venerdì 11 agosto 2017
Il presidente della Cei: «Non fornire il pretesto di collaborare con i trafficanti di carne umana». Nel colloquio con Avvenire l'invito ad aprire corridoi umanitari e a una «conversione dell'Europa»
Il presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti

Il presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti

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Li chiama i «miei profughi». E sono più di 100 quelli che da arcivescovo ospita a Perugia. «Con loro ci parlo. E sento le loro storie raccapriccianti, che fanno piangere», spiega il presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti. E i loro racconti hanno fatto come da cornice alle parole dell’omelia che ieri mattina il porporato ha pronunciato durante la Messa per la festa di san Lorenzo nella Cattedrale del capoluogo umbro con cui Bassetti ha rivendicato «con vigore la necessità di un’etica della responsabilità e del rispetto della legge» di fronte «alla “piaga aberrante” della tratta degli esseri umani, come l’ha definita papa Francesco» che coinvolge anche il Mediterraneo.

«Sapete – dice ad Avvenire il cardinale – che non c’è una donna fra i migranti accolti qui che non sia stata violentata? E sapete che tutti vengono continuamente minacciati di essere affogati se non cedono ai ricatti di vere e proprie mafie che gestiscono i traffici dei migranti? Ecco perché ho detto nell’omelia di ieri che, proprio per difendere l’interesse del più debole, non possiamo correre il rischio, neanche per una pura idealità che si trasforma drammaticamente in ingenuità, di fornire il pretesto, anche se falso, di collaborare con i trafficanti di carne umana. E aggiungo che non possiamo scendere a patti con chi sfrutta in modo inumano il fenomeno migratorio».

Il dibattito di questi giorni ruota attorno alle Ong che con le loro navi si muovono nel Mediterraneo. «Ben venga l’azione delle organizzazioni non governative – afferma il presidente della Cei –. Ovviamente ogni loro contributo deve avvenire sempre nella legalità, perché a monte ci possono essere sodalizi criminali che prosperano attraverso questa “forma di schiavitù moderna”. Senza regole precise, potremmo scivolare in un caos ingovernabile». Certo, chiarisce Bassetti, «qualora si presentino circostanze di immediato pericolo di vita, va fatto tutto il possibile perché i migranti siano soccorsi e salvati. La vita è sacra e va difesa in ogni frangente».

Nella Cattedrale il cardinale presidente ha spiegato che è «motivo di angoscia per me pastore della Chiesa, ma anche cittadino consapevole della necessità della ricerca del bene comune per il suo Paese, la situazione che riguarda i migranti e i rifugiati». Poi ha ricordato quanto aveva affermato presentando a Perugia una mostra dal titolo “I migranti. La sfida dell’incontro”. «In quell’occasione avevo detto che questa sfida va affrontata con una profonda consapevolezza, grande coraggio e immensa carità. Consapevolezza, coraggio e carità che però non bisogna mai disgiungere dalla dimensione della responsabilità. Responsabilità verso chi soffre e chi fugge; responsabilità verso chi accoglie e porge la mano». E poi, sempre nella Messa di ieri, ha aggiunto: «Dobbiamo promuovere, come ci insegna il Papa quotidianamente, la cultura dell’accoglienza e dell’incontro che si contrappone a quella dell’indifferenza e dello scarto. Ma dobbiamo farlo con grande senso di responsabilità verso tutti».

Ad Avvenire il presidente della Cei conferma che il dramma della tratta «va visto alla radice». «Le bande che hanno in mano questo commercio di esseri umani distruggono letteralmente chi fugge dalla miseria e dalla guerra. Non c’è alcun rispetto umano. E nessuno può spalleggiare tali criminali». Quindi tiene a ribadire: «Il diritto a migrare va garantito, ma nella più assoluta sicurezza degli uomini, delle donne e dei bambini che intendono lasciare le loro terre. Per questo vanno create le condizioni perché tutto ciò si svolga senza che sia scalfita la dignità della persona e senza che i migranti finiscano in balìa di mercenari senza scrupoli». Bassetti invoca l’apertura di «corridoi umanitari».

Ma, prosegue, «non basta l’impegno dell’Italia, deve muoversi l’Europa. Direi, anzi, che c’è bisogno di un’autentica conversione dell’Europa». Poi cita con soddisfazione la campagna Cei “Liberi di partire, liberi di restare”. «È un tentativo di risposta all’origine – osserva il cardinale –. Alle parole devono seguire i fatti. E la Chiesa italiana ha stanziato 30 milioni di euro dell’8xmille per accompagnare i migranti coinvolgendo i Paesi di partenza, di transito e di destinazione con iniziative di tipo culturale e pastorale e finanziamenti e realizzazioni di progetti concreti. L’intento è rendere il viaggio e il progetto di migrazione sicuro, promuovere in Italia comunità accoglienti, inclusive, integrate, aperte all’interculturalità e assicurare ai migranti anche la possibilità di rientrare nei loro Paesi».

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