mercoledì 20 dicembre 2023
Consiglio e Parlamento Ue concordi su 5 regolamenti che vanno dallo screnning biometrico alle richieste di protezione in tempi rapidi. I vertici europei: «Un giorno storico». Ong: ci saranno più morti
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Consiglio Ue e Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo sui cinque regolamenti chiave del Patto in materia di asilo e migrazione, che stabiliscono come condividere la gestione dei flussi tra gli Stati membri e cosa fare in caso di improvvisa crisi.

Le norme regolano quali procedure adottare per le persone che arrivano alle frontiere esterne dell'Ue, il trattamento delle richieste di asilo e l'identificazione dei migranti. Una volta adottate le nuove regole, per cui è necessario il voto formale di Parlamento e Consiglio prima dell'entrata in vigore, il sistema europeo punterà a favorire la solidarietà tra Stati membri consentendo di alleggerire il carico sui Paesi dove gli arrivi sono maggiori.

L'accordo provvisorio ora dovrà essere adottato formalmente dal Parlamento e dal Consiglio prima di poter diventare legge. I colegislatori, comunque, si sono impegnati a varare la riforma delle norme in materia di migrazione e asilo prima delle elezioni europee del giugno 2024.

«Il 20 dicembre 2023 passerà alla storia – il primo commento a caldo della presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola - Il giorno in cui l'Ue ha raggiunto un accordo storico su una nuova serie di regole per gestire la migrazione e l'asilo. L'Europa ha sfidato ancora una volta le probabilità. Sono molto orgogliosa del fatto che con il Patto su migrazione e asilo abbia prodotto e fornito soluzioni». Parla di «momento storico», la commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johansson, per cui in questo modo ci sarà una migliore protezione dei nostri confini esterni, maggiore solidarietà, più garanzie per i vulnerabili.

Cosa prevede l’accordo

Il nuovo regolamento prevede un sistema di solidarietà obbligatoria dei Paesi sotto pressione migratoria. Gli Stati membri potranno scegliere se partecipare ai ricollocamenti dei richiedenti asilo nel loro territorio o versare contributi finanziari. Il testo stabilisce anche i nuovi criteri per la competenza nell'esame delle domande di protezione internazionale. Le norme riguardano anche la strumentalizzazione dei migranti, ovvero l'uso da parte dei Paesi terzi di ondate migratorie per destabilizzare l'Ue. Nuove regole sono state definite anche per l'accertamento dell'identità dei migranti con screening orientato alla raccolta di informazioni su nazionalità, età, impronte digitali e immagini del volto per i migranti dai sei anni in su. Ogni Stato membro avrà, in più, un meccanismo di monitoraggio indipendente per garantire il rispetto dei diritti fondamentali. Inoltre, il regolamento sulle procedure di asilo stabilisce una normativa comune in tutta l'Ue per concedere e revocare la protezione internazionale in tempi più brevi.

Scendendo più nel detteglio delle novità del patto, secondo il nuovo regolamento le persone che non soddisfano le condizioni per entrare nell'Ue saranno soggette a una procedura di screening pre-ingresso, che comprende l'identificazione, la raccolta di dati biometrici e controlli sanitari e di sicurezza, per un massimo di sette giorni. Verranno comunque «prese in considerazione» le esigenze specifiche dei bambini e ogni Stato membro avrà un meccanismo di monitoraggio indipendente per garantire il rispetto dei diritti fondamentali. Il regolamento sulle procedure di asilo, inoltre, stabilisce una procedura comune in tutta l'Ue per concedere e revocare la protezione internazionale, sostituendo le diverse procedure nazionali. Il trattamento delle richieste di asilo dovrebbe essere più rapido (fino a sei mesi per una prima decisione), con limiti più brevi per le richieste manifestamente infondate o inammissibili e alle frontiere dell'Ue. Infine, la riforma di Eurodac, la banca dati biometrica dell’Unione, mira a identificare in modo più efficace chi arriva nel territorio dell'Ue, aggiungendo alle impronte digitali le immagini del volto, anche per i bambini. Le autorità potranno registrare se qualcuno potrebbe rappresentare una minaccia per la sicurezza, se la persona è violenta o armata illegalmente.

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La soddisfazione dell’Ue

«Questo Patto sulla migrazione e l'asilo garantirà una risposta europea efficace a questa sfida europea. Ciò significa che saranno gli europei a decidere chi verrà nell'Ue e chi potrà restarvi, non i trafficanti. Significa proteggere chi ha bisogno», dichiara la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, commentando «lo storico accordo» sul Patto per le migrazioni e l'asilo.

L'accordo raggiunto dal Consiglio Ue e dal Parlamento europeo «rappresenta una pietra miliare per affrontare la migrazione e costruire una risposta europea globale a questa migrazione», scrive su X il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel.

Le reazioni

Il Patto è il frutto di «lunghe trattative in cui l'Italia ha sempre svolto un ruolo da protagonista per affermare una soluzione di equilibrio che non facesse più sentire soli i Paesi di frontiera dell'Ue, particolarmente esposti alla pressione migratoria», sottolinea il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi dopo l'annuncio che Consiglio e Parlamento europeo sull'accordo accordo per il Patto sui migranti e asilo.

Centrale, secondo lui, è stata la capacità di trovare «il giusto equilibrio tra responsabilità e solidarietà per portare avanti e concludere un negoziato che era fermo da anni. L'approvazione del Patto è un grande successo per l'Europa e per l'Italia, che ora potrà contare su nuove regole per gestire i flussi migratori e contrastare i trafficanti di esseri umani».

Meno entusiaste le associazioni. L'accordo Ue sul Patto per la migrazione e l'asilo farà «arretrare la legislazione europea in materia di asilo di decenni» e porterà a «una maggiore sofferenza umana», commenta Amnesty International in una nota. Per Eve Geddie, direttrice dell'Ufficio istituzioni europee di Amnesty International, il Patto «non sostiene concretamente gli Stati in cui le persone arrivano per la prima volta in Europa, come l'Italia, la Spagna o la Grecia. Invece di dare priorità alla solidarietà attraverso i ricollocamenti», spiega, «gli Stati potranno semplicemente pagare per rafforzare le frontiere esterne, o finanziare Paesi al di fuori dell'Ue».
«Il nuovo patto Ue sulla migrazione legalizza gli abusi alla frontiera e causerà più morti in mare: L'esito dei negoziati legittima lo status quo alle frontiere esterne dell'Unione europea, in cui violenza e respingimenti sono pratiche quotidiane», sostengono in un comunicato congiunto, le Ong Sea Watch, Sea Eye, Maldusa, Mediterranea Saving Humans, Open Arms, Resq People Saving People, AlarmPhone, Salvamento Maritimo Humanitario e Sos Humanity. «Verrà mantenuto il fallimentare sistema di Dublino e si continuerà invece nell'isolare i rifugiati e i richiedenti asilo, trattenendoli in campi remoti. Sempre più persone cercheranno di fuggire via mare, scegliendo rotte sempre più pericolose», aggiungono.

Ma le associazioni non sono le sole a storicere in naso. Il governo dell'Ungheria «rifiuta con forza» l'accordo raggiunto nell'Unione europea sui migranti e il diritto d'asilo, ha dichiarato infatti il ministro degli Esteri, Peter Szijjarto, contestando il contributo obbligatorio per tutti gli Stati al meccanismo di solidarietà, aggiungendo che il suo Paese «respinge con forza questo patto sui migranti. Non lasceremo entrare nessuno contro la nostra volontà».

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