mercoledì 15 aprile 2020
Blitz della Finanza nelle strutture milanesi per anziani. Indagini in Marche, Abruzzo, Puglia e Piemonte. In Calabria paese blindato per timori di contagio da una casa di cura
Un’ambulanza esce dal Pio Albergo Trivulzio durante le perquisizioni della Finanza. A Torino le proteste degli operatori

Un’ambulanza esce dal Pio Albergo Trivulzio durante le perquisizioni della Finanza. A Torino le proteste degli operatori - Ansa

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Inchieste Rsa, effetto domino. Le Procure si mobilitano dopo il caso del Pio Albergo Trivulzio di Milano, un grimaldello che sta smontando l’intera rete dell’assistenza sociosanitaria agli anziani in Italia per poterci guardare dentro: troppi morti e infettati da Covid-19 nelle case di riposo. Ora tutte le strutture della Lombardia sono al setaccio. Magistrati in azione anche a Pesaro, Bari, Sulmona e nel Piemonte.

Lombardia sotto inchiesta. Dall’inizio dell’epidemia ad oggi, solo a Milano e dintorni, sono state 1.822 le vittime, tra le 3.859 che l’Istituto superiore di sanità ha rilevato a livello nazionale: l’ondata delle inchieste è partita non a caso dal capoluogo meneghino dove, oltre alla “Baggina”, nel mirino dei procuratori sono entrati in prima battuta anche l’Istituto Palazzolo Don Gnocchi (4 indagati) e le strutture per la terza età di Mediglia, Corvetto, Anni Azzurri San Faustino di Lambrate e Sacra Famiglia di Cesano Boscone. E da ieri il cerchio delle indagini si è allargato ad Affori, Settimo Milanese e alle province di Monza, Varese, Como, Lecco, Sondrio, Cremona, dove i pm delle rispettive Procure cercano di capire se decessi e contagi, anche tra il personale, siano dovuti a responsabilità per colpa di gestori e amministratori delle Residenza socio-assistenziali.

Le ipotesi di reato su cui si concentrano le investigazioni sono per tutti le stesse: epidemia colposa e omicidio plurimo colposo. Ci sono stati comportamenti di «negligenza, imperizia, imprudenza o inosservanza di leggi»? E, in particolare, sono state rispettate le misure di sicurezza come l’adozione delle mascherine e la chiusura delle visite esterne? Ma si indaga anche sulle direttive della Regione Lombardia emesse in conseguenza della delibera di giunta dell’8 marzo dove si chiedeva alle Ats, le aziende territoriali della sanità, di individuare nelle case di riposo spazi (benché «autonomi») per assistere pazienti Covid 19 a bassa intensità. È come accendere la miccia in un arsenale: gli anziani sono i soggetti più esposti al corona- virus. E le Rsa che hanno detto sì alla richiesta avrebbero avuto in cambio dalla giunta regionale il pagamento di una retta da 150 euro al giorno per ogni paziente accettato.

Perquisizioni e denunce. Ieri la Guardia di Finanza ha requisito al Trivulzio cartelle cliniche, relazioni tecniche, pc e documentazioni sui tamponi effettuati mentre il direttore generale Giuseppe Calicchio, indagato per le oltre 100 morti sospette, attende di essere interrogato dai pm milanesi del pool guidato dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano. Perquisizioni, ieri, anche al Don Gnocchi. Intanto, a Bergamo, la Cgil accusa: «Nella nostra provincia hanno perso la vita 1.500 anziani, il 25% degli ospiti delle 65 Rsa esistenti». Nella Bergamasca, dopo segnalazioni di dipendenti e familiari dei degenti, in una quindicina di strutture sono in corso ispezioni dei Nas, che agiscono da Pasqua anche nel Bresciano.

Altri fascicoli nelle Procure. Ma, come detto, la macchina giudiziaria si muove per le stesse ragioni anche nel resto del Paese. A Pesaro (23 morti su 80 in pochi giorni a Casa Aura) e a Fano, le nuove inchieste che si aggiungono a quelle già avviate ad Ancona e Macerata (per le strutture di Cingoli, Recanati, Castelraimondo e Corridonia). Nelle Marche lo stesso governatore Luca Ceriscioli aveva parlato, a proposito della gestione dell’emergenza nelle Rsa del territorio, di «sottovalutazioni ed errori». Fascicolo conoscitivo aperto dalla Procura anche a Bari dove l’attenzione è rivolta alle sedi della Don Guanella e di Villa Giovanna, al centro Nuova Fenice di Noicattaro e al centro di riabilitazione Giovanni Paolo II di Putignano, con accertamenti eseguiti dai carabineri del Nas. Alla casa di riposo San Raffaele di Sulmona (L’Aquila), 40 casi positivi tra personale e parenti: la Procura cerca di fare luce sul perché ed è sulle tracce di una “paziente zero”, un’ospite proveniente da Bergamo che, ammalatasi di Covid-19, è stata ricoverata a Chieti dove è morta.

Monitoraggi e nuovi focolai. Boom di contagi rilevato pure nelle Rsa del Lazio dove sono in corso monitoraggi nelle Rsa: individuati tre i nuovi cluster, a Rocca di Papa, Fiano Romano e Campagnano. Nelle Rsa di Bologna: 32 operatori asintomatici sono stati messi in isolamento, 20 anziani ricoverati in terapia intensiva. In Calabria, il presidente della Regione, Jole Santelli ha chiuso con un’ordinanza tutto il comune di Torano Castello, nel Cosentino, a causa delle infezioni che hanno colpito il personale della casa di cura Villa Torano. Un focolaio che rischia di diffondersi nel paese diventato quindi “zona rossa”: vietati l’ingresso e l’uscita dal territorio comunale. In Piemonte (450 vittime), si indaga a Torino, Vercelli, Biella, Novara, Cuneo. Ieri mattina a Carmagnola gli operatori della “Sant’Antonio” hanno chiesto i tamponi rifiutandosi altrimenti di entrare al lavoro. Erano rimasti solo in quattro a fare i turni. Un équipe dell’ospedale Molinette ha eseguito i test ai dipendenti, che poi sono tornati in servizio.

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