sabato 29 aprile 2023
Il capo dello Stato in visita nel distretto della Meccatronica cita La Pira e le sue battaglie da sindaco «in difesa della povera gente»
Sergio Mattarella allo stabilimento Landi Renzo di Corte Tegge di Cavriago (Reggio Emilia)

Sergio Mattarella allo stabilimento Landi Renzo di Corte Tegge di Cavriago (Reggio Emilia) - foto Quirinale

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«Il Primo Maggio è la festa della dignità del lavoro. È la festa della Repubblica fondata sul lavoro». Sergio Mattarella, che l’anno scorso si recò a Udine, sceglie quest’anno il Distretto della Meccatronica di Reggio Emilia per celebrare la festa del lavoro, «un luogo di lavoro che guarda all’innovazione. Una realtà che ribadisce il valore costituzionale del lavoro e sottolinea, al contempo, come esso si confermi il motore della crescita e della coesione sociale della Repubblica». Il Presidente della Repubblica cita Giorgio La Pira «in difesa della povera gente», promotore di memorabili battaglie sindacali da sindaco di Firenze, il quale «affermava che “lo Stato moderno ha come primo compito di non creare disoccupazione e miseria”». Mattarella visita gli stabilimenti Landi Renzo e Walvoil Interpump Group a Corte Tegge di Cavriago, che si occupa della trasformazione dei motori automobilistici a gpl e metano. Salutato al suo ingresso con un lungo applauso, nel suo intervento sottolinea che «l lavoro è stato ed è misura del contributo ai doveri inderogabili di solidarietà tracciati dalla Costituzione. Strumento efficace per combattere discriminazioni e illegalità diffuse», ma anche «parametro che permette di misurare l'effettivo livello di parità, sul terreno della occupazione e dei salari, tra donne e uomini».

Il Pnrr, la crescita, temi che ci assillano, ma è il lavoro «che ci mette di fronte alle sfide nuove, alle necessità e a bisogni emergenti, per chiederci come rilanciare il Paese in Europa e nel mondo». Mattarella ricorda le piaghe e le criticità che permangono. Gli infortuni sul lavoro, «che distruggono vite, gettano nella disperazione famiglie, provocano danni irreversibili, con costi umani inaccettabili». La disoccupazione. E di fronte a «un alto tasso di inattività rispetto ai parametri europei, una risposta adeguata può venire soltanto da un concreto impegno di mobilitazione collettiva che sappia valorizzare il grande patrimonio di competenze presente nel nostro Paese». I giovani, e le donne, che restano penalizzati. Le disuguaglianze territoriali da combattere. «Presidiare e promuovere l’unità nazionale significa anche questo».

Cita poi la Costituzione, sull’equo compenso, che richiede una «retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa». E invita a invita a evitare la «tentazione di arrendersi all'idea che possa esistere il lavoro povero». E ancora. Il lavoro minorile. La precarietà che «stride con le finalità di crescita e di sviluppo».

Un riferimento anche alla «folle» guerra di aggressione russa all’Ucraina per rimarcare che c’è una «connessione di speranza tra le parole “lavoro” e “pace”». Al termine della visita Mattarella ha incontrato una rappresentanza del Distretto della Meccatronica. Prima di lui era intervenuta la ministra del Lavoro Marina Calderone che aveva a sua volta auspicato che il Primo maggio sia «un momento per unirci e per riflettere su come il lavoro costituisca uno dei principali valori fondativi e costitutivi della nostra Repubblica».




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