giovedì 20 aprile 2017
Proseguono le audizioni in commissione Difesa al Senato sulle attività di ricerca e soccorso in mare da parte di organizzazioni umanitarie
La Finanza: «Nessun legame tra Ong e trafficanti»
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Ancora Ong e migranti nel mirino della politica. E, ancora una volta, smentiti tutti quelli che accusano le Organizzazioni non governative di essere colluse con gli scafisti, favorendo così l’arrivo dei migranti. Ad abbattere i dubbi questa volta ci pensa la Guardia di Finanza. «Ad oggi, allo stato attuale delle nostre conoscenze, non ci sono evidenze investigative tali da far emergere collegamenti di sorta fra ong e organizzazioni che gestiscono il traffico di migranti o ambienti comunque vicini» ha affermato il generale Stefano Screpanti, capo del III Reparto Operazioni del Comando generale della Guardia di finanza, ascoltato dalla Commissione Difesa del Senato nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul contributo dei militari italiani al controllo dei flussi migratori nel Mediterraneo e sull’impatto dell’attività delle Ong. Dopo l’audizione dell’ammiraglio Enrico Credendino (comandante della missione navale europea Sophia-Eunavformed) che ha confermato come non sono le navi-soccorso a fare da fattore attrazione per gli scafisti e ieri, appunto, della Guardia di Finanza, proseguono le audizioni per far luce sulle operazioni dei salvataggi nel Mediterraneo. Al centro, le accuse alle Ong per puntare il dito contro i soccorsi e il flusso migratorio che si vorrebbe fermare. «I governi europei devono dimostrare maggiore solidarietà alle organizzazioni umanitarie in mare e sulla terraferma impegnate in prima linea per contribuire a risolvere questa crisi migratoria – ha dichiarato la fondatrice e sostenitrice del Moas, Regina Catrambone – Le persone continuerebbero a morire anche se le Ong non fossero in mare».

Durante il week-end pasquale, con circa 8.500 migranti soccorsi e salvati in mare, Moas da sola è stata coinvolta nei soccorsi di circa 1.800 bambini, donne e uomini provenienti da 13 diversi barconi in difficoltà. La nave della Ong, la Phoenix, ieri mattina è arrivata ad Augusta con 453 persone e 7 salme, inclusa quella di un bambino di 8 anni. La Vos Hestia di Save the Children, tra le 300 persone soccorse a bordo di gommoni, ci sono almeno 30 donne e circa 20 bambini. Secondo le stime della Ong in difesa dei minori, nel 2017 sono sbarcati finora in Italia più di 4.500 minori di cui quasi 4.000 non accompagnati. Dall’inizio dell’anno, hanno già perso la vita o risultano scomparse nel Mediterraneo centrale 878 persone. Il numero dei bambini che hanno tentato di attraversare il Mediterraneo centrale per raggiungere l’Italia è aumentato del 76% nel 2016, e il numero di quelli non accompagnati è più che raddoppiato rispetto all’anno precedente.

Così come è quasi raddoppiato il numero complessivo degli sbarchi. Già sopra quota 35mila in questi primi tre mesi e mezzo dell’anno, il 40% in più rispetto all’anno scorso. Intanto, sono proprio il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini e una Ong impegnata in mare (la Sos Mediterranee) a ricevere il prestigioso riconoscimento Unesco per la pace, assegnato ieri a Parigi. «Da quando è stata eletta sindaco nel 2012 Nicolini – è la motivazione del premio Unesco – si è distinta per la sua grande umanità e il suo impegno costante nella gestione della crisi dei rifugiati e della loro integrazione a Lampedusa e altrove in Italia». Nicolini, che ha ricevuto le congratulazioni di tutti i vertici istituzionali - uno dei primi a congratularsi con lei è stato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – ha voluto dedicare il Premio anche al giornalista Gabriele Del Grande, attualmente detenuto in Turchia.

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