sabato 20 giugno 2020
Il giornalista barese, già vicedirettore di «Avvenire», punta sulla «fedeltà a Dio e all’uomo, al lavoro e al diritto alla salute, che oggi è priorità»
Domenico Delle Foglie, nuovo presidente Mcl

Domenico Delle Foglie, nuovo presidente Mcl - Archivio

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Domenico Delle Foglie è il nuovo presidente del Movimento cristiano lavoratori. È stato eletto dal Consiglio generale del movimento ieri a Roma, dopo le dimissioni di Carlo Costalli, che ha guidato l’organizzazione per quasi vent’anni.

Elezione tutt’altro che scontata, quella del giornalista barese. Nato alla Gazzetta del Mezzogiorno, è divenuto in seguito caporedattore e vicedirettore di Avvenire, prima di assumere la direzione di Agensir e la presidenza del Copercom.

Dopo un vivace dibattito sulla gestione del movimento e in particolare sul bilanciamento tra la dimensione associativa e quella dei servizi, Delle Foglie ha superato per 11 voti il presidente del patronato Sias, l’aretino Guglielmo Borri.

In un hotel Ergife deserto, il Consiglio, schierato a distanze di legge, con un’elezione a scrutinio segreto ha assegnato la fascia di capitano proprio allo "straniero", per restare all’epiteto calcistico forgiato dagli avversari, con l’obiettivo di far pesare la minore anzianità di "tessera" e marcare la distanza del candidato dalle strutture di servizio. Un confronto a tratti teso – Borri ha parlato addirittura di «commissariamento esterno» – che non ha però ribaltato le sorti dell’incontro, come auspicava lo sfidante, il quale ha invitato a «spalancare le finestre e vivere una nuova primavera».

La minoranza era rappresentata da alcuni dirigenti di vertice del Mcl, anch’essi esponenti della "generazione Costalli" come i presidenti regionali che hanno sostenuto la candidatura di Delle Foglie. Il gruppo di Borri ha cercato di accreditarsi come garante ad un tempo della continuità congressuale e della discontinuità nella gestione; per contro Delle Foglie, che si è definito un «figlio del popolo», ha vestito nei fatti i panni dell’arbitro di un match estremamente difficile da condurre, in una fase storica che – come ha commentato – vede i corpi intermedi sempre più marginalizzati dalla politica e dall’economia.

Il giornalista ha sottolineato come dall’esperienza ecclesiale e professionale trarrà la «fedeltà a Dio e fedeltà all’uomo, al lavoro come cardine dell’azione associativa, insieme al diritto alla salute, che oggi è una priorità». Inoltre ha inanellato una serie di "più" come punti di riferimento della propria presidenza: «Più ecclesialità, più autonomia, più parità di genere, più collegialità, più condivisione, più uscita, più ascolto, più dialogo…».

Al momento della proclamazione il neo-presidente ha voluto sul palco al proprio fianco lo sfidante, sottolineando che «grazie a tutti abbiamo vissuto una pagina di vita democratica».

Delle Foglie raccoglie l’eredità di Carlo Costalli, il quale ha portato il movimento a 360mila iscritti e soprattutto ha lavorato per dargli un ruolo politico, mediatico ed ecclesiale che non aveva mai avuto dopo la scissione dalle Acli; ruolo riconosciuto dai numerosi incontri con papa Giovanni Paolo II e da quelli con Benedetto XVI e Francesco. Costalli ha portato il Mcl sulla scena internazionale, partecipando a iniziative di cooperazione come la costruzione di abitazioni per le famiglie bisognose a Gerusalemme e di un laboratorio culturale a Sarajevo.

Molto attivo nell’elaborazione delle proposte per il lavoro – forte il legame con Marco Biagi, il giuslavorista assassinato dai terroristi, e con il suo gruppo –, sul piano politico, il Mcl "costalliano" si è collocato quasi sempre al centro, con un occhio al mondo liberale. Tuttavia, mentre con il centrosinistra riusciva a dialogare, in nome della comune attenzione ai problemi del lavoro e alla centralità del lavoratore, la visione sovranista dello Stato in questo movimento non ha mai attecchito, per via delle radici democristiane che accomunano molti dirigenti.

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