mercoledì 18 luglio 2012
Nel Casertano, il Consorzio che ritira l’immondizia finisce i fondi. Rischio roghi. Da venerdì scorso una situazione assurda in una cinquantina di Comuni ricicloni, dalle zone interne dell’Agro aversano fino alla costa. Tutto nasce da una condizione di totale incertezza organizzativa.
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Cumuli di rifiuti... differenziati. Da venerdì scorso è questo l’incredibile e assurdo scenario in circa cinquanta comuni del casertano, dalle zone interne della provincia all’Agro aversano, fino alla costa, compresi i paesi più colpiti dai "roghi". Casapesenna, San Cipriano d’Aversa, Succivo, Casal di Principe, Teverola, Carinaro, Villa Literno, Gricignano d’Aversa, Teano, Cellole... Alcuni sciolti per camorra. Non in campagna ma nei centri abitati, le strade sono ormai piene di sacchetti coi rifiuti ben separati: vetro, plastica, metalli, carta, umido e indifferenziato. I cittadini hanno fatto pienamente il loro dovere ma da cinque giorni nessuno raccoglie e, molto probabilmente, andrà avanti così almeno fino a venerdì. Con evidenti rischi sanitari, sia per il caldo che per i liquidi che già si spandono. E se prendessero fuoco, vista l’alta presenza di plastica, ci sarebbe un’alta concentrazione di diossina nell’aria (oltre ad altre sostanze tossiche...), questa volta direttamente nei centri abitati.Il motivo di tutto questo è economico. Il Consorzio unico di bacino, l’ente pubblico che dovrebbe raccogliere i rifiuti in provincia, non ha fondi né per il personale né per pagare l’assicurazione dei mezzi. Così i sacchetti restano per strada. E non è la prima volta. Con la certezza che quando saranno finalmente raccolti non potranno più finire negli impianti di riciclaggio. Ormai contaminati dalle sostanze organiche fermentate per il caldo, saranno trattati come un rifiuto "tal quale", e finiranno nel termovalorizzatore o in discarica. Con tanti saluti all’impegno dei cittadini. La beffa dopo il danno.Tutto nasce da una situazione di totale incertezza organizzativa. Il Consorzio è, infatti, in liquidazione per lasciare il posto a una società provinciale. Che fino ad ora si è occupata solo della gestione dello Stir di Santa Maria Capua Vetere, l’impianto dove il rifiuto "tal quale", una volta separato l’umido, viene triturato e poi inviato al termovalorizzatore. La differenziata è rimasta al Consorzio che però, essendo in liquidazione, non ha abbastanza fondi, sia per il personale, che attualmente rivendica tre mensilità arretrate, sia per l’assicurazione dei mezzi che così non possono uscire dalla rimesse. Proprio due giorni fa il Commissario liquidatore del Consorzio, Gaetano Farina Briamonte, ha inviato una lettera per avvisare che finalmente «il pagamento delle polizze è stato effettuato» e che i primi tagliandi sono stati consegnati, ma solo per la zona costiera. Gli altri saranno pronti giovedì o venerdì. Ma invita a uscire lo stesso, anche a costo di prendere una multa. «Esorto gli autisti – scrive, infatti – a non interrompere il servizio, assumendomi ogni responsabilità per la mancata esibizione dei tagliandi assicurativi (una precisa violazione di legge, <+corsivo>ndr<+tondo>) e per eventuali pagamenti di verbali sanzionatori».Nel frattempo il 10 luglio il Consorzio ha emesso un bando per il noleggio di 33 mezzi per la raccolta, con un costo di ben 426mila euro. Ma il Consorzio non era senza fondi? Ecco spuntare una clausola. «Qualora il Consorzio non provvedesse al pagamento, ad esso si sostituirà il comune presso il quale sono impiegati gli automezzi oggetto del contratto». Ce la faranno i comuni? Rivedranno mai questi soldi? Alcuni, malgrado la forte crisi che li colpisce, in questi mesi hanno anticipato gli stipendi di parte degli operai del Consorzio pur di raccogliere i rifiuti e farli "sopravvivere", assumendosi comunque una grave responsabilità. Comunque vada appare impossibile raggiungere nella provincia l’obiettivo per quest’anno del 65% di differenziata. Attualmente è ferma a meno del 30. E se poi resta per strada...
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