domenica 15 gennaio 2017
L’intervista Il leader del sindacato all’attacco dopo gli ultimi episodi. «Ci siamo dati regole in vista del congresso, vanno rispettate». E svela: «La cosa che mi ha fatto più male..»
Furlan: troppe macchie voglio Cisl trasparente
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La prima domanda è inevitabile: che sta succedendo alla Cisl? C’è tutto in queste cinque parole. C’è il commissariamento della Campania con la vicenda dei dossier contrapposti. C’è il commissariamento della Funzione Pubblica con le divisioni emerse nella segreteria confederale e nel comitato esecutivo. C’è lo smarrimento degli iscritti. Ci sono le lotte di potere. C’è la macchia delle tessere 'gonfiate'. Annamaria Furlan risponde quasi di getto: «Ora serve solo grande, grande, grande trasparenza. Sull’utilizzo delle risorse, sui tesseramenti, sugli stipendi. Serve trasparenza e serve subito. Ci siamo dati nuove regole in vista del Congresso, ora devono essere rispettate. Non sono più permesse zone grigie, la Cisl dovrà essere una casa di vetro». Nel tono della voce del segretario si percepisce la sofferenza. Ma anche la determinazione ad andare avanti. Furlan vorrebbe parlare delle sfide decisive che attendono la Cisl, non essere risucchiata in vicende dietro le quali prenda forma un sindacato opaco. Ma sa che solo affrontando quei nodi, solo gridando 'basta', solo reclamando pulizia, sarà possibile tornare in sintonia con il Paese e con i propri iscritti.

Segretario, da dove cominciamo?
Dalla Cisl. Dal ruolo decisivo avuto nell’accordo per cambiare la legge Fornero sulla previdenza, dal lavoro fatto per sbloccare la contrattazione pubblica. Abbiamo fatto in questi anni battaglie importanti e abbiamo subito attacchi duri. Ma andiamo dritti, lo dobbiamo ai nostri iscritti. A chi ci chiede di batterci per una società con meno disuguaglianze e con più lavoro.

Intanto i titoli dei giornali sono sui commissariamenti...
È per questo che grido due parole: legalità e trasparenza. Abbiamo dovuto fare i conti con violazioni importanti e non ci siamo mai tirati indietro. Potevamo minimizzare, chiudere un occhio, sorvolare. Non l’abbiamo fatto, abbiamo reagito con scelte importanti ed è stato giusto per i nostri delegati, per i nostri iscritti, per la nostra gente. Abbiamo deciso due commissariamenti negli ultimi mesi. Abbiamo fatto verifiche puntuali e abbiamo risposto con severità a ogni irregolarità.

Nella Funzione Pubblica solo sette organizzazioni territoriali sui 70 sono risultate a posto.
Abbiamo riscontrato irregolarità in modo sistematico. Mi fa male dirlo, ma ho il dovere di dirlo. Il commissario della Cisl campana ha riscontrato cose gravi nella gestione amministrativa e ha consegnato tutte le carte alla magistratura con il sostegno unanime della segreteria confederale. Ripeto: la strada è solo quella della pulizia e della correttezza.

Ha mai avuto dubbi?
Mai. Ho sempre chiesto ispezioni accurate, puntuali. Lo abbiamo fatto con grande responsabilità e - ripeto - per rispetto ai nostri iscritti: ognuno di noi non rappresenta solo se stesso, rappresenta migliaia di persone. E le responsabilità collettive come quelle individuali devono sempre emergere. La credibilità passa da questo e quando si crede nella trasparenza si deve agire per quell’obiettivo ed essere pronti a pagare un prezzo, a fare i conti con momenti dolorosi, con rapporti umani che si incrinano. Ci pensavo proprio questa notte: la trasparenza merita qualsiasi sofferenza e qualsiasi sacrificio. Noi rappresentiamo trattative decisive per la vita dei nostri iscritti e loro devono avere la certezza che chi li rappresenta è senza macchia.

Parlava di sofferenza. Che cosa le ha fatto più male in queste ore?
È sapere che nella Cisl c’è chi passa veline ai giornali. Chi preferisce lo scandalismo mediatico a un dibattito vero nel gruppo dirigente. Chi fa da cassa di risonanza alle polemiche invece di concentrare ogni sforzo sull’agenda del 2017. C’è il grande tema della previdenza. Penso ai giovani e al nodo di una pensione futura dignitosa, la solitudine degli anziani che non ce la fanno ad arrivare a fine mese. E c’è il tema cruciale della crescita e del lavoro dei giovani, il divario Nord-Sud esploso in questi anni, il livello drammatico della povertà.

Si è parlato tanto di voucher.
Serve un’azione legislativa immediata per cambiare, per riportare lo strumento a quello che si era immaginato nella legge Biagi. Lo spirito era usarli per i lavori del tutto occasionali e invece ad abuso è seguito abuso. E tutto per colpa di una legislazione che ha sempre allargato le maglie.

Un sindacato serio non avrebbe dovuto dire basta assenteisti del pubblico impiego?
La Cisl tutela chi lavora, sta con chi lavora, si batte per chi lavora. Non tutela e non rappresenta i furbetti. Ma una cosa va detta: il fenomeno dell’assenteismo va tanto sui giornali ma rappresenta una quota davvero insignificante dei lavoratori. Non è giusto che una grande questione come questa venga analizzata con superficialità e usata per fare clamore.

L’operazione trasparenza andrà avanti?
Ho chiesto al gruppo dirigente una verifica profonda. Come facciamo a essere esigenti con la politica se non siamo capaci di essere trasparenti fino in fondo? Come possiamo parlare alla società con autorevolezza se non eliminiamo qualsiasi zona d’ombra? Come facciamo a ribellarci a chi anche nel governo teorizza la marginalità del sindacato se non facciamo al nostro interno un severo e definitivo esame di coscienza? Nella Cisl c’è partecipazione, c’è passione. Rappresentiamo milioni di persone. Persone perbene, gente con coscienza. Non possiamo limitarci a dire; dobbiamo fare e stiamo facendo. Vedrà, non ci fermeremo. Possiamo essere l’ultimo argine al populismo, ma non possiamo sbagliare più.

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