giovedì 23 febbraio 2017
Confusione linguistica sui manifesti contro l'arrivo di 32 profughi, che il Tribunale ha giudicato discriminatoria. Ma il partito insiste a volere usare l'italiano a modo suo.
Il manifesto della Lega finito in Tribunale (da Twitter)

Il manifesto della Lega finito in Tribunale (da Twitter)

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La lingua italiana è sempre più usata a sproposito, soprattutto nella polemica politica. Il congiuntivo sta sparendo e, secondo un recente appello di 600 docenti universitari, sempre più italiani, a cominciare dai giovani, fatica a comprendere ciò che legge. Anche la Lega Nord pare non sfuggire a questa decadenza culturale. Ad esempio non riesce a distinguere la differenza tra il termine "clandestino" e il concetto di "richiedente asilo". E per questo è andata incontro a una condanna in Tribunale. Perché l'uso sbagliato del termine è stato ritenuto pure discriminatorio.

Lega Nord, Lega Lombarda e Lega Nord Saronno sono state, infatti, condannate dal Tribunale di Milano per l'uso discriminatorio dell'espressione "clandestini" riferita a 32 "richiedenti asilo" che dovevano essere accolti nel territorio di Saronno. Il giudice, che ha accolto il ricorso delle Associazioni di volontariato Asgi e Naga, ha riconosciuto che l'affissione di cartelli contenenti le espressioni "Saronno non vuole clandestini"; "Renzi e Alfano vogliono mandare a Saronno 32 clandestini: vitto alloggio e vizi pagati da noi. Nel frattempo ai saronnesi tagliano le pensioni ed aumentano le tasse"; "Renzi e Alfano complici dell'invasione" costituisce una discriminazione.

L'associazione dei termini "clandestini", si legge in un comunicato stampa delle due associazioni, ossia di coloro che entrano/permangono irregolarmente nel territorio contravvenendo alle regole sull'ingresso e il soggiorno e "richiedenti asilo",
ossia di coloro esercitano un diritto fondamentale ovvero quello di chiedere asilo in quanto nel loro paese temono, a ragione, di
essere perseguitati, oltre ad essere erronea ha una valenza denigratoria e crea un clima intimidatorio e ostile.

Secondo il tribunale di Milano in questo caso non vale invocare l'articolo 21 della Costituzione in materia di libertà di pensiero poiché "Nel bilanciamento delle contrapposte esigenze - entrambe di rango costituzionale - di tutela della pari dignità, nonché dell'eguaglianza delle persone, e di libera manifestazione del pensiero, deve ritenersi prevalente la prima in quanto principio fondante la stessa Repubblica".

Il giudice ha disposto la pubblicazione della decisione, a spese della Lega, sia sul quotidiano locale "Il Saronno" sia sul "Corriere della Sera". Lega Nord, Lega Lombarda e Lega Nord Saronno sono state inoltre condannate al pagamento, a titolo di risarcimento, della somma di 5.000 euro per ciascuna associazione.

Per la Lega Nord è del tutto legittimo l'uso del termine "clandestini" in riferimento ai migranti "richiedenti asilo" che chiedono accoglienza in Italia. Lo ha sostenuto il segretario della Lega Lombarda, Paolo Grimoldi, dopo la sentenza del Tribunale di Milano. Grimoldi afferma che si tratta di una "sentenza che distorce la realtà" in quanto una parte di quelli che presentano domanda di asilo diventano poi clandestini. Resta il fatto che l'"esercito" dei 32 stranieri inviati a Saronno erano "richiedenti asilo" e non "clandestini". Sarebbe come dire che un politico della Lega raggiunto da un "avviso di garanzia" possa essere definito da un avversario politico "delinquente", anticipando un giudizio che non è affatto certo e che spetta ad altri. L'ignoranza linguistica in fondo si può comprendere, ma se si insiste, allora si potrebbe pensare alla malafede. Cosa molto peggiore.

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