex deputato Ernesto Preziosi di "Argomenti 2000" a Giuseppe Irace della lista "Per" attiva in Campania. Entrambi, questi ultimi, usano l'immagine di tanti campi di allenamento che sono all'opera, mentre è arrivato il momento per i cattolici di mettere in campo una squadra che giochi finalmente la sua partita, ed è questa la sfida lanciata anche alla segretaria.

«Il pluralismo del Pd è il più prezioso valore aggiunto, e io ho il dovere di garantirlo, senza i cattolici democratici perderemmo la nostra ricchezza», dice Schlein, strappando un altro applauso. Sorvolando però sulla chiara frecciatina di Castagnetti: «Spero che qualcuno ti abbia riferito del ricco dibattito di ieri, qui, visto che nessuno di noi è nella segreteria del partito». La segretaria cita una «donna straordinaria» come Tina Anselmi per ricordare la “sua” riforma del Servizio sanitario nazionale: «Non voleva una sanità solo per ricchi», dice. Mentre uno dei settori più colpiti nella manovra, per Schlein, è proprio la sanità pubblica, che registra «uno smantellamento, un insulto per quel 75% di italiani per i quali è diventata un'impresa accedere alle cure mediche a causa di liste di attesa sempre più lunghe. Senza parlare del taglio alle pensioni e della “tassa Meloni” sulle bollette che pesa su 5 milioni di famiglie». Un governo che «colpisce le fasce più fragili: l’ha fatto sulla povertà cancellando l'unico strumento - per quanto migliorabile - di sostegno al reddito e alle persone più povere, l’ha fatto colpendo i poveri anziché la povertà». Definisce «assurdi» i tagli alle persone disabili. «Tagli vigliacchi – tuona -. Parlano di un accorpamento per semplificare, ma spariscono 104 milioni. Il governo non ha messo un euro per l'autosufficienza, mentre noi chiediamo 600 milioni per non lasciare sole quelle persone». Altra categoria trascurata, i giovani. Propone «una pensione di garanzia, perché loro rischiano di non vederla mai per la precarietà del lavoro che ha creato percorsi incerti». Quanto alle riforme, «la destra ha sempre sognato l'uomo solo al comando, oggi la donna. Ma – rimarca - il Paese ha già dato su quel profilo e non è andata bene». Questa riforma costituzionale - aggiunge Schlein - è «pericolosa perché indebolisce il Parlamento, già svilito dalla decretazione d'urgenza, e le prerogative del Presidente della Repubblica, una figura che ci ha permesso in questi anni di salvaguardare la credibilità internazionale e la stabilità di questo Paese». Mentre per dare più potere al voto dei cittadini si dovrebbe «cambiare la legge elettorale e ridare agli elettori la possibilità di scegliere i propri rappresentanti». Ma in realtà, «dietro al “decidete voi” di Meloni c'è un gigantesco “decido io, voi potrete al massimo acclamare un capo”».

Sulla pace chiede all'Europa di fare di più e fa sua la proposta di Castagnetti di una sessione parlamentare per approfondire le conseguenze delle guerre in Ucraina e Medio Oriente. Ma più in generale si tratta, di «raccogliere la ricchezza di questo pensiero generativo», su tutte e tre le questioni messe a tema, «la pace - che deve tornare al centro dell'impegno del nostro partito, non ci devono essere titubanze - la fraternità e la democrazia, mai scontata». Perché, è la frase cruciale che i Popolari attendevano, «senza il contributo dei cattolici democratici non esisterebbe il Partito democratico e la nostra straordinaria comunità, così come non esisterebbe la Costituzione. Questa è e continuerà a essere la casa di questa straordinaria cultura politica», scandisce Schlein. «Su molti punti la pensiamo allo stesso modo. Su altre sfide nuove ci sono differenze? Si, ma dobbiamo ascoltarci e rispettarci», è la sua mano tesa. «Abbiamo ascoltato parole che attendevamo da tempo - replica Castagnetti - speriamo che ad esse seguano i fatti », le dà atto con riserva. «E vediamoci anche più frequentemente», aggiunge con un chiaro, nuovo riferimento allo scarso coinvolgimento negli assetti direttivi del Pd della componente cattolico-democratica, sulla quale la segretaria aveva preferito glissare.

Chiusura affidata a Delrio, mentre Schlein vola a Milano da Gianni Cuperlo per un incontro sulla pace. La proposta del premierato, dice l’ex ministro, «è semplicemente un pasticcio». Per il capo del governo, sostiene Delrio, occorre che la fiducia arrivi «dai cittadini, ma anche dalle Camere». ​E ricorda la proposta illustrata venerdì da Alfredo Bazoli, cioè il cancellierato alla tedesca, con sfiducia costruttiva e una legge elettorale proporzionale con sbarramento al 5%. E sottolinea la necessità di conservare le prerogative del capo dello Stato: «Dentro gli equilibri della Costituzione c'è il sale della democrazia. La ricchezza di una democrazia è il suo popolo, non il leader, è l'avanzamento della coscienza dei suoi diritti e dei suoi doveri. Non è pensabile - ha concluso - puntare su meccanismi che esautorano i poteri dei rappresentanti, o che esautorano l'arbitro. Noi abbiamo bisogno dell'arbitro, del presidente della Repubblica».

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