martedì 10 novembre 2020
Michele Cucchi nel 2014 è salito in vetta al K2. Ora coordina una missione nel Parco nazionale del Karakorum per aiutare i villaggi
La guida alpina tornata in Pakistan per portare cibo alla popolazione
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Un viaggio che nasce dal cuore e che parla al cuore. Ne sono protagonisti alcuni appassionati della montagna capitanati da Michele Cucchi, guida alpina tra i ghiacciai del Monte Rosa, che nel 2014 è salito in vetta al K2. Da alcuni giorni stanno percorrendo le strade impervie che collegano alcuni villaggi del Balgistan, nel Parco nazionale del Karakorum in Pakistan, per distribuire cibo e medicinali alle popolazioni locali duramente colpite dalla crisi economica figlia della pandemia da Covid-19.

Michele Cucchi

Michele Cucchi - .


Gente che vive a 3mila metri di altitudine e che campava grazie agli introiti derivanti dal turismo. In otto anni il flusso di visitatori pakistani era passato da 35mila ai 2 milioni del 2019, ora gli arrivi si sono quasi azzerati e i 10mila tra trekker e alpinisti internazionali che annualmente visitano le montagne più sel- vagge del mondo non sono arrivati.

E per molto tempo non arriveranno. L’emergenza più drammatica è quella che ha colpito i portatori e il personale impiegato nei servizi turistici, di pulizia, cucina e trasporti, lasciando senza reddito migliaia di famiglie. Il Parco nazionale del Karakorum, il più alto del mondo, si estende su un’area di 10mila chilometri quadrati, contiene 711 ghiacciai, è la maggiore riserva d’acqua dell’Asia ed è un condensato di storia, cultura e biodiversità che ospita alcune specie animali in via di estinzione come il leopardo delle nevi, la lince himalayana, la pecora Marco Polo. Nel Parco si trova il K2, la seconda vetta più alta del mondo, che Michele Cucchi ha scalato nel 2014 in occasione del sessantesimo anniversario della storica conquista di quella vetta da parte della spedizione italiana guidata da Ardito Desio. E il Parco è da anni al centro di iniziative scientifiche e umanitarie promosse da nostri connazionali.

La spedizione in corso in questi giorni viene realizzata grazie a una raccolta di fondi lanciata dalle associazioni Cuore Attivo Monterosa ODV e EvK2CNR: con il denaro raccolto sono stati comprati alimenti essenziali – riso, lenticchie, tè, olio, latte in polvere, spezie – e medicinali per rifornire i dispensari locali. Della comitiva partita dall’Italia fa parte anche una dottoressa, che insieme a un collega pakistano messo a disposizione dal governo locale svolge un’attività di screening sanitario.

«Con le provviste che stiamo trasportando con i fuoristrada riusciamo a malapena a coprire il fabbisogno per affrontare l’inverno, che qui è molto rigido – racconta al telefono Michele Cucchi –. In questi giorni abbiamo visitato venti villaggi, l’affetto con cui questa gente ci accoglie e la gratitudine che esprime ci riempie il cuore. La nostra missione è un segno dell’amicizia nata in questi anni tra noi genti della montagna, una mano tesa da alpinisti a portatori, un modo per alimentare la speranza di queste popolazioni». Nella scalata al K2 realizzata nel 2014 i pachistani, solitamente utilizzati come portatori d’alta quota a supporto delle spedizioni internazionali, erano stati invece i principali protagonisti dell’impresa, arrivando in vetta insieme a Michele Cucchi e agli altri italiani compagni di avventura.

L’esperienza viene descritta nella mostra 'Siamo in cima! La vetta del K2 e i volti di un popolo', realizzata per l’edizione 2020 del Meeting di Rimini, dove si racconta l’impresa alpinistica e l’amicizia nata tra italiani e pachistani, un’amicizia che negli anni ha portato a sviluppare progetti di sviluppo sociale e ambientale, e in questi giorni a intraprendere la missione umanitaria che rientrerà in Italia il 19 novembre.

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