martedì 29 settembre 2015
Cesare Tavella era un cooperante, è stato colpito a morte mentre faceva jogging. Si indaga sulla presunta rivendicazione dello Stato islamico.
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Un agguato, tre colpi mortali. E l’ombra dell’estremismo islamico. Un italiano, Cesare Tavella, è stato ucciso nel pomeriggio di ieri (tra le 18 e le 19 locali) nella capitale del Bangladesh, Dacca. Secondo le prime ricostruzioni, Tavella, 51 anni, project manager della Icco Cooperation, ong olandese impegnata in progetti di sviluppo rurale e alimentazione, è stato colpito da tre proiettili sparati da ignoti fuggiti in motocicletta. L’assassinio è avvenuto nel quartiere di Gulshan, dove si trovano ambasciate, uffici, residenze, negozi e ristoranti. Un testimone, ex sergente dell’esercito e ora impiegato nel servizio di sicurezza dell’area, ha raccontato di aver visto Tavella camminare all’altezza della villa del governatore della Bangladesh Bank, in tenuta da jogging. «Ho visto due persone camminare dietro di lui – ha raccontato a bdnews24.com, sito giornalistico di Dacca – mentre una terza era ferma in fondo, dove aveva parcheggiato una moto davanti al German Development Cooperation Building. I lampioni erano spenti». A un certo punto uno dei due ha sparato alle spalle di Tavella. «Ho sentito tre colpi. Gli assalitori non hanno preso nulla, nemmeno il cellulare. Sembrava un agguato pianificato». Tavella è stato trasportato in ospedale, dove è stato dichiarato morto. I colpi lo avrebbero raggiunto all’addome, alla mano destra e al gomito sinistro. Il portavoce della polizia ha detto che le ragioni dell’agguato non sono chiare. In serata Rita Katz, direttore del sito di intelligence Site, ha riportato che l’omicidio è stato rivendicato dall’Is: «In un’operazione di alto livello eseguita dai soldati del Califfato del Bangladesh – recita la rivendicazione – un’unita di sicurezza ha colpito il crociato Cesare Tavella dopo averlo inseguito in una delle vie di Dacca ed è stato ucciso con una pistola con il silenziatore per la volontà di Dio. Avvisiamo i cittadini dell’alleanza crociata che non avranno nessuna sicurezza nella casa dell’Islam e che questo è solo l’inizio». Al momento, però, mancano conferme ufficiali. Verifiche sono in corso, ma fonti dell’intelligence italiana evidenziano margini di ambiguità nella rivendicazione. La Farnesina per ora si è limitata a confermare il decesso del connazionale. Il Foreign Office britannico proprio ieri aveva messo in allerta i propri connazionali dalla minaccia terroristica nel paese, riferendo di «informazioni affidabili » secondo cui «militanti potrebbero pianificare di colpire interessi occidentali in Bangladesh». Allarmi erano giunti anche da Stati Uniti e Spagna. L’agguato è arrivato il giorno dopo che la squadra australiana di cricket aveva annunciato di posticipare la propria partenza per un tour di tre settimane a causa dei timori di iniziative di estremisti islamici. Il Bangladesh, paese in cui è maggioritario un islam moderato, sta registrando una crescente attività dello Stato islamico. L’escalation di violenza è stata contrassegnata da una serie di assassini, tra febbraio e agosto, di blogger atei. Cesare Tavella, nato a Torino, si era trasferito con la famiglia a Milano. Laureato in agraria, dal 1993 lavorava come cooperante in varie ong. Ha avuto esperienze in Corea del Nord, Somalia, Sudan, Yemen. Racconta l’amico Enrico Saviotti di Ravenna, direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali della diocesi di Ravenna-Cervia: «L’ho visto l’ultima volta tre settimane fa e mi aveva raccontato che, dopo essere stato in Paesi pericolosi, in Bangladesh si sentiva sicuro. Era un cittadino del mondo con la passione del lavoro, finalizzato a risolvere i problemi dell’alimentazione umana». Tavella, che in Italia viveva a Casola Valsenio, nel Ravennate, lascia la figlia Irene cui era legatissimo, che vive in Piemonte con l’ex moglie, e i genitori. Ha collaborato Quinto Cappelli
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