mercoledì 17 aprile 2024
Liberata l'area di insediamento "provvisorio" nata dopo la rivolta dei lavoratori africani nel 2010. Un centinaio di braccianti trasferiti nel Villaggio della solidarietà finalmente utilizzabile.
L'area container dei rifiuti prima della bonifica

L'area container dei rifiuti prima della bonifica - Dal Web

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Non c’è più l’indegno campo container di Rosarno, insediamento “provvisorio” da 13 anni per i lavoratori immigrati. Era nato dopo la rivolta del 7 gennaio 2010 dei braccianti africani contro lo sfruttamento e le violenze della ‘ndrangheta e degli imprenditori collusi. Era arrivato ad ospitare, in una condizione sempre più degradata, più di 300 persone in località Testa dell’acqua. Un vero e proprio ghetto, abbandonato da tutti, tranne dai volontari come il parroco don Roberto Meduri e Bartolo Mercuri.

L'area prima dello sgombero

L'area prima dello sgombero - Dal Web

Ora l’area è stata completamente liberata e bonificata, e circa cento immigrati sono ospiti di una struttura veramente degna, efficiente, completa. “Villaggio della solidarietà” realizzato nell’area della Betom Medma, ex cementificio confiscato alla potente cosca Bellocco, finanziato 15 anni fa con 2 milioni di euro dal ministero dell’Interno. Una vicenda assurda e infinita. I lavori partono nel 2009 ma poi vengono fermati nel 2013, quando sono quasi completati, per un’interdittiva antimafia. Il “Villaggio” viene completamente vandalizzato. Rubati infissi, cavi elettrici, riscaldamento, grondaie, perfino parte dei tetti. Poi l’abbandono. Fino allo scioglimento del Comune, nell’agosto 2021, per condizionamento della ‘ndrangheta. Con altri 700mila euro, sempre del Viminale, grazie all’impegno della commissione straordinaria, che guida il comune per due anni, viene rimesso tutto a posto.

L'area dopo lo sgombero

L'area dopo lo sgombero - Dal Web

La struttura è nuovamente pronta: 92 posti letto in 16 unità abitative, vere e proprie casette, stanze doppie, cucina e servizi, completamente arredate, con aria condizionata, biancheria, stoviglie. Ma non si può aprire perché per ben quattro volte è andata deserta la gara per la gestione del villaggio indetta dalla commissione. Nessuno ha fatto domanda. Solo di recente grazie ad un nuovo bando pubblico indetto dalla nuova amministrazione comunale, la struttura è stata affidata all’Associazione di volontariato “Oasi” legata alla Chiesa evangelica del territorio che gestirà la struttura per quattro mesi percependo 40mila euro, anche se è quasi certa una proroga più lunga. Da oggi i circa cento immigrati che ancora vivevano nei degradati container, tra cumuli di rifiuti e fango, hanno una casa vera. Sono tutti con regolare permesso di soggiorno, come gran parte dei braccianti che lavorano nella Piana di Gioia Tauro, e come assunzione di responsabilità verseranno al Comune un contributo economico per le spese delle utenze. «È stata restituita dignità ed accoglienza ai lavoratori stagionali di questa parte della Piana ed abbattuto un insediamento informale e fatiscente - commenta la Prefettura di Reggio Calabria -. Un risultato straordinario grazie all’opera di mediazione condotta dal Comune con la Cooperativa che ha gestito la fase del trasloco, la comunità locale del Terzo settore ma, soprattutto, la professionalità delle Forze dell’ordine, che hanno garantito che ogni passaggio della complessa operazione si svolgesse in totale sicurezza e, soprattutto, totale tranquillità».

Il Villaggio della solidarietà

Il Villaggio della solidarietà - Dal Web

Ora dovrà essere ben gestito il “Villaggio” per impedire che cada nel degrado come il campo container o come la tendopoli di San Ferdinando realizzata nel marzo 2019, dopo lo sgombero dell’enorme baraccopoli, ma dopo cinque anni ridotta a una nuova baraccopoli. Resta lo scandalo delle sei palazzine bianche a tre piani, 36 appartamenti, ognuno per 6 persone, nel quartiere “Serricella”, periferia di Rosarno, destinate ai braccianti immigrati e alle loro famiglie, terminate nel 2019 e mai utilizzate, come denunciato più volte da Avvenire. E purtroppo recentemente gravemente vandalizzate.


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