venerdì 11 agosto 2023
Dalla Cisl a Coldiretti: così sindacati, imprese e istituzioni proteggono la dignità e le condizioni delle persone impegnate nella raccolta. L'80% delle quali viene dall'Est
Vendemmia in Franciacorta. La Lombardia ha oltre 20mila ettari di vigneti: nel Bresciano e nel Pavese le aree principali

Vendemmia in Franciacorta. La Lombardia ha oltre 20mila ettari di vigneti: nel Bresciano e nel Pavese le aree principali - foto Fai Cisl

COMMENTA E CONDIVIDI

In Lombardia quest’anno la vendemmia, appena iniziata, promette di essere abbondante ma, soprattutto, sempre più “etica”. A questo mirano imprese, sindacati dei lavoratori e istituzioni che hanno messo a punto un meccanismo di reperimento della manodopera con un obiettivo: tutelare la dignità del lavoro ma anche i conti delle aziende.

«Tutto è nato qualche anno fa, dopo che le difficoltà per trovare vendemmiatori hanno iniziato a farsi insostenibili mettendo a rischio le stesse operazioni di raccolta», spiega Daniele Cavalleri, segretario generale Fai Cisl Lombardia, che precisa: «qui da noi la vendemmia deve essere fatta assolutamente a mano. Negli anni, però, i problemi di reperimento di manodopera sono cresciuti un po’ per l’introduzione di forme di reddito alternative e un po’ per la disaffezione nei confronti dei lavori agricoli. Senza contare la burocrazia da affrontare».

A prevalere nei vigneti sono stati sempre di più i lavoratori dell’Est, Romania e Polonia soprattutto. «Che arrivavano – ricorda Cavalleri – senza assistenza, controlli sanitari, alloggio. Tra il 2010 e il 2011 iniziavano anche in Lombardia a delinearsi situazioni di caporalato». È da queste condizioni che nel Bresciano Cgil, Cisl e Uil assieme a Coldiretti, Confagricoltura e Cia, all’Agenzia di tutela della salute (Ats), all’Inps e alla Direzione provinciale del lavoro hanno messo mano a “linee guida” per il lavoro agricolo con il coinvolgimento di cooperative (una decina in tutta la regione) che si occupano della raccolta di manodopera e una serie di severi controlli. Il meccanismo sembra essere ormai abbastanza diffuso anche nel resto della Lombardia.

Nei giorni della vendemmia, quindi, i lavoratori dall’Est arrivano in bus nelle aree di raccolta (soprattutto Bresciano e Pavese), vengono subito sottoposti a controlli sanitari (compresa la vaccinazione antitetanica), indirizzati in una serie di alberghi e quindi nei vigneti. Il contratto è quello dei lavoratori agricoli: otto euro lordi all’ora, giornata lavorativa di otto ore (straordinari e festivi pagati di più), tempo determinato per 15-20 giorni. Si pensa anche alle particolari condizioni in cui viene svolta la raccolta: nei vigneti sono collocati punti di ristoro e di protezione quando il caldo si fa troppo intenso. In alcuni casi, le aziende aggiungono anche benefici come l’indennità di trasferta. A pagare tutta l’organizzazione sono le imprese, con un meccanismo particolare basato sulla quantità di uva consegnata in cantina. Ci si muove per mezzo di appalti che comprendono: remunerazione del lavoratore, trasporti, vitto e alloggio, assistenza sanitaria e sindacale.

«Quest’anno – spiega Cavalleri – il costo per l’azienda è pari a trenta centesimi al chilo di uva, trenta euro al quintale. Per capire meglio, basta sapere che mediamente in una giornata una persona raccoglie otto quintali di prodotto». Nel Pavese, gli enti bilaterali imprese-sindacati pagano l’assistenza sanitaria. «In questo modo – conclude Cavalleri – noi tuteliamo la dignità di chi viene per lavorare e le imprese hanno la certezza di poter svolgere la vendemmia regolarmente. Quest’anno, seppur faticosamente, dovremmo riuscire a rispondere alle richieste di manodopera». In campo nelle due principali aree vitivinicole della Lombardia (Bresciano e Pavese), ci saranno oltre diecimila persone, l’80% dall’Est.

Stando alle valutazioni di Coldiretti Lombardia, quest’anno si dovrebbe raccogliere il 5% in più di uva nonostante la grandine e i nubifragi. Un’annata definitiva «soddisfacente» dal punto di vista della qualità dagli oltre ventimila ettari vitati destinati per il 90% circa a vini Doc, Docg e Itg. «Produzioni – sottolinea una nota diffusa da Coldiretti – sempre più apprezzate anche all’estero come testimonia il valore delle esportazioni regionali che nel 2022 hanno raggiunto il record storico sfiorando quota 320 milioni di euro». Per capire come andrà davvero la vendemmia occorre però aspettare l’andamento di agosto e di settembre.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI