mercoledì 2 ottobre 2019
Il ministro degli affari regionali: entro fine anno la mia proposta sull’autonomia. Con M5s e Leu sarà un’alleanza sociale stabile
La difesa della prima manovra giallorossa: «Critiche ingiuste, due mesi fa eravamo nel pantano» Sul crocifisso in classe: «Toglierlo non rappresenta la storia dell’Italia» Le tensioni politiche sulla Nadef: «Renzi? Chi difende il contante è in malafede Penoso spacciare le simulazioni fatte dai tecnici per decisioni già prese»

La difesa della prima manovra giallorossa: «Critiche ingiuste, due mesi fa eravamo nel pantano» Sul crocifisso in classe: «Toglierlo non rappresenta la storia dell’Italia» Le tensioni politiche sulla Nadef: «Renzi? Chi difende il contante è in malafede Penoso spacciare le simulazioni fatte dai tecnici per decisioni già prese»

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Scorre le agenzie Francesco Boccia. Si ferma sui comunicati stampa delle parti sociali, per lo più critici verso il governo e la Nadef. Il volto del ministro agli Affari regionali non riesce a nascondere stupore: «Questo Paese due mesi fa era sulle montagne russe, isolato dall’Europa, con lo spread stabilmente sopra i 200 punti. Un Paese portato a zero, nelle sabbie mobili. Ora c’è un governo che si carica sulle spalle l’eredità dell’Iva che gli ha lasciato Salvini, che mette mano a una manovra seria e semplice senza pensare a slogan, tweet e sondaggi, senza raccontare frottole. No, non capisco questi giudizi preventivi. Non ci sono i fuochi d’artificio? A me sembra una buona notizia».

Forse, ministro, c’è voglia di una svolta e non la si vede ancora...
L’Italia ha bisogno innanzitutto di tranquillità, di un sentiero solido, sereno e graduale di crescita.

Dovreste dirvelo nelle riunioni di maggioranza, visto che il bombardamento contro una certa timidezza della Nadef nasce da dentro. Guardi cos’è successo sull’Iva...
Sull’Iva non è successo assolutamente nulla. Anzi, una sola cosa è successa: è ripartito quel meccanismo che io reputo penoso di veline e soffiate ai giornali al fine di far scrivere cose false.

Ma l’idea della rimodulazione Iva non è un’invenzione, ne ha parlato Gualtieri, ne parla anche lei...
Ogni volta che si mette mano alla manovra i tecnici fanno centinaia e centinaia di simulazioni. Spacciare queste simulazioni per decisioni già prese è un’operazione, lo ripeto ancora, penosa. E mi rammarico perché tutto accade in un clima estremamente positivo nel Cdm, con Pd, M5s e Leu che insieme costituiscono un’alleanza sociale per il futuro.

C’è anche Italia viva in maggioranza, ricorda?
Sa, io come ministro giro le Regioni e lì Italia viva non c’è. Ci sono invece i gruppi del Pd, del Movimento e di Leu che stanno dando un serio contributo per rendere la nostra alleanza stabile.

Renzi è un estraneo in questa maggioranza?
Non entro in polemica con Renzi. Dico soltanto che fuori dalla sinistra c’è solo la destra. Chi coltiva ambizioni veterocentriste guarda al mondo con gli occhi del passato. Non esistono 'spazi politici', esistono valori e principi.

Però sull’Iva e sul contante Renzi è riuscito a mettervi in difficoltà...
Chi difende il contante è in malafede. E per quanto riguarda le rimodulazioni Iva, si faranno perché oggi in questa imposta ci sono situazioni ingiuste. Così come rimettere a posto il catasto entro la legislatura, sebbene non in questa legge di bilancio, è un dovere. Chi vive a Centocelle ha il diritto di pagare in proporzione molto meno di chi vive in via Condotti. O spacciamo tutte le case come uguali? Siamo la sinistra non la destra. Accadrà quanto già avvenuto con la fatturazione elettronica: Salvini ha protestato nelle piazze con Meloni ma poi al governo l’ha mantenuta perché è una cosa giusta. Io posso pure accettare che Salvini ora lanci slogan vuoti contro un’Iva più giusta, contro un catasto più giusto, contro l’incentivazione dei pagamenti elettronici. Lui fa così. Mi spiace e mi fa riflettere che lo faccia Renzi: ma da che parte sta?

Sia sincero, al Pd brucia dover ridurre il taglio alla tasse dei lavoratori per l’'impuntatura' di Renzi.
Il taglio delle tasse lo faremo, gradualmente ma lo faremo.

Lei è atteso con i guantoni sul ring dell’Autonomia: è pronto a smentire chi la ritiene il potenziale 'affossatore' della proposta?
Ho già incontrato 5 Regioni e nel prossimo mese completo il giro. Entro fine anno avremo la nostra proposta nazionale. E stavolta non partiremo dalla spesa storica ma dai Lep, dai Livelli essenziali delle prestazioni che aspettano una definizione da 18 anni. Prima definiamo i Lep, poi dai Lep facciamo discendere l’Autonomia. In questo modo lo Stato potrà intervenire con fondi pluriennali per tutte le aree in cui c’è ritardo di sviluppo. Sarà un progetto per combattere le disuguaglianze non per ampliarle. E per il Sud l’uso delle risorse europee sarà aggiuntivo e non sostitutivo di quelle statali.

Vive questo governo anche come un suo successo politico?
Credo fermamente in una coalizione sociale con M5s e Leu. E ha ragione Zingaretti quando dice «no» al proporzionale puro, bisogna andare verso un’alleanza stabile, altrimenti si fa la fine di Macron in Francia, stretto tra destra sovranista e gilet gialli. C’è fiducia massima nel lavoro che sta facendo il segretario.

È cambiato il governo ma ogni giorno c’è un 'fuori tema': adesso il crocifisso nelle classi...
Lo dico da cattolico che ha sempre difesa la laicità dello Stato: togliere una croce dal muro di una classe non rappresenta la storia dell’Italia. Un sano orgoglio della nostra identità culturale non fa male a nessuno. E se con il crocifisso ci mettiamo la foto di Mattarella e una copia della Costituzione completiamo l’opera, senza alterare la suscettibilità di nessuno.

Ius culturae e voto ai 16enni, quali di questi due temi potrà andare davvero avanti?
Io dico prima lo ius culturae, l’assenza di questa legge nell’ordinamento indigna i nostri figli.

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