sabato 12 dicembre 2020
La sentenza della Cassazione sulla trattativa Stato-Mafia
Calogero Mannino

Calogero Mannino - Archivio Ansa

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Assoluzione definitiva dell’ex ministro Calogero Mannino nel processo stralcio sulla cosiddetta “trattativa Statomafia”. I giudici della Sesta sezione penale della Cassazione hanno dichiarato inammissibile il ricorso proposto dai pm di Palermo contro il proscioglimento di Mannino emesso dalla Corte di Appello di Palermo il 22 luglio 2019.

L’ex esponente democristiano era accusato di minaccia a corpo politico dello Stato. Molto soddisfatto Mannino che parla di «una lunga via crucis durata 30 anni» e si dice convinto che in Italia «c’è ancora speranza» perché «ci sono magistrati liberi che procedono secondo le regole e rendono testimonianza di verità». Aggiungendo che la Cassazione «ha posto termine alle esercitazioni di fantasia che l’ossessione persecutoria di alcuni pm ha messo su carta in diversi processi nei quali sono stato sempre assolto».

Nel 1992 Mannino viene arrestato con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Nove mesi di carcere e tredici di arresti domiciliari, e nel 2001 la prima assoluzione «perché il fatto non sussiste».

Decisione ribaltata in appello nel 2003 con la condanna a 5 anni e 4 mesi. Nel 2005 è arrivato l’annullamento della sentenza da parte della Cassazione che scrive «nella sentenza di condanna di Mannino non c’è nulla». Il 22 ottobre 2008 un nuovo processo di appello assolve Mannino perché «il fatto non sussiste». Decisione confermata definitivamente 14 gennaio 2010 dalla Cassazione. Ma nel frattempo, Mannino è stato indagato nell’ambito del procedimento sulla trattativa. Il 24 luglio 2012 il pm Antonio Ingroia ne chiede il rinvio a giudizio. L’ex ministro chiede e ottiene il rito abbreviato. E il 4 novembre 2015 il gup di Palermo lo assolve per «non aver commesso il fatto». Sentenza confermata, in appello, il 22 luglio 2019 e ora dalla Cassazione.

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