giovedì 30 luglio 2020
Con 149 voti favorevoli e 141 contrari, l'Aula del Senato ha autorizzato il processo all'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini per la vicenda Open Arms.
Sì del Senato a processo per Salvini
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Dopo un lungo e acceso confronto fra le forze politiche, con 149 pareri favorevoli e 141 contrari, l'Aula del Senato ha autorizzato il processo all'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini per la vicenda Open Arms.

"Contro di me festeggiano i Palamara, i vigliacchi, gli scafisti e chi ha preferito la poltrona alla dignità. Sono orgoglioso di aver difeso l'Italia", è il commento del leader della Lega, dopo il voto di Palazzo Madama. "Lo rifarei e lo rifarò, anche perché solo in questo luglio gli sbarchi sono sei volte quelli dello stesso periodo di un anno fa, con la Lega al governo. Vado avanti, a testa alta e con la coscienza pulita, guarderò tranquillo i miei figli negli occhi perché ho fatto il mio dovere con determinazione e buonsenso - prosegue Salvini -. Mi tengo stretto l'articolo 52 della Costituzione ("la difesa della Patria è sacro dovere del cittadino") e ricordo le parole di Luigi Einaudi: "Quando la politica entra nella giustizia, la giustizia esce dalla finestra". Non ho paura, non mi farò intimidire e non mi faranno tacere: ricordo che per tutti i parlamentari, presto o tardi, arriverà il giudizio degli elettori".

Il 26 maggio scorso, la Giunta per le autorizzazioni a procedere aveva deliberato di negare l'autorizzazione a procedere. Ed è sulla relazione della Giunta che i senatori sono stati chiamati a votare. Quindi i favorevoli all'autorizzazione a procedere hanno votato "no" alla relazione della Giunta, mentre i contrari all'autorizzazione hanno al contrario votato sì. La relazione della Giunta per essere approvata necessitava di un quorum di 160 voti, cioè la maggioranza assoluta dei componenti. Nelle dichiarazioni di voto in favore dell'autorizzazione a procedere si sono espressi M5s, Pd, Iv, Leu, Autonomie, mentre i gruppi di centrodestra hanno espresso la loro contrarietà. Il voto è stato palese.

L'annuncio di Renzi

"Noi voteremo a favore dell'autorizzazione a procedere nei confronti Salvini", ha annunciato il leader di Iv Matteo Renzi in Aula al Senato, sciogliendo le riserve dei giorni scorsi. Mentre il segretario leghista ha ribadito la propria posizione: "Ho fatto il mio dovere, ho la coscienza a posto: sempre avanti a testa alta e grazie per tutti i vostri messaggi di sostegno - ha scritto sui social network -. Se andrò a processo, ci andrò a testa alta. Se pensano di intimorire la Lega con un processo politico "alla Palamara" ("Salvini ha ragione ma va attaccato lo stesso"), si sbagliano di grosso. Quando tornerò al governo farò esattamente le stesse cose". A chi gli chiede se si aspetti o meno un voto a lui favorevole da parte di Iv, replica: "Io non mi aspetto nulla da nessuno. Sono assolutamente tranquillo e sereno: le carte parlano chiaro. Non devo fare alcun appello a nessuno. Aspetto che i senatori votino in coscienza. Voglio vedere se i Cinque Stelle diranno che erano d'accordo, come è scritto nero su bianco, o se vogliono andare avanti con un processo politico", dice ancora il segretario della Lega, in attesa del voto.

Accorata la difesa della presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni: "Processare Matteo Salvini per aver difeso i confini italiani dall'immigrazione illegale è semplicemente scandaloso. Fratelli d'Italia voterà compattamente, e convintamente, contro l'autorizzazione a procedere. La sinistra impari a battere i suoi avversari nelle urne, se ne è capace. Forza Matteo", ha scritto Meloni su Facebook.

La memoria del segretario leghista

"Da un attento esame dei fatti accaduti, si legge nella memoria difensiva presentata il 17 febbraio da Salvini sul caso Open Arms, "non può ritenersi sussistere nessuna violazione di norme penali in quanto la condotta che mi viene contestata è insussistente e comunque essa altro non è che un'automatica conseguenza delle scelte politiche effettuate dall'intera compagine governativa nel perseguimento dell'interesse pubblico a un corretto controllo e a una corretta gestione dei flussi migratori nonché a una piena tutela dell'ordine pubblico e, più in generale, un doveroso atteggiamento di salvaguardia delle prerogative costituzionali dello Stato italiano sulla scorta delle relazioni internazionali e del diritto internazionale in condizione dí parità con gli altri Stati".

"Appare da questa ricostruzione come l'interesse pubblico coinvolto sia di limpida e cristallina evidenza sotto molteplici e svariati profili, che segnano inequivocabilmente la linea su cui si è articolata tutta l'attività della compagine governativa nella gestione dell'evento" è la linea dell'ex ministro dell'Interno, che incalza il governo: "561 sbarchi in un giorno, che portano a 13.094 gli arrivi nel 2020 contro i 3.654 registrati nello stesso periodo di un anno fa. Solo nei primi 29 giorni di luglio abbiamo toccato quota 6.144 immigrati arrivati in Italia, il dato peggiore degli ultimi tre anni. E mentre il governo approva lo stato di emergenza per il Covid ma i clandestini scappano dai centri di accoglienza, c'è chi mi vuole processare per aver chiuso i porti. Difendere l'Italia non è reato: ne sono orgoglioso, lo rifarei e lo rifarò".

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