Sei morti annegati e almeno un disperso. Una città ferita per sempre dallo tsunami d’acqua dolce a cui non tutti, nonostante l’allerta, avevano creduto. Il Feraggiano s’è ripreso il suo alveo, mangiandosi la strada che gli era stata costruita sopra. Il Bisagno ha fatto il resto, travolgendo la boscaglia che nel suo letto non avrebbe dovuto starci. Renata Briano, assessore regionale alla Protezione civile, in fondo se lo aspettava: «È un bollettino di guerra, una situazione davvero drammatica». Non è finita.L’allerta è stata dichiarata fino a lunedì. Le autorità invitano ad abbandonare le abitazioni dei piani inferiori e a non uscire di casa. Anche volendo, non ci sarebbe dove andare. Genova è isolata. Le stazioni ferroviarie allagate, l’autostrada inaccessibile, il traffico interdetto fino a lunedì in tutta la città, mentre le belle vie del centro sono ancora allagate fino ai balconi del primo piano, tanto da farle assomigliare – quando la notte nasconde il torbido della fanghiglia e annuncia un nuovo diluvio – a una Venezia del Levante.Tutto in venti minuti. "A mezzogiorno la scheda di rilevazione della Protezione civile – ha detto il sindaco Marta Vincenzi – indicava che l’acqua era alta un metro. Nessuna allerta, nessuna segnalazione particolare. Poi alle 12.17 si è arrivati a oltre 4 metri di altezza, un muro d’acqua addosso alle persone". Il primo ad accorgersene è stato uno dei volontari che da giorni monitorano le vene d’acqua che scorrono nel ventre del capoluogo. Non ha fatto in tempo a dare l’allarme che l’onda scesa dai monti e lo ha buttato faccia in giù. S’è salvato, e neanche lui sa come. Una quantità di pioggia mai vista: 356 millimetri, pari a un terzo delle precipitazioni di un intero anno.Francesco Plateroti, 45 anni, è l’eroe per caso di via Fereggiano. Un eroe disperato. Ha salvato la vita a un ragazzo a Domenico Sanfilippo, 15 anni, e a un sessantanne conosciuto come Ranieri. Avevano già il fango agli occhi, ma non ce l’ha fatta Francesco a strappare alla morte la mamma del ragazzo, la quarantenne Angela Chiaramonte, e le altre quattro vittime dello scantinato del suo condominio. Di un’altra donna, di circa cinquant’anni, non sono invece state rese note le generalità. Shpresa Djala, 28 anni di origini albanesi, aveva provato a portare al riparo Janissa e Gioia, le figlie di uno e otto anni. Finite lì nel tentativo di sfuggire al fiume che già aveva devastato la strada. “Le ho cercate, ho gridato, ma non c’erano più”. Inghiottite. Francesco fa il benzinaio in un impianto di Genova Ovest. Dopo il turno di notte, all’ora del disastro dormiva. “Mi ha svegliato il fracasso, mi ha chiamato mia sorella, abbiamo sentito gridare”. Domenico e “Ranieri” imploravano aiuto, entrambi aggrappati alla ringhiera del sottoscala, mentre il fango saliva e le sabbie mobili tiravano giù. Sotto di loro, oramai annegate, le altre quattro vittime erano state risucchiate. “Non riuscivo a tirare fuori quel ragazzo perché la corrente lo strappava via. Poi ho trovato un ramo, lo allungato e, non so come, l’ho tirato fuori”. L’anziano, invece, è rimasto laggiù. L’hanno salvato in ospedale, dov’era arrivato coi polmoni gonfi d’acqua e terriccio. Serena Costa, invece, non ce l’ha fatta. Aveva 19 anni ed era sul motorino con il fratello di 14, che era andata a prendere a scuola perché pioveva. Lui si è salvato. Lei l’hanno ritrovata in serata. Morta.Suor Antonietta sa che poteva andare peggio. Nell’istituto salesiano di Marassi gli studenti erano nel seminterrato per il pranzo delle dodici e mezza. Lei era in cortile: «Ho visto un’onda scura entrare di sorpresa. Sono corsa di sotto». Quando l’ultimo dei ragazzi era riuscito a raggiungere il primo piano, la piena aveva già sfondato le finestre dei locali mensa. Così in altre scuole, dove gli alunni sono stati portati di sopra e lì sono rimasti fino a sera, mentre in una palestra del centro in 130 sono stati condotti al sicuro e lì sono rimasti anche nella notte. Il Bisagno è classificato tra i torrenti a rischio nazionale. Il Feraggiano, che ha cambiato i connotati allo storico quartiere di Marassi, scorre senza pendenza per circa un chilometro e poi si getta a precipizio nel Bisagno. Il primo cittadino ha ribadito che torrenti e canali erano sgomberi, mentre il presidente della Regione, Claudio Burlando, ha sostenuto che i lavori di messa in sicurezza del Bisagno non erano stati completati. Le polemiche non fermano l’emergenza e i timori di nuove tragedie. "Stiamo valutando l’apertura di un fascicolo per i reati di omicidio colposo e disastro colposo, inizialmente a carico di ignoti", ha annunciato il procuratore capo facente funzioni Vincenzo Scolastico. L’inchiesta è affidata al pm Stefano Putto, che già oggi attente i primi dossier della polizia giudiziaria.In Liguria sono censite 8.392 frane, con un indice di franosità (rapporto tra aree interessate da eventi franosi e totale del territorio) pari all’8,4%, piu’ alto della media nazionale, che è del 6,9%. Se in provincia di La Spezia le frane censite sono 1.482, a Genova se ne contano 3.978.Stamani lo scenario da kolossal apocalittico potrebbe ripetersi. Prima però, c’è chi vuole dire grazie. «Non so come ho fatto a salvarmi, ringrazio due ragazzi che hanno sfondato il parabrezza e mi hanno aiutato a uscire», racconta singhiozzando Giovanni De Pellegrini, pensionato scampato all’onda di piena che ha invaso un sottopasso. Pochi attimi dopo la piena ha scaraventato la sua utilitaria decine di metri più a valle.