
Una mensa scolastica
I bambini messi a "pane e olio" per sanzionare i genitori che non pagano la mensa scolastica. La decisione drastica è stata presa dal Comune di Montevarchi (Arezzo) per gli alunni le cui famiglie sono indietro con i pagamenti. La giunta della sindaca Silvia Chiassai Martini lamenta un ammanco di 85 mila euro, per cui stop al pasto completo per i figli dei morosi. La decisione ha fatto esplodere inevitabilmente la polemica politica. Poi, nella serata di martedì, il dietrofront. La sindaca ha convocato le 11 famiglie in questione per capire quali sono le difficoltà. Chi ha problemi economici sarà segnalato e aiutato dai servizi sociali, gli altri avranno un mese per mettersi in regola.
Esulta il Pd della Toscana, che aveva criticato la decisione. "Il suo è un passo indietro ragionevole, fatto solo dopo le denunce del Pd su ogni livello - dichiarano Diego Blasi, portavoce, e Simona Querci, responsabile Scuola del Pd Toscana - La sua è stata una mossa per salvare la faccia, se le fosse stato a cuore il bene dei bambini avrebbe pensato prima a come si possono essere sentiti trovando un piatto diverso e così povero in confronto ai compagni di mensa".
Simona Querci aveva sottolineato in precedenza che "già nel 2017 un'amministrazione di destra aveva introdotto questa pratica" e che "oggi, dopo sette anni, la storia si ripete: se una famiglia non riesce a pagare la mensa, il pasto completo sparisce e al suo posto arriva una fetta di pane con un filo d'olio. Un gesto che lascia il segno, che mette un bambino o una bambina nella condizione di sentirsi diverso, separato dagli altri, senza aver fatto nulla per meritarlo".
"Questa è la politica della destra: dividere invece di unire, penalizzare i più fragili invece di trovare soluzioni - aveva aggiunto - Come Pd Toscana, ci uniamo alle richieste del Pd locale e chiediamo che questa pratica venga abolita una volta per tutte e che l'amministrazione comunale trovi alternative più giuste e dignitose per sostenere chi è in difficoltà, senza trasformare la scuola in un luogo di discriminazione".
Una richiesta subito accolta dalla sindaca, che peraltro si era detta stupita delle critiche. "Quando sono arrivata in Comune il regolamento della precedente giunta di sinistra prevedeva addirittura la sospensione del pasto per i figli delle famiglie morose -aveva replicato Chiassai Martini - Noi abbiamo cambiato quel regolamento ma occorre il rispetto di tutti nel fare il proprio dovere di cittadini".
"Siamo quindi intervenuti sollecitando le famiglie al pagamento e questo ha portato ad una riduzione immediata dell'insolvenza, che da 85.000 euro è scesa a 6.000 euro, con 13 genitori ancora non paganti - aveva spiegato il sindaco - Tra i morosi c'è chi ha accumulato debiti addirittura per 2 o 3.000 euro e ricordo che diamo la possibilità di rateizzare" i pagamenti. "Resto sconcertata dal fatto che ci siano genitori incuranti di provvedere al costo dei pasti dei propri figli, nonostante le sollecitazioni effettuate dal Comune nel mese di comporto, mentre credo che nessuno resti 30 giorni senza ricaricare il proprio telefonino - aveva aggiunto - Sono fiduciosa che i morosi provvederanno quanto prima a regolarizzare le loro posizioni nel rispetto di tutte le altre famiglie e dei loro figli, che non hanno alcuna colpa".
"Un provvedimento che sa di punizione medievale, una scelta meschina che usa i più piccoli come strumento di ricatto. Perché, se davvero si trattasse di una questione di rigore morale e giustizia, allora pane e olio dovrebbero mangiarlo tutti i parlamentari della Lega fino a quando il loro partito non restituirà i famosi 49 milioni di euro. E dovrebbe pranzare così l'intero partito di Forza Italia, fondato da un condannato per evasione fiscale. Se c'è qualcuno che dovrebbe tornare a scuola per prendere lezioni di civiltà, quello è il sindaco di Montevarchi e l'intera classe dirigente del centro-destra che non prende le distanze da azioni meschine ed ignobili come questa a danno di bambini che non c'entrano nulla" era stato il duro commento del deputato M5s Andrea Quartini.