venerdì 7 luglio 2023
A denunciarlo una 22enne, ex compagna di scuola, incontrata in discoteca. Critiche alle prime dichiarazioni del presidente del Senato, che poi ha detto: "Sono stato frainteso"
Ignazio La Russa con il figlio Leonardo Apache

Ignazio La Russa con il figlio Leonardo Apache - Fotogramma

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La notizia la dà il Corriere della Sera. Poi arriva la conferma dalla Procura di Milano: Leonardo Apache La Russa, terzogenito del presidente del Senato, Ignazio, è indagato per violenza sessuale dopo la denuncia presentata, nei giorni scorsi, da una 22enne. L'indagine è sul tavolo del pm Rosaria Stagnaro e dell'aggiunto Letizia Mannella, alla guida del dipartimento “Soggetti deboli” che si occupa di casi di violenze sessuali.

Il fatto risale allo scorso 18 maggio, quando la ragazza, in compagnia di un'amica, va in una famosa discoteca a pochi passi dal Duomo. «Mentre ballavamo mi ero accorta della presenza di un mio compagno di scuola di liceo, Leonardo La Russa». Beve due drink, poi il buio. Si risveglia nel letto del giovane con la percezione di aver subito un abuso. La presunta violenza avrebbe anche coinvolto un altro ragazzo che la giovane non ha mai visto. «Uscita – ha riportato il quotidiano -, annota l’indirizzo del condominio e prende la metro. In lacrime telefona alla madre che a casa la convince a recarsi alla Mangiagalli, la clinica con servizio anti violenze, dove le vengono riscontrate un’ecchimosi al collo e una ferita a una coscia. Risulta anche positiva alla cocaina». Ci vogliono una quarantina di giorni prima che la 22enne formalizzi la denuncia. Da quanto risulta né la giovane, né l’amica con cui era in compagnia quella sera sono state ancora ascoltate in procura: «La denuncia è arrivata solo pochi giorni fa», evidenzia chi lavora al fascicolo, indispettito dalla fuga di notizie.

L’avvocato di La Russa, Adriano Bazzoni dichiara: «Nessuna violenza. Secondo Leonardo non vi fu alcuna forma di costrizione: è stata d’accordo nel trascorrere il dopo discoteca con il mio assistito, liberamente andando con lui a casa sua, passando la notte e rimanendo con lui fino a mezzogiorno successivo, per poi salutarsi normalmente». E aggiunge: «Leonardo è molto scosso ed esclude che la ragazza possa aver detto qualcosa del genere nei suoi confronti, così come esclude di aver avuto rapporti insieme a una terza persona. Quanto a quello che la ragazza avrebbe consumato, non solo esclude di averglielo offerto, ma, qualora si vedesse attribuire questo tipo di condotta, si vedrebbe costretto a sporgere denuncia». Proprio sulla cocaina interviene e replica Stefano Benvenuto, l’avvocato della presunta vittima: «A me non torna, come ho letto dai giornali, che una ragazza che ha assunto cocaina si addormenti profondamente fino alla mattina dopo». Il legale annuncia che sono in corso «indagini difensive» per capire cosa abbia assunto la ragazza quella sera «per cadere in un sonno profondo».

Dalle analisi effettuate alla Mangiagalli la ragazza sarebbe risultata positiva alle benzodiazepine, ma non si sa se solo in quantità compatibile con l'uso abituale di tranquillanti su prescrizione medica o in quantità superiore da fare ipotizzare che sia stata "stordita". Sul punto verranno fatti accertamenti per capire l'esatta quantità di sostanze che la giovane aveva in corpo.

Il presidente del Senato ha commentato la vicenda del figlio con parole molto criticate: "Dopo averlo a lungo interrogato, ho la certezza che mio figlio Leonardo non abbia compiuto alcun atto penalmente rilevante. Conto sulla Procura della Repubblica verso cui, nella mia lunga attività professionale ho sempre riposto fiducia, affinché faccia chiarezza con la maggiore celerità possibile per fugare ogni dubbio. Di sicuro lascia molti interrogativi una denuncia presentata dopo quaranta giorni dall'avvocato estensore che, cito testualmente il giornale che ne dà notizia, occupa questo tempo 'per rimettere insieme i fatti'". "Lascia oggettivamente molti dubbi - rileva ancora - il racconto di una ragazza che, per sua stessa ammissione, aveva consumato cocaina prima di incontrare mio figlio. Un episodio di cui Leonardo non era a conoscenza. Una sostanza che lo stesso Leonardo sono certo non ha mai consumato in vita sua. Inoltre, incrociata al mattino, sia pur fuggevolmente da me e da mia moglie, la ragazza appariva assolutamente tranquilla". "Altrettanto sicura è la forte reprimenda rivolta da me a mio figlio per aver portato in casa nostra una ragazza con cui non aveva un rapporto consolidato. Non mi sento - conclude Ignazio La Russa - di muovergli alcun altro rimprovero".

Immediata la reazione delle opposizioni. Soprattutto Elly Schlein, segretaria del Pd, ha definito "disgustose" le parole del presidente del Senato. Diversi esponenti delle opposizioni hanno chiesto le dimissioni della seconda carica dello Stato per via di dichiarazioni che sembrano colpevolizzare le donne che denunciano violenze.

Successivamente, a fronte delle critiche e delle polemiche politiche, Ignazio La Russa ha precisato: "Mi dispiace essere frainteso. Lo dico sinceramente". Sottolineando: "Io non accuso nessuno e men che meno la ragazza". "Semplicemente - riprende il presidente del Senato - da padre, dopo averlo a lungo sentito, credo a mio figlio". "Per il resto, sottolineo il mio rispetto per gli inquirenti e il desiderio che facciano chiarezza il più celermente possibile. Leonardo ha nominato un suo difensore e da ora toccherà a quest'ultimo decidere se e quando intervenire".

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