mercoledì 24 gennaio 2024
A un mese dal II anniversario dell'invasione russa, il movimento pacifista annuncia iniziative nelle piazze per chiedere il cessate il fuoco e negoziati per i tanti pezzi della "III Guerra mondiale"
La grande bandiera arcobaleno alla Marcia della pace Perugia Assisi

La grande bandiera arcobaleno alla Marcia della pace Perugia Assisi - Luca Liverani

COMMENTA E CONDIVIDI

Ad un mese dal secondo anniversario dall'invasione russa dell'Ucraina, il movimento italiano per la pace e il disarmo annuncia una giornata di mobilitazione nazionale sui territori. Manifestazioni, marce, eventi, momenti di silenzio, sit-in, convegni nelle città da nord a sud per chiedere il cessate il fuoco e percorsi negoziali di risoluzione dei conflitti in Ucraina, a Gaza, ma anche in Sudan, Yemen, Siria, Afghanistan, Myanmar, Nagorno Karabakh. Ovunque si combatte la "III Guerra mondiale a pezzi" continuamente denunciata da papa Francesco.

Il 24 febbraio 2024 le coalizioni "Europe for Peace" e "Assisi Pace Giusta", che raccolgono centinaia di organizzazioni della società civile italiana, coinvolgeranno le reti territoriali della società civile che in questi mesi ha continuato ad attivarsi per la pace per diffondere le richieste presenti nell'appello di convocazione collettivo: «Fermiamo la criminale follia di tutte le guerre, la corsa al riarmo, la distruzione del Pianeta».

Nel testo di convocazione diffuso oggi si legge come «ormai le guerre si susseguono con ritmo ed intensità crescente. Iniziano ma non finiscono, alimentando solo la fiorente industria e il commercio immorale di armamenti. Stati e Governi sembrano aver perso la capacità di prevenire e gestire i conflitti mediante gli strumenti della diplomazia e della politica, con i quali far applicare e rispettare le convenzioni e il diritto internazionale». Anche perché «la guerra è tornata ad essere uno strumento di regolazione dei conflitti, mettendo a rischio la sopravvivenza dell’umanità e del pianeta. Ha preso corpo l’idea che l’ordine mondiale debba essere basato sullo scontro tra blocchi e non sulla collaborazione e la giustizia tra i popoli».

Secondo le organizzazioni della società civile italiana, il percorso della Pace deve essere globale: «L’unica via per fermare la follia criminale delle guerre ed eliminare il rischio di un conflitto nucleare, è unire le forze, assumere le nostre responsabilità civiche e democratiche, schierarsi per la pace, per il diritto internazionale, per la riconversione civile e sostenibile dell’economia, promuovendo la cooperazione e la sovranità dei popoli, eliminando vecchie e nuove forme di colonialismo». La guerra, affermano i promotori della mobilitazione, «non è mai una soluzione e l’orrore non deve diventare un’abitudine. Mobilitarsi oggi per la pace, per il disarmo, per la nonviolenza, significa affrontare le sfide globali che abbiamo di fronte pena la distruzione dei diritti, della convivenza, delle democrazie e del pianeta».

La piattaforma condivisa dalle organizzazioni pacifiste e disarmiste per il 24 febbraio include: la messa al bando delle armi nucleari; la riduzione delle spese militari a favore della spesa sociale, sanitaria, ambientale e per una difesa civile e nonviolenta; la riconversione dell’industria bellica che sta traendo immensi profitti dalle guerre e dai conflitti armati; l’immediato cessate il fuoco in Ucraina e nella Striscia di Gaza con la liberazione degli ostaggi israeliani e dei prigionieri palestinesi, il libero accesso agli aiuti umanitari, il riconoscimento dello Stato di Palestina, la fine dell’occupazione violenta in Cisgiordania; la soluzione politica e non militare della guerra in Ucraina per porre fine all’illegale occupazione russa e per costruire sicurezza comune per l’Europa intera;
il riconoscimento del diritto di asilo e la protezione a dissidenti, obiettori di coscienza, disertori, profughi, difensori dei diritti umani, vittime della repressione politica in ogni contesto e nazione; il rafforzamento dell’azione umanitaria e di protezione dei diritti umani nei contesti di violenza strutturale; lo stanziamento dello 0,7% del PIL per la cooperazione allo sviluppo; la promozione di conferenze regionali di Pace sotto l’egida delle Nazioni Unite, per ricostruire convivenza e sicurezza nelle regioni martoriate da guerre in Medio Oriente e in Africa.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: