sabato 14 marzo 2020
Prete e medico, ha deciso di rimettersi il camice bianco ed è stato assegnato all’ospedale di Busto Arsizio. Da sempre volontario Cuamm, è stato accolto dai 'colleghi' a braccia aperte
Don Fabio Stevenazzi

Don Fabio Stevenazzi - .

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In prima linea, dove c’è bisogno. «Mi sono fatto avanti per dare una mano in un ospedale, durante questa emergenza sanitaria. Mi sono rivolto ai medici di Gallarate che conosco e loro mi hanno indirizzato a Busto Arsizio, dove ci sono le maggiori emergenze» ha raccontato don Fabio Stevenazzi ai suoi parrocchiani della comunità pastorale San Cristoforo, dove da un anno e mezzo svolge il suo ministero. Oratorio chiuso, Messe e celebrazioni comunitarie sospese, niente catechismo con i ragazzini. Così don Fabio Stevenazzi ha deciso di rimettersi il camice bianco.

Originario di Lozza, un paese in provincia di Varese, è prete della diocesi di Milano dal 2014, destinato prima agli oratori di Somma Lombardo e Mezzana e ora a Gallarate, sempre in provincia di Varese. Ma prima di entrare in seminario faceva il medico. Per dieci anni ha lavorato in ospedale, in particolare al Pronto soccorso di Legnano e non ha mai smesso di esercitare la professione: ogni estate, infatti, partiva per l’Africa per svolgere un servizio volontario con l’associazione Cuamm di Padova, così da non perdere l’abilitazione e mantenere l’iscrizione all’albo professionale.

Tanzania e Etiopia, le sue più recenti destinazioni, sempre a contatto con i più poveri e deboli: mamme con bambini all’ospedale San Luca di Wolisso e poi all’ospedale di Tosamaganga, specializzato nelle emergenze ostetriche, e nel dispensario di Migori. E ora, di fronte all’aggravarsi della situazione negli ospedali lombardi per l’emergenza coronavirus, ha deciso di fare la sua parte e non restare con le mani in mano.

I colleghi di Busto lo hanno accolto a braccia aperte: «Assunzione diretta immediata; mi hanno chiesto solo curriculum e fotocopia della carta d’identità. Da parte mia ho prodotto l’autocertificazione di laurea e specializzazione». Subito don Fabio è stato sottoposto a una serie di esami per accertare il suo stato di buona salute e ha partecipato a un training formativo per conoscere le procedure da adottare in corsia in questa particolare emergenza sanitaria. Lunedì ci saranno gli ultimi accertamenti e dai prossimi giorni sarà operativo a tutti gli effetti.


Don Fabio Stevenazzi, 48 anni, per dieci anni ha lavorato nelle strutture sanitarie e ogni estate va in Africa, per aiutare chi ha più bisogno: «Spero che questa mia disponibilità possa dare ancora più coraggio e grinta a coloro che sono già impegnati nell’assistenza»





«Spero che questa mia disponibilità dia ancora più coraggio, grinta e determinazione a tutti quanti, specialmente a coloro che sono già impegnati nella solidarietà e nell’assistenza, ma anche a quelli che potrebbero decidere di darsi da fare». Al suo fianco si sono schierati subito i superiori, dall’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, sentito dal vicario episcopale di zona monsignor Giuseppe Vegetti, fino al prevosto di Gallarate, monsignor Riccardo Festa. «È un gesto importante, che ci sentiamo di condividere » ha commentato quest’ultimo, che ha informato i parrocchiani del significato della decisione di don Fabio. «In questi giorni di difficoltà negli ospedali e anche, purtroppo, di sospensione prolungata delle attività pastorali don Fabio ha messo a disposizione la sua qualifica e la sua esperienza di medico per le emergenze degli istituti di cura del nostro territorio. Accompagniamo con stima e con la preghiera il suo cammino».

«Mercoledì sera ho conosciuto il mio primario, un tipo in gamba – sorride don Fabio –. All’ospedale di Busto Arsizio intanto ho iniziato l’addestramento ». E, poi, ai molti che hanno subito iniziato a tempestarlo di chiamate per congratularsi con lui per il gesto di altruismo ha scritto: «Forza e coraggio! Che il Signore ci conservi tutti nella salute, nella determinazione e nel buonumore».

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