mercoledì 28 luglio 2021
La tradizionale cerimonia del Ventaglio è stata l'occasione per il presidente della Repubblica per fare il punto su vaccini e riforme / TESTO E VIDEO
Mattarella alla cerimonia del Ventaglio

Mattarella alla cerimonia del Ventaglio - Ansa / Ufficio stampa del Quirinale

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La tradizionale cerimonia del Ventaglio è stata l'occasione per il presidente della Repubblica per fare il punto su vaccini e riforme. Sergio Mattarella ha prima ricordato i mesi drammatici che hanno segnato il Paese durante la prima fase della pandemia e poi durante la seconda ondata. Mese dopo mese però abbiamo assistito a una reazione che ha portato a ricostruire speranza e fiducia, attraverso quelle che il Presidente ha individuato come "due strade", ovvero "la vaccinazione e gli interventi di rilancio economico continuano a essere gli indispensabili strumenti per assicurare sicurezza e serenità".

IL TESTO

"La pandemia non è ancora alle nostre spalle - ha sottolineato Mattarella -. Il virus è mutato e si sta rivelando ancora più contagioso. Più si prolunga il tempo della sua ampia circolazione più frequenti e pericolose possono essere le sue mutazioni. Soltanto grazie ai vaccini siamo in grado di contenerlo. Il vaccino non ci rende invulnerabili, ma riduce grandemente la possibilità di contrarre il virus, la sua circolazione e la sua pericolosità. Per queste ragioni la vaccinazione è un dovere morale e civico".

"Senza attenzione e senso di responsabilità - è il ragionamento - rischiamo una nuova paralisi della vita sociale ed economica; nuove, diffuse chiusure; ulteriori, pesanti conseguenze per le famiglie e per le imprese". E anche la scuola è stata costretta a grandi sacrifici. Quindi "occorre tornare a una vita scolastica ordinata e colmare le lacune che si sono formate. Il regolare andamento del prossimo anno scolastico deve essere un’assoluta priorità. Gli insegnanti, le famiglie, tutti devono avvertire questa responsabilità, questo dovere, e corrispondervi con i loro comportamenti".

Ecco, il punto centrale è la responsabilità di ognuno. Per questo Mattarella ha continuato così: "Auspico fortemente che prevalga il senso di comunità, un senso di responsabilità collettiva. La libertà è condizione irrinunziabile, ma chi limita oggi la nostra libertà è il virus non gli strumenti e le regole per sconfiggerlo. Se la legge non dispone diversamente si può dire: 'In casa mia il vaccino non entra'. Ma questo non si può dire per ambienti comuni, non si può dire per gli spazi condivisi, dove le altre persone hanno il diritto che nessuno vi porti un alto pericolo di contagio; perché preferiscono dire: 'in casa mia non entra il virus'". Dobbiamo rispettare il diritto di ciascuno a non ammalarsi.

Poi il Capo dello Stato ha ricordato che dall'Unione Europea stanno per arrivare le prime risorse del programma Next Generation per ripartire: "Gli interventi e le riforme programmate devono adesso diventare realtà. Non possiamo fallire: è una prova che riguarda tutto il Paese, senza distinzioni. Quando si pongono in essere interventi di così ampia portata, destinati a incidere in profondità e con effetti duraturi, occorre praticare una grande capacità di ascolto e di mediazione. Ma poi bisogna essere in grado di assumere decisioni chiare ed efficaci, rispettando gli impegni assunti".

Un richiamo fermo alla forze politiche "perché continuino a lavorare nella doverosa considerazione del bene comune del Paese".

"Conto - ha concluso Mattarella - che non si smarrisca la consapevolezza della emergenza che tuttora l’Italia sta attraversando, dei gravi pericoli sui versanti sanitario, economico e sociale. Che non si pensi di averli alle spalle. Che non si rivolga attenzione prevalente a questioni non altrettanto pressanti. Abbiamo iniziato un cammino per uscire dalla crisi, ma siamo soltanto all’inizio. Ci siamo dati obiettivi ambiziosi e impegnativi, di medio e lungo periodo. Perseguirli con serietà e responsabilità significa anzitutto guardare con il necessario realismo all’orizzonte che abbiamo davanti".

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