martedì 17 dicembre 2019
Si tratterebbe del primo contagio avvenuto in laboratorio con un virus ricreato in vitro e non circolante nella popolazione. La giovane ha denunciato due Atenei
Archivio

Archivio - Ansa

COMMENTA E CONDIVIDI

Una giovane ricercatrice avrebbe contratto il virus Hiv nel corso della sua attività di ricerca in una Università europea. La notizia, tenuta sotto stretto riserbo dall'avvocato difensore Antonio Serpetti del foro di Milano, se confermata, al di là degli evidenti risvolti personali, avrebbe una notevole eco anche a livello scientifico segnando il primo contagio avvenuto in laboratorio con un virus ricreato in vitro e non circolante nella popolazione.

Chiamate in causa sono una Università europea, dove sarebbe avvenuto il contagio secondo le ricostruzioni e le perizie di parte effettuate dall'avvocato Serpetti, e un Ateneo italiano da cui la giovane era partita. La vicenda ora approderà al Tribunale di Padova, foro competente per area territoriale. "Per quello che riguarda le nostre valutazioni, valutazioni molto specialistiche - ha spiegato all'Agi l'avvocato Serpetti - sembrano confortarci nell'identificare quello contratto dalla mia assistita come un virus di laboratorio non circolante in popolazione. L'unica realistica possibilità è quindi quella del contagio".

Un episodio, ha raccontato lei stessa, che le ha distrutto la vita. Ora la donna si è sostanzialmente costruita una vita "parallela", nascondendo la sua condizione alla maggior parte delle persone con cui entra in contatto.

Stando alla sequenza genetica della perizia di parte, il virus che l'ha colpita non circola tra la popolazione, ma corrisponde a quelli costruiti in laboratorio. Quindi il contagio potrebbe essere avvenuto proprio durante l'attività di ricerca. La vicenda giudiziaria è nelle fasi preliminari, anche se i giudici hanno già fissato la prima udienza; per l'avvocato Serpetti l'Hiv da laboratorio "è curabile ma con più difficoltà, perché i farmaci disponibili sono stati sviluppati sui virus circolanti".

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: