lunedì 23 giugno 2025
Il sacrificio dei 238 reporter palestinesi colpiti dal fuoco israeliano a partire dall’8 ottobre 2023 non è vano. Grazie al loro lavoro il massacro di Gaza non è stato oscurato
Un momento del flash mob domenica 22 a Roma

Un momento del flash mob domenica 22 a Roma - I.D.B.

COMMENTA E CONDIVIDI

L’ultima vittima, che va ad allungare la lista dei 238 giornalisti ammazzati a Gaza, si chiamava Amin Fathi Hamdan e aveva 40 anni. È stato ucciso ieri, assieme a sua moglie Diana e a due figli, Juri e Julia di appena 18 mesi. Erano nella loro tenda allestita al centro di Gaza. Il sacrificio dei 238 fotografi, giornalisti e video-maker palestinesi colpiti dal fuoco israeliano a partire dall’8 ottobre 2023 non è però vano. Grazie al loro lavoro il massacro di Gaza non è stato oscurato. A ricordarli, ieri, con un flash mob a San Giovanni, gli "Operatori e operatrici dell'informazione per Gaza".

Poco prima della celebrazione del Corpus domini di papa Leone, il gruppo ha raccontato le storie dei colleghi palestinesi uccisi. «Grazie a loro abbiamo saputo cosa realmente accade nella Striscia». Indossando una maglietta bianca con la scritta Press nel mirino, e sul retro le parole “i giornalisti non sono un bersaglio”, hanno alzato la foto dei colleghi martiri e preso la parola. In terra, la bandiera della Palestina, uno striscione con l’elenco dei nomi e le foto. «Care colleghe, cari colleghi, oggi siamo qui per voi – ha detto una rappresentante a nome del gruppo - Vi saremo grati in eterno per il sacrificio immane con cui voi e le vostre famiglie avete aperto gli occhi al mondo: siete il miglior giornalismo, niente è riuscito a silenziarvi. La vostra voce risuona ovunque, non dimenticatelo! Se la verità è la prima vittima di ogni guerra, il silenzio e l’indifferenza sono i complici che la uccidono in tempo di pace».

Video

Poi, a turno il racconto di alcune storie di coraggio e morte dalla Striscia. «Quando tutto è iniziato avevo solo 21 anni, uno studente universitario con sogni come chiunque altro – sono le parole di Hossam Shabat, ucciso il 24 marzo scorso - Negli ultimi 18 mesi ho dedicato ogni momento della mia vita alla mia gente. Ho documentato gli orrori nel nord di Gaza minuto per minuto, determinato a mostrare al mondo la verità che hanno cercato di seppellire». E ancora: «mi chiamo Iman Al-Shanti, avevo 38 anni, ero una giornalista radiofonica di Sawt Al-Aqsa Radio a Gaza: il 10 dicembre 2024 sono stata uccisa insieme a mio marito e ai nostri 3 figli, mentre eravamo in casa».

Tra le storie anche quella di Mustafa Thuraya, video-maker freelance dell’agenzia France Press a Gaza. «Sono stato ucciso il 7 gennaio 2024 da un drone mentre ero in macchina con il collega Hamza Al Dahdouh di Al Jazeera. Hanno puntato alla nostra auto e siamo saltati in aria». Il flash mob del 22 giugno darà il via ad una serie di iniziative per non distogliere l’attenzione dal genocidio in corso. «Lo faremo – hanno ricordato gli Operatori e operatrici dell’informazione per Gaza, rivolti ai colleghi - per raccontare cosa siano l’apartheid e la pulizia etnica che subite da 78 anni».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: