In un estate segnata dalle contraddizioni politiche circa chi debba contribuire e come a ripianare il debito del nostro Paese, e con le famiglie costantemente dimenticate dal governo centrale, gli enti locali segnano una piccola, importante svolta. Pensando, per cominciare, a sostenere quelle numerose. È il caso del Veneto e del Comune di Torino, che si sono attivati in questo senso con iniziative che vanno nella stessa direzione: quella di chi deve pensare a quattro o più figli.Remo Sernagiotto, assessore alle politiche sociali del Veneto, tiene a definirla «un’anticipazione del quoziente familiare, seppur fatta con un contributo economico e non con la riduzione fiscale». Si tratta di un “bonus famiglia” di un milione di euro, di cui 880mila da destinare alle famiglie numerose (da 4 figli in su) e gli altri 120 mila euro per i genitori con parti trigemellari. Le domande dovranno essere presentate dai comuni entro il 31 ottobre. I requisiti richiesti? La cittadinanza italiana, la residenza da almeno 5 anni in Regione, un indicatore della situazione economica equivalente (Isee) riferito ai redditi dell’anno precedente non superiore a 30mila euro.Il bonus varierà a seconda del numero dei figli: 600 euro alle famiglie con 4, 700 a quelle con 5, 800 a quelle con 6 figli, 900 a quelle con 7 figli, 1.000 euro per 8 figli; 1.200 per 9 figli o in numero superiore a 9. Per le famiglie con parti trigemellari è invece previsto un bonus di 900 euro ma, se sono presenti altri figli, la famiglia non potrà beneficiare di entrambe le tipologie di contributo. «Abbiamo messo a disposizione un milione di euro in un confronto costante e positivo con l’Associazione delle famiglie numerose», tiene a far sapere Sernagiotto, spiegando come proprio queste famiglie (che hanno un rilevante ruolo sia sul piano sociale che economico) siano entrate in sofferenza con l’acuirsi della crisi.Un aiuto per pagare l’affitto, le utenze, le spese per la scuola o il pullman. Torna anche quest’anno a Torino il contributo alle famiglie numerose, ovvero i nuclei con quattro o più figli al seguito. Ieri la giunta Fassino ha infatti approvato, su proposta dell’assessore al welfare Elide Tisi, il bando attraverso il quale le maxi-famiglie possono fare richiesta per un contributo annuale per il 2011. La quota minima è di 450 euro, ma salirà se le domande saranno meno del previsto. È già successo l’anno scorso, quando dai 500 euro inizialmente previsti alla fine si è giunti a superare i 600. Il bando – le domande si possono fare a partire dal 12 settembre e fino al 2 novembre – a differenza di quello veneto non pone differenze tra cittadini italiani, comunitari e stranieri, e comprende nel calcolo della prole i figli in affido familiare, in affido a rischio giuridico e in affidamento pre-adottivo. L’unico requisito è l’Isee, che non deve essere superiore ai 29mila euro. Nel fare domanda, le famiglie devono dichiarare come useranno i soldi.Una delibera regionale del luglio di quest’anno dà le indicazioni, dalle spese della casa ai servizi scolastici. Per le famiglie si tratta comunque di un impegno più che altro “morale”, visto che non è richiesta alcuna rendicontazione. «Circa 700 nuclei familiari hanno fatto richiesta l’anno scorso, avendone i requisiti», spiega l’assessore Tisi. I fondi – in totale due milioni di euro – non provengono dalle casse comunali, ma da uno stanziamento regionale che fa capo a sua volta al Fondo nazionale delle politiche per la famiglia. È proprio qui che s’incontra il tasto dolente: «La Finanziaria 2011 ha ulteriormente ridotto i fondi destinati alle famiglie – aggiunge l’assessore –. Tante realtà del terzo settore sono preoccupate, e anche noi come amministrazione sicuramente dovremo ridurre i servizi». Commento positivo dal Forum delle associazioni familiari del Piemonte.