Attacco a Mosca, accuse a Israele, la citazione di Francesco: le parole di Meloni
di Diego Motta
La premier: Mosca ha violato l'integrità di un altro Stato, Tel Aviv ha superato il limite del principio di proporzionalità. Ribadito l'asse con Trump, passaggio sulla terza guerra mondiale a pezz

Un duro attacco alla Russia per aver inferto «una ferita profonda al diritto internazionale» e critiche a Israele per aver «superato il limite del principio di proporzionalità» nella sua reazione ad Hamas. Sono i due passaggi-chiave, dal punto di vista della diplomazia, dell'intervento (in italiano) della presidente del Consiglio Giorgia Meloni all' Assemblea generale dell'Onu, durato 16 minuti nella notte tra mercoledì e giovedì. Un discorso nel quale la premier ha trovato modo anche di ribadire le proprie posizioni rispetto alle «anacronistiche» convenzioni internazionali su migrazione e asilo che, «quando vengono interpretate in modo ideologico e unidirezionale da magistrature politicizzate, finiscono per calpestare il diritto, invece di affermarlo».
La presidente del Consiglio ha anche citato Bergoglio e ha invitato a contrastare le persecuzioni religiose («prevalentemente di cristiani»). «Lo scenario che ci troviamo di fronte - ha detto - è quello che papa Francesco descrisse con rara efficacia: una "terza guerra mondiale" combattuta "a pezzi"».
Toni molto duri sono stati ribaditi contro la Russia di Putin, contro cui la premier ha puntato subito il dito, ricordando che che «ha deliberatamente calpestato l'articolo 2 dello Statuto dell'Onu, violando l'integrità e l'indipendenza politica di un altro Stato sovrano, con la volontà di annetterne il territorio. E ancora oggi non si mostra disponibile ad accogliere seriamente alcun invito a sedersi al tavolo della pace». Per Meloni si tratta di una «ferita profonda inferta al diritto internazionale» che «ha scatenato effetti destabilizzanti molto oltre i confini nei quali si consuma quella guerra. Il conflitto in Ucraina ha riacceso, e fatto detonare, diversi altri focolai di crisi. Mentre le Nazioni Unite si sono ulteriormente disunite».
Riguardo a Israele, dopo aver condannato gli attacchi di Hamas del 7 ottobre, il presidente del Consiglio si è concentrata sulla violazione del «limite del principio di proporzionalità». Una «scelta che l'Italia ha più volte definito inaccettabile, e che porterà al nostro voto favorevole su alcune delle sanzioni proposte dalla Commissione europea verso Israele». La premier ha quindi invitato Tel Aviv ad «uscire dalla trappola di questa guerra: lo deve fare per la storia del popolo ebraico, per la sua democrazia, per gli innocenti, per i valori universali del mondo libero di cui fa parte». La presidente del Consiglio ha detto di ritenere che «Israele non abbia il diritto di impedire che domani nasca uno Stato palestinese, né di costruire nuovi insediamenti in Cisgiordania al fine di impedirlo. Per questo abbiamo sottoscritto la Dichiarazione di New York sulla soluzione dei due Stati», ha spiegato ribadendo però che «il riconoscimento della Palestina deve avere due precondizioni irrinunciabili»: il rilascio di tutti gli ostaggi e l'esclusione di Hamas da ruoli di governo.
Per il resto, nel mirino è finita, come già sottolineato dal presidente americano Donald Trump, l'inadeguatezza dell'architettura dell'Onu. «Pace, dialogo, diplomazia sembrano non riuscire più a convincere e a vincere. L'uso della forza prevale in troppe occasioni». La leader italiana ha detto, probabilmente pensando anche allo scenario di proteste in atto su Gaza in Italia e in Europa, che «per chiudere una guerra servono soluzioni concrete, perché la pace non si costruisce solo con gli appelli, o con proclami ideologici accolti da chi la pace non la vuole». La sintonia con gli Usa è stata infine ribadita quando Meloni ha sottolineato di ritenere «molto interessanti le proposte che il presidente degli Stati Uniti ha discusso con i Paesi arabi in queste ore», dicendosi pronta «ovviamente a dare una mano».
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