martedì 11 gennaio 2022
Nel 26mo anniversario della sua uccisione, sarà finalmente sistemata e resa agibile la strada che porta alla casa dove il bambino venne tenuto prigioniero e poi ucciso e sciolto nell’acido
La strada di accesso alla casa memoriale di Giuseppe Di Matteo

La strada di accesso alla casa memoriale di Giuseppe Di Matteo - Foto A.M.M.

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Sarà finalmente sistemata e resa agibile la strada che porta alla casa dove venne tenuto prigioniero e poi ucciso e sciolto nell’acido il piccolo Giuseppe Dì Matteo.

L’edificio in contrada Giambascio, nelle campagne di San Giuseppe Jato, è quasi irraggiungibile per le pessime condizioni della strada di accesso, tra fango e rifiuti. Rendendo così molto difficile le visite delle tante scuole e associazioni che si recano ogni anno al “Giardino della memoria. Dedicato a tutti i bambini vittime della mafia”, e alla cella-sacrario dove Giuseppe visse per quasi duecento giorni, prigioniero di Giovanni Brusca, per convincere il padre Santino a smettere di collaborare con la giustizia.

Tre mesi fa Avvenire aveva denunciato questa incredibile situazione titolando “L’ultimo sfregio”.

Il viceprefetto Esther Mammano che guida la commissione straordinaria inviata ad amministrare il Comune di San Giuseppe Jato, sciolto per infiltrazione mafiosa il 14 luglio, e composta anche da Federica Nicolosi e Susanna Conte, ci aveva assicurato: “Ce la metteremo tutta per rendere agibile la casa memoria del piccolo Di Matteo”.

E così è stato.

Rifiuti sulla strada che porta alla casa memoriale di Giuseppe Di Matteo

Rifiuti sulla strada che porta alla casa memoriale di Giuseppe Di Matteo - Foto A.M.M.

In occasione del 26simo anniversario dell’uccisione del bambino, oggi 11 gennaio, ci ha telefonato per annunciare che la Regione Sicilia “ha erogato un finanziamento per la realizzazione della manutenzione straordinaria della cosiddetta “Trazzera Disisa” che consentirà un agevole collegamento viario tra il centro abitato e il Giardino della memoria”.

Ma non si tratta dell’unica iniziativa per tenere viva la memoria con fatti concreti. “Primaria finalità della Commissione Straordinaria è quella di promuovere la rinascita del territorio e della comunità locale nell’intento di trasformare San Giuseppe Jato in “Città dei Bambini” e coinvolgere i giovani “Nostro futuro” nel suddetto progetto. Ciò a testimonianza che da un orribile abominio possa rinascere la vita nel culto del bello e del buono”, spiegano le tre commissarie. Ma la viceprefetto ci tiene a sottolineare che “abbiamo fatto solo il nostro dovere e il progetto è frutto di un lavoro di squadra, di un “noi” che ha coinvolto tante persone e istituzioni, a partire dalla Regione”.

Così oggi proprio presso il Giardino della memoria, a cura del Gruppo Archeologico Valle dello Jato e dell’Istituto Professionale Agrario di San Cipirello, verranno posti a dimora tre alberi. Poi presso la Casa del Fanciullo, sede dell’Amministrazione sarà presentato il progetto del “Parco urbano Giuseppe Di Matteo” che verrà realizzato in terreni confiscati alla criminalità organizzata, utilizzando parte dei fondi assegnati dal Ministero dell’Interno.

Al termine, sarà scoperta in Piazza Falcone e Borsellino una mattonella in ceramica realizzata grazie al progetto curato dal Presidio Libera Valle Jato. Sempre nella giornata di oggi, sarà formalizzata l’accettazione della donazione della statua del piccolo Di Matteo da parte dello zio della giovane vittima che al termine dei previsti lavori di manutenzione straordinaria, verrà collocata nell’Aula consiliare. Mentre, sempre presso il Giardino della memoria, procederà l’avvio della realizzazione dell’Orto medievale. “L’efficacia dell’attività sinergica sviluppatasi nel brevissimo tempo che decorre dall’insediamento di questa Commissione - sottolineano le tre commissarie -, ha permesso di inaugurare un percorso per San Giuseppe Jato che si vuole caratterizzare per la realizzazione di azioni concrete che lascino il segno di una rinnovata società civile, coesa nel perseguimento del rispetto comune e della convivenza civile”.

Proprio per questo motivo, aggiungono le tre donne delle istituzioni, “si è voluto piantumare alberi che rappresentino la rinascita di quel sito, la sua trasformazione da luogo di atrocità e barbarie a quello di collettiva risveglio sociale che nel bello raggiunge il buono; da semplice luogo di commemorazione a punto di incontro, di rinascita e di vita”. Ora con la strada sistemata sarà finalmente possibile.

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