venerdì 14 febbraio 2025
Una ha la leucemia acuta e una grave forma di bronchite, l'altra una cardiopatia congenita. Cristaldi: negli occhi dei familiari un mix di stanchezza e speranza. Onesti: qui accogliamo e curiamo
I bagagli sempre vicini, le paure: come stanno le bimbe arrivate da Gaza

Ufficio stampa Bambino Gesù

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Negli occhi di chi le ha accompagnate in un viaggio lungo quattro giorni, le madri e le sorelle, ci sono un mix di stanchezza e speranza. Accanto a loro, sempre, i bagagli che sono praticamente tutto ciò che hanno e rappresenta in sostanza tutta la loro casa. Le due bimbe di poco più di un anno arrivate giovedì sera dall'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma da Gaza hanno situazioni cliniche complesse. Una delle due, affetta da leucemia acuta e da una grave forma di polmonite bilaterale, è stata affidata all'équipe diretta dall’oncoematologo pediatrico Franco Locatelli ed è in prognosi riservata. L'altra, con cardiopatia congenita e alle spalle già un intervento, è stata invece ricoverata presso il reparto di Cardiologia guidato da Lorenzo Galletti. In queste ore vengono eseguiti approfondimenti diagnostici ed è in fase di valutazione l'iter terapeutico, in entrambi i casi di alta complessità. Nel frattempo però l’ospedale, a cui sono stati affidati casi complessi proprio per la sua riconosciuta eccellenza in ambito internazionale, ha accolto tutta la famiglia occupandosi anche dell’aspetto psicologico degli adulti oltre che di quello clinico dei pazienti.

«Quando sono arrivati in Pronto soccorso il primo pensiero è stato quello di stabilizzare le condizioni cliniche delle due piccole pazienti e di accogliere le loro famiglie con beni di prima necessità, grazie al nostro servizio di accoglienza e mediazione culturale, visto che le famiglie palestinesi parlano solo arabo», racconta il responsabile del reparto Sebastian Cristaldi, colpito soprattutto dall’estrema riservatezza delle donne. «Una delle due mamme si preoccupava di non separarsi mai dai bagagli perché diceva che lì aveva il latte per la figlia – racconta – non sapendo che qui in ospedale avremmo pensato anche noi alla sua alimentazione». Poi, una volta compreso che poteva fidarsi, «si è sciolta in un sorriso e a seguire soprattutto l’altra figlia maggiore sorrideva ed era più espansiva con tutti». Anche quando venivano dati loro acqua e cibo, «in particolare una di loro, la sorella adolescente di una delle bambine, guardava sempre la madre prima di decidere se accettare o meno».

Con i pazienti arrivati ieri sera, sono 11 i minori palestinesi finora presi in carico dall'Ospedale della Santa Sede dall'inizio del conflitto il 7 settembre del 2023. «L'Ospedale Bambino Gesù - ricorda il presidente del Bambino Gesù, Tiziano Onesti - è sempre pronto ad accogliere i bambini e i ragazzi bisognosi di cure da tutto il mondo, soprattutto quelli provenienti da aree colpite da conflitti. In linea con il mandato di solidarietà di Papa Francesco, il nostro impegno è accogliere, curare e offrire speranza, prendendoci cura non solo dei piccoli pazienti, ma anche delle loro famiglie, perché la salute e la dignità di ogni bambino non conoscano confini».

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