giovedì 17 novembre 2022
Un'ora di conversazione, ignorati i temi più scomodi. Con Biden invece la premier ha parlato delle forniture di gas
La premier Giorgia Meloni incontra il presidente cinese Xi Jinping

La premier Giorgia Meloni incontra il presidente cinese Xi Jinping - Ansa

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Una Giorgia Meloni «soddisfatta» lascia il G20 di Bali rivendicando un posto da «protagonista» per l’Italia tra i grandi del mondo. Una posizione confermata dall’accordo raggiunto sul grano e dal ruolo richiesto al Paese nella soluzione del conflitto in Ucraina. Ad arricchire il “bottino” personale della premier, oltre alle rassicurazioni avute dalla Casa Bianca sull’aumento delle forniture di gas da Washington, anche due bilaterali di peso che seguono l’ora di colloquio avuta con Biden martedì: il primo con il presidente cinese Xi Jinping e l’altro con il premier indiano, Narendra Modi. Nessun incontro invece, alla fine, con il capo dello Stato francese, Emmanuel Macron, dopo lo scontro dei giorni scorsi sui migranti.

«C'era molta curiosità e attenzione attorno a noi», come «anche al fatto di essere l’unico Paese rappresentato da un capo di governo donna (eravamo 4 donne al tavolo su 41). «Ritrovarci ad essere all’avanguardia fa piacere. Ma non credo ci sia solo questo aspetto», prosegue confessando di non essere «riuscita a fare tutti i bilaterali» richiesti. Perché l’appeal esercitato dal nostro Paese si deve anche alla presenza di un governo finalmente «solido, stabile e con una proiezione di lungo respiro».

Poche e piuttosto sfuggenti le risposte concesse ai cronisti in conferenza stampa, breve prima di incontrare Xi. Nessun accenno al caso Gemmato, ma la presidente del Consiglio parla dell’intesa sui cereali (la proroga delle esportazioni dall’Ucraina via mare oltre la scadenza del 19 novembre) come di «un successo». Un punto, dice, «che io stessa ho sottolineato e che ha raccolto il sostegno di tutti i leader, Russia compresa».

C’è spazio poi per il tema dell’accoglienza: «Abbiamo avuto l'occasione di fare due chiacchiere anche con Charles Michel (Consiglio Ue, ndr). Quello che è accaduto dimostra ancora una volta come le soluzioni fin qui individuate non siano probabilmente le migliori e non siano sufficienti. Quindi abbiamo ragionato di come organizzare delle riunioni per cercare di collaborare su una materia su cui è molto meglio collaborare piuttosto che discutere».

Come inevitabile, la presidente commenta anche i missili russi (o parte di essi) caduti in Polonia che hanno fatto temere il peggio e qui si mostra piuttosto netta: «La responsabilità di quello che è accaduto è comunque della Russia, che sta sistematicamente distruggendo le infrastrutture: i russi sanno che bombardando al confine i missili possono cadere sul suolo polacco». Ad ogni modo, prosegue, «insieme agli alleati abbiamo condannato l’aggressione russa e offerto pieno sostegno a Kiev». Anche se «non si può prescindere dalla volontà della nazione aggredita» e «speriamo di trovare un accordo con Zelensky affinché Mosca fermi i criminali bombardamenti sui civili» e si possa «uscire dal conflitto nel minor tempo possibile». Più in generale, aggiunge, «mi pare che il G20 di Bali segni un riavvicinamento tra l'Occidente e il resto del mondo».

L’Ucraina è argomento anche del faccia a faccia finale con Xi, scortato da una delegazione volutamente di “alto livello” (c’erano pure il ministro degli Esteri, Wang Yi, e il governatore della Banca centrale, Yi Gang ). In esso sono stati evitati temi “scomodi” tipo Taiwan, come pure la nuova “Via della seta”, al centro delle attenzioni di Washington. Anche se è stata ribadita l’intenzione di rafforzare le relazioni tra i due Paesi e «gli interessi economici reciproci».

Compito che la leader italiana potrà svolgere nel viaggio a Pechino che farà dopo l’invito diretto fatto da Xi. Inoltre «è stata riconosciuta la necessità di collaborare per l'efficace gestione delle più gravi e impellenti sfide globali e regionali», chiarisce Meloni, aggiungendo che i due leader «hanno dedicato particolare attenzione alla guerra» e «hanno convenuto che occorre promuovere ogni iniziativa diplomatica per evitare un'escalation».

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