domenica 19 gennaio 2025
Delrio ha lanciato "Comunità democratica". L'ex direttore delle Entrate: non servono i personalismi, contro le destre la strada della maggioranza-Ursula. I cattodem: il Pd parli di famiglia
Ruffini

Ruffini - Ansa

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Nessun nuovo partito cattolico, nessuna nuova corrente nel Pd. Ma un luogo di ascolto e confronto della società mutata in fretta che arrivi là dove i partiti non ci sono più. L’atteso convegno milanese di Comunità democratica, “Creare legami, guarire la democrazia”, annunciato da settimane e fissato il 18 gennaio, anniversario numero 106 della nascita del Partito popolare sturziano, fa il tutto esaurito e intercetta la voglia di partecipazione dei cattolici del centrosinistra. In platea amministratori locali, politici nazionali ed esponenti dell’associazionismo.

È lo stesso protagonista annunciato, Ernesto Maria Ruffini, a esordire affermando che c’è stata «molta attesa, probabilmente troppa». Per sgomberare il campo l’ex direttore dell’Agenzia delle Entrate annunciato dalla stampa come il federatore (del centro o del centrosinistra, a seconda delle diverse visioni) afferma che «il punto non è costruire nuovi partiti o aree all'interno di un partito, ma coinvolgere nuovi elettori andando a cercarli in quella metà di popolazione che ha smesso di affidare alla politica le proprie speranze, strappandoli via da quell'astensionismo che è la più grande forza politica di questo Paese, se solo trovasse il modo di essere coinvolta in un processo e in un cammino». L’allarme è la crisi globale della democrazia. «È reale quando assistiamo alla silenziosa instaurazione di un modello neofeudale con feudatari che scatenano i vassalli per difendere i privilegi», dice Ruffini. L’antidoto è rinunciare all’idea dell’uomo forte puntando sul confronto. E cita il rimpianto presidente del parlamento europeo David Sassoli, «fondamentale nella costruzione della maggioranza Ursula che da due legislature governa l’Europa. Forse, se ci fosse ancora, ci farebbe riflettere su come quella maggioranza nata in un momento di necessità potrebbe diventare una scelta solida per essere alternativi alla destra».

Anche Romano Prodi in collegamento esclude la rinascita del partito cattolico. «Ma siamo stati muti per troppo tempo - bacchetta il fondatore dell’Ulivo -, corrosi dal mito dell’uomo o della donna sola. La democrazia si salva con la partecipazione. È invece necessario e indispensabile, anche se non sempre riconosciuto, il contributo dei cattolici a un Paese più giusto, dinamico e capace di interpretare i cambiamenti». L’ex premier non vede alternative ai dem per il centrosinistra. «Se sarà capace di apertura il Pd costruirà un’alleanza vincente fondandosi su idee condivise».

Anche Pierlugi Castagnetti, ultimo segretario del Ppi, archivia la rinascita del partito cattolico. «Ma questa iniziativa e tante altre dimostrano che c'è una vivacità che sta tornando, quella dell’impegno dei laici cattolici». E chiede riflessioni su temi concreti. « Nel Pd in silenzio, abbiamo smesso di parlare di famiglia. Non sto parlando della forma, ce ne sono di nuove, è cambiata l'epoca, però noi pensiamo che la nuova generazione non possa affrontare questi problemi se non si rimette al centro il sostegno della famiglia». Stefano Lepri, tra gli organizzatori dell’evento con Graziano Delrio e Fabio Pizzul , sottolinea la necessità «di favorire la natalità e le relazioni affettive e genitoriali stabili, tutelare le religioni, proteggere gli anziani».

Il metodo per aprire il confronto con la società civile e gli amministratori lo indica Elena Granata, invitata per riportare alla platea i contenuti e lo stile della Settimana sociali di Trieste sulla democrazia, un evento che è patrimonio di tutta la politica nazionale. La prima Settimana sociale della storia con la presenza di un Papa e di un presidente della Repubblica e che ha dato impulso al risveglio politico dei cattolici.

«Il metodo ha fatto la differenza coinvolgendo uomini, donne e giovani con fame e sete di politica. Per troppo tempo ci siamo confinati nella prepolitica, quel tempo è finito. Tutto è politica oggi. Coinvolgiamo donne e giovani altrimenti manca un pezzo di storia», spiega Granata.

Francesco Russo, altro protagonista della Settimana sociale, annuncia che il 14 e 15 febbraio a Roma verrà lanciata la costituente degli amministratori, la cosiddetta “rete di Trieste”. «I cattolici in politica stanno nel centrosinistra, nelle esperienze civiche come nel centrodestra, dobbiamo provare a testimoniare un dialogo e un percorso comune, necessario perché un quinto degli italiani dice di preferire i sistemi totalitari», spiega il portavoce della rete.

Per il mondo della solidarietà, Paolo Ciani, che proviene da Sant’Egidio ed è segretario nazionale di Demos nonché vicecapogruppo del Pd alla Camera, rilancia sui due temi chiave della pace e dell’immigrazione. «Siamo stanchi di essere considerati di sinistra quando ne parliamo e moderati o di destra quando parliamo di eutanasia e gestazione per altri. Siamo le stesse persone». Preoccupati da tempo per la Costituzione le Acli, il cui presidente Emiliano Manfredonia ricorda che «non si cambia a colpi di maggioranza. Abbiamo depositato le firme per il referendum sulla autonomia differenziata che la stravolge».

Prossimo passo, assicura Graziano Delrio dopo il pomeriggio dedicato agli amministratori locali, è l’apertura di iniziative di ascolto e confronto sui territori sotto il nuovo tetto di Comunità democratica.

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