lunedì 13 aprile 2020
Le autorità smentiscono il naufragio. Ma non forniscono le prove. E si scoprono altre partenze mai comunicate ufficialmente. Appello della chiesa di Malta al governo: "Soccorreteli"
L' SOS disperato dal barcone disperso. Giallo sugli interventi in mare
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Mentre la Guardia costiera Italiana e l'agenzia Frontex negano di essere al corrente di naufragi nel Mediterraneo, emergono nuovi dubbi sulla sorte di almeno due barconi. Sia l'Italia che l'agenzia Ue per i confini non sono in grado di fornire informazioni circostanziate, limitandosi a ipotizzare "verosimilmente" un intervento della cosiddetta Guardia costiera libica. Che però non conferma e non smentisce.

Intanto la Chiesa Maltese è intervenuta con un'appello urgente al Presidente della Repubblica e al governo: "Chiediamo un intervento urgente per salvare le vite nelle prossime ore, ribadendo l’appoggio concreto della Chiesa a Malta. Con ogni benedizione", ha scritto l'arcivescovo Charles Scicluna in un messaggio con il quale spera di ottenere soccorsi immediati della Guardia costiera e della Marina maltese per ritrovare i barconi dispersi e mettere i migranti al sicuro prima che arrivi l'annunciata tempesta in mare.

Nelle ultime ore Alarm Phone ha perso i contatti con 3 delle 4 navi di fortuna in avaria che da giorni chiedono aiuto. Dal quarto natante, quello con cui Alarm Phone è riuscita a parlare con un ultimo messaggio prima del blackout, una donna riferisce di 47 persone a bordo, senza più cibo né acqua, di cui almeno 5 prive di sensi.

Nel drammatico audio raccolto da Alarm Phone si ascolta la testimonianza di una donna di 21 anni, incinta, a bordo di una delle imbarcazioni in avaria con il figlio di 7 anni. Le condizioni del mare stanno peggiorando e di loro non c'è ancora alcuna altra notizia certa.

Intanto la nave di soccorso Aita Mari, della ONG basca Salvamento Maritimo Humanitario, ha deviato la sua rotta di trasferimento da Siracusa verso la Spagna per recarsi sul posto e avviare le ricerche. Nel corso della navigazione ha individuato un gommone con 55 persone di cui 5 in stato di incoscienza. Non si sa ancora se si tratta della barca dispersa o di un secondo gommone di cui non si avevano più notizie da ieri.

Ieri Sea Watch e Alrm Phone avevano parlato di un barcone ribaltato, fotografato da un aereo militare europeo. "Il mezzo ripreso da un velivolo Frontex e segnalato quale pericolo per la navigazione, era un gommone alla deriva, in area Sar libica, senza motore, verosimilmente oggetto, nei giorni scorsi, di un intervento di soccorso avvenuto da parte delle competenti autorità libiche, che hanno successivamente lasciato il natante vuoto alla deriva, traendo in salvo i migranti che si trovavano a bordo". Lo precisa la Guardia Costiera italiana "in merito al presunto naufragio di un gommone con migranti a bordo, reso noto ieri dall’Ong Sea Watch”. Dalle immagini trasmesse “non si rileva la presenza di corpi, relitti o oggetti galleggianti in mare, nelle vicinanze del gommone né nell’area circostante, che possano far pensare ad un recente naufragio", conclude la Guardia Costiera.
La nota, dunque, conferma l’esistenza di foto e di informazioni note alle autorità ma rese pubbliche solo dopo l’intervento delle Ong e dei media. La cosiddetta Guardia costiera libica, peraltro, non fornisce informazioni aggiornate sugli interventi in mare e nulla si sa della sorte dei migranti. Destino, a quanto pare, parzialmente noto alle autorità italiane ed europee che continuano a non divulgare informazioni se non quando costrette dalla pressione mediatica.
Tuttavia manca all’appello almeno un barcone, due secondo le Ong. "Ventiquattro ore fa abbiamo perso il contatto con una barca: a bordo circa 55 persone”, spiega Alrm Phone che in base all’ultima posizione gps ricevuta ha realizzato una proiezione di traiettoria che tiene conto del vento e delle correnti. “Non possiamo garantire che la barca sia lì, non sappiamo nemmeno se sono ancora vivi”, aggiunge l’organizzazione. L’ufficio stampa di Frontex, interpellato dal giornalista Lorenzo D’Agostino, ha comunicato domenica sera di aver avvistato "quattro barche con migranti a bordo" da venerdì 10 aprile, ma nessuna comunicazione era stata resa pubblica prima di ieri sera. Una di esse, secondo quanto riportato dall’Agenzia europea, sarebbe quella arrivata autonomamente a Pozzallo. Altri due gommoni sarebbero stati nuovamente avvistati ieri, domenica 12 aprile, in area di competenza maltese. Non ci sarebbero stati ulteriori avvistamenti della quarta imbarcazione. Che tuttora risulta dispersa.
“A quale caso si riferisce l’avvistamento del gommone semiaffondato di domenica 12 aprile? Perché Frontex - si domanda Sea Watch in un nota - ieri afferma che i due gommoni con persone a bordo alla deriva siano stati gli unici avvistamenti? Su che base le autorità commentano che non vi sia stato alcun naufragio senza confermare l’avvenuto soccorso del gommone in questione e fornire relative informazioni?”. Perciò “chiediamo conferma del fatto che queste persone siano vive”.

Il caso si trascina dietro il rischio di una nuova pesante indagine giudiziaria. “Se Frontex ha informato le autorità Ue e della zona Sar competente, siamo in presenza - sostiene Sea Watch - di una violazione del principio di diritto internazionale relativo all’obbligo di soccorso da parte delle autorità in questione, che non sono intervenute nonostante la presenza in mare da due giorni di imbarcazioni in pericolo”. I tracciati dei voli aerei di Frontex, rivelati dal giornalista di Radio Radicale Sergio Scandura, confermano un’intensa attività di pattugliamento e ricerca, anche a bassa quota. Ma mai da Frontex né dalle Guardie costiere di Italia e Malta come del resto Eunavformed viene emessa alcuna tempestiva nota informativa per chiarire in tempo reale quale sia la situazione nel Canale di Sicilia e in Libia, da cui i barconi continuano a salpare approfittando del conflitto e dei "silenzi" delle autorità europee.

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