lunedì 18 marzo 2019
In Santa Maria dei Derelitti è stata organizzata, senza alcun permesso, una sfilata di moda di abiti da sposa con tanto di falso sacerdote. Si cercherà di appurare di chi è la responsabilità
La facciata della chiesa di Santa Maria dei Derelitti (Patriarcato di Venezia)

La facciata della chiesa di Santa Maria dei Derelitti (Patriarcato di Venezia)

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Un matrimonio in chiesa, con sposi e prete elegantissimi. Ma è tutto falso a parte la chiesa, Santa Maria dei Derelitti, meglio conosciuta come dell'Ospedaletto, che è consacrata. Di qui l'amarezza da parte del Patriarcato di Venezia, che parla senza mezzi termini di «profanazione».

Il luogo di culto attinente a una casa di riposo è stato scelto dall'agenzia "Sposarsi a Venezia con Noi" per organizzare una sfilata di moda dedicata agli abiti da sposa, inserita nella manifestazione "Fashion Show & Charity Event". E c'era anche un prete finto con paramenti liturgici a mo' di celebrante. A seguire un rinfresco.

La cosa non è passata inosservata. Immediata la reazione della proprietà, l'Istituto di assistenza agli anziani (Ire), che afferma di essere stata informata in modo inadeguato sull'evento e vuole fare chiarezza, accertando le responsabilità.

Durissima la reazione del Patriarcato di Venezia che con un comunicato ricorda che il luogo di culto «non è sconsacrato anche se da qualche anno non vi vengono più officiate celebrazioni liturgiche». Di conseguenza appare «inaccettabile l'uso deliberatamente commerciale che ne è stato fatto, con l’intervento, oltretutto, di un finto sacerdote in vesti liturgiche nell’ambito di una sfilata di abiti da sposa, non risulta “consono” perché profondamente irrispettoso e gravemente lesivo della santità del luogo, nonché oltraggioso della fede e della sensibilità religiosa dei veneziani e della città, tanto da configurare un vero e proprio caso di profanazione».

La conclusione è chiara: «La Chiesa veneziana, amareggiata, disapprova e condanna quanto avvenuto nell’edificio sacro e si riserva di chiarirne le responsabilità».

Già le responsabilità. La vicenda sta diventando una sorta di giallo. L'iniziativa infatti non era una trovata improvvisata, di quelle semiclandestine fatte per farsi pubblicità. Le finalità, inoltre, erano benefiche, con il ricavato dell'iniziativa destinate a due note e serie fondazioni. E tra le modelle c'erano pure atlete di livello, una cantante lirica e la presidente del consiglio comunale di Venezia, Ermelinda Damiano.

Gli organizzatori si sono detti molto dispiaciuti delle reazioni ed hanno chiesto scusa alla proprietà e al Patriarcato di Venezia. Nessuno di loro, hanno spiegato anche su Facebook (vedi sotto), intendeva minimamente arrecare offesa ai credenti e al luogo di culto. Hanno però sottolineato di avere fatto tutto secondo la prassi e che sarebbe spettato alla Fondazione Venezia Servizi alla persona, che di solito gestisce l'utilizzo della chiesa, chiedere l'autorizzazione alla Curia».

L'Ire, proprietaria della chiesa, risulta essere tra i due fondatori, nel 2014, della Fondazione Venezia Servizi alla persona, che si occupa in particolare dell'assistenza domiciliare di persone in autosufficienti

In quanto a Sposarsi a Venezia con noi sul sito da tempo si poteva leggere: "Sposarsi a Venezia … con Noi è la rassegna dedicata al Pianeta Sposi, alla sua XXIVema edizione, ideata da Wladimiro Speranzoni & Donatella Mola, che quest’anno sarà ospitata presso il Complesso dell’Ospedaletto (Barbaria de le Tole, Castello 6691) grazie a I.R.E. e Fondazione Venezia Servizi. La rassegna apre gratuitamente al pubblico nei giorni di sabato 16 e domenica 17 marzo 2019, dalle ore 10.00 alle ore 19.00".




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