martedì 6 maggio 2014
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Il dibattito alla Luiss con Costanza Miriano si farà. Il Direttore generale della Luiss Lo Storto ha assicurato alla giornalista-scrittrice che l’incontro fatto saltare dalle pressioni di un’organizzazione studentesca Lgbt si farà. E senza che quest’ultima sia al tavolo dei relatori, come era stato concordato e come invece si era tentato di cambiare con un diktat («o accetti, o l’incontro si cancella»). «Bene, quello che conta per me è parlare di famiglia – commenta Miriano –. Trovo violento che quando si parla di famiglia si debba parlare di omosessualità. I problemi delle famiglie che conosco sono molti altri».Il fatto (Avvenire, 6 maggio 2014) «Un problema di equilibri tra organizzazioni studentesche», dicono. Fatto sta che alla Luiss non si riesce a parlare di famiglia. O meglio non se a farlo sono monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia, e soprattutto Costanza Miriano, giornalista Rai e scrittrice ("Sposati e sii sottomessa"). Dovevano farlo questo pomeriggio, martedì 6 maggio, alle 17 nell’Aula magna dell’Università di Roma, ma ieri pomeriggio alla giornalista è arrivata una mail da parte degli organizzatori in cui le si comunica che «purtroppo è subentrato un problema organizzativo e uno interno concernente gli equilibri delle diverse associazioni studentesche. Con la presente Le comunichiamo che non siamo in grado di garantire l’effettiva realizzazione dell’evento». Monsignor Paglia, colpito da un lutto familiare, ha declinato l’invito. Una censura preventiva nei confronti della Miriano? La Luiss fa presente che si trattava di un’iniziativa autorganizzata dagli studenti e non dall’Università: «Probabilmente hanno ritenuto opportuno soprassedere». Ma perché? La risposta sta forse nelle critiche preventive giunte nei giorni scorsi alla giornalista, "bollata" come "omofoba" per aver risposto in un’intervista radiofonica che «i bambini hanno bisogno di una madre femmina e di un padre maschio». «Ma se dire che i bambini hanno bisogno di una mamma e un papà è omofobia ed espone a possibili censure – commenta Costanza Miriano – c’è davvero di che preoccuparsi».
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