mercoledì 29 gennaio 2014
A fronte del persistere dell'ostruzionismo di M5S, la presidente della Camera ha posto il provvedimento direttamente in votazione. Bagarre in aula.
LA SCHEDA La prima volta della ghigliottina
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La Camera ha approvato in via definitiva la conversione in legge del decreto su Imu e quote Bankitalia nell'ultimo giorno disponibile prima della decadenza, tra le proteste dei grillini. I sì sono stati 236, i no 209.Il presidente di Montecitorio Laura Boldrini ha aperto la votazione, dopo avere troncato, con una decisione senza precedenti applicando la cosiddetta procedura parlamentare della 'ghigliottina', il dibattito che proseguiva da due giorni per l'ostruzionismo del Movimento 5 stelle.A votazione aperta i deputati M5S si sono gettati sul banco del Governo occupandolie hanno cominciato a fischiare con fischietti. Alcuni erano imbavagliati. È scoppiata quasi una rissa. I deputati Fdi hanno buttato monete di cioccolata. I deputati di Sel dopo il voto finale sul dl Imu-Bankitalia hanno cantato a squarciagola "Bella Ciao". A seduta sospesa nessuno abbandona l'Aula. I Cinque Stelle rispondono cantando l'Inno di Mameli. Malgrado la seduta sia stata tolta dalla presidente Boldrini immediatamente dopo aver proclamato il risultato del voto sul dl Imu-Bankitalia, i deputati M5S sono rimasti in Aula. Le tribune stampa sono state chiuse. Dopo il voto, dai banchi di Fdi, oltre alle monete di cioccolata è stato lanciato anche un fascicolo degli emendamenti che, però, non ha colpito nessuno. La bagarre è stata notevole: i commessi hanno faticato non poco nel cercare di riportare l'ordine.Particolarmente focoso è stato Fabio Rampelli: è riuscito a non farsi mai togliere dallemani la bandiera tricolore. Per non farsela levare, se l'è avvolta al collo a mo' di sciarpa. Alcuni commessi di Montecitorio hanno dovuto ricorrere alle cure dell'infermeria dopo la bagarre in Aula sul voto finale al dl Imu-Bankitalia. Uno ha un braccio dolorante, un altro ha raggiunto i medici dicendo di aver ricevuto un colpo al volto. «Una violenza così non l'ho vista in 30 anni», racconta uno dei più anziani assistenti parlamentari, da sempre in Aula.

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