sabato 9 dicembre 2023
Il rogo partito dall'esterno, sul retro della struttura. La vicinanza del vescovo Parmeggiani e della Chiesa Tiburtina. Il cordoglio della premier Meloni. Chiesta maxiconsulenza dalla procura
In fiamme l'ospedale di Tivoli, morti 3 pazienti. La preghiera del vescovo
COMMENTA E CONDIVIDI

Sono partite dall'esterno, dal retro della struttura, le fiamme divampate all'ospedale San Giovanni Evangelista di Tivoli in cui hanno perso la vita tre persone: "Abbiamo acquisito numerose immagini dall'impianto di videosorveglianza - ha spiegato il procuratore di Tivoli, Francesco Menditto - da cui abbiamo un quadro chiaro su quanto accaduto e che ci permettono di escludere al momento il dolo".

Così, non s'è innescato da alcuni rifiuti speciali ospedalieri stoccati al secondo seminterrato, com'era a lungo sembrato, il rogo divampato ieri poco dopo le 22 nel nosocomio "San Giovanni Evangelista" di Tivoli, spento solo stamattina, che ha ucciso tre pazienti, nessuno dei quali morto fra le fiamme, due donne di 84 e 86 anni e un uomo di 86. "La città è ferita - ha continuato il magistrato - . Faremo tutto quanto è necessario per fare chiarezza. L'intervento dei soccorritori è stato tempestivo". Nonostante ciò la procura di Tivoli, dove martedì sarà lutto cittadino, ha disposto una maxiconsulenza per accertare le cause del rogo, procura che intanto ha avviato un procedimento contro ignoti per omicidio colposo plurimo e incendio colposo.

I racconti dei soccorritori parlano di persone affacciate alle finestre dell'ospedale che chiedevano aiuto ai Vigili del fuoco e Carabinieri che sfondavano in fretta le porte per portare via i pazienti, anche sui materassi, nella nube di fumi tossici. "Sta facendo il panico - ha raccontato un testimone oculare sui social -. Ci stanno i pazienti sulle barelle. Ragazzi non ci si crede, sono arrivati i pompieri in tempo in tempo. Il panico sta accadendo, è andato a fuoco tutto». E racconta padre Lorenzo, cappellano dell'ospedale: "La luce è andata via e c'era gente che urlava. Da quel momento mi sono accorto che era successo qualcosa di grave. Quando sono uscito ho visto i pazienti portati via anche a braccio e abbiamo dato tutti una mano ad evacuare l'ospedale".

Centotrenta ricoverati sono stati infatti velocemente evacuati, fra loro diversi neonati, una donna incinta portata via con l’autoscala dei Vigili del fuoco e pazienti Covid. La Procura di Tivoli ha subito avviato l'inchiesta (s'indaga anche sul sistema antincendio) e disposto le autopsie, ipotizzando l'omicidio colposo plurimo e l'incendio colposo e aprendo un fascicolo contro ignoti.

Il piano d’evacuazione è scattato immediato, ma in terapia intensiva neonatale, al quinto piano, non si sono potuti trasportare tre bambini, che rimangono monitorati da personale del 118. I malati sono stati sistemati nelle ambulanze e nella palazzina del Cup, che è poco distante, mentre centocinquanta letti sono stati allestiti in una palestra comunale, in attesa del trasferimento dei pazienti in ospedali capitolini.

Il vescovo di Tivoli e di Palestrina, monsignor Mauro Parmeggiani, e l’intera Chiesa Tiburtina è «vicina alla città di Tivoli profondamente ferita», esprimendo «compassione e preghiera a quanti a vario titolo coinvolti nel tragico evento» e «vicinanza alle varie forze dell’ordine, ai Vigili del Fuoco, agli operatori della protezione civile e di altre associazioni di volontariato che questa notte e in queste ore hanno prestato e stanno prestando servizio per portare soccorso». Sempre dalla diocesi, il vescovo Parmeggiani fa anche sapere che la «preghiera si fa disponibilità, nei limiti delle nostre possibilità, senza sostituirci a coloro che dovranno garantire i servizi essenziali, a unirsi, tramite la Caritas diocesana, ai servizi che dovranno essere garantiti a quanti avranno necessità di spostarsi da Tivoli per farsi curare ogni giorno in altre realtà ospedaliere».

Anche da Palazzo Chigi, con una nota, si esprime «il più sentito cordoglio» della premier Giorgia Meloni e «la vicinanza a tutte le persone colpite». E sono «vicini alle famiglie delle vittime e ai pazienti rimasti intossicati, o comunque coinvolti, e al personale» i presidenti della Fnomceo (Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, Filippo Anelli, e della Fnopi (Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche), Barbara Mangiacavalli.

"Sono qui per portare il mio cordoglio e quello del governo di fronte a questa tragedia - ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci, appena arrivato all'ospedale San Giovanni Evangelista -. Porto la mia vicinanza ai parenti delle vittime e a tutti i pazienti che erano ricoverati". E ancora: "Mi complimento con tutti e in particolare con le forze dell'ordine e gli operatori sanitari, ancora una volta hanno dimostrato le loro qualità in un momento di grande difficoltà. I pazienti sono stati messi in sicurezza. Non so cosa può essere successo, ma abbiamo massima fiducia negli inquirenti".

Il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ha ammesso che "sono stati momenti caotici" e che "questo non doveva accadere, cercheremo di capire le cause e trovare le soluzioni". Adesso bisognerà capire quando e come l'ospedale di Tivoli potrà riaprire. Le prime voci parlano addirittura di un paio di mesi.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: