mercoledì 31 agosto 2011
I carabinieri hanno sequestrato confezioni di medicinali a base d'Epo, ormoni e corticosteroidi. Coinvolti anche atleti minorenni.
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Un’abitazione trasformata in una “farmacia”. C’era di tutto: ormoni, corticosteroidi, albumina umana (utilizzata come mascherante ai controlli antidoping), aghi, siringhe e flebo. Si tratta di sostanze dopanti che erano pronte ad essere distribuite ad atleti e sportivi professionistici e dilettanti. Due giorni fa, quando i carabinieri sono entrati in casa a Massa Carrara per un blitz, ha tentato di bruciare buona parte delle 150 confezioni di fiale a base di eritropoietina (Epo). Ma ormai, per Raffaele Illiano, ex ciclista professionista di 34 anni, era troppo tardi, perché il commercio illecito da lui controllato e gestito era già stato scoperto dagli uomini del Nas e dalla Procura di Massa Carrara. L’uomo è finito così in manette, insieme a Costantino Auricchio, medico 33enne appartenente alla Federazione Medici Sportivi e legato all’ex ciclista arrestato perché in passato hanno lavorato nella stessa squadra. Il dottore e due suoi collaboratori, entrambi privi di titoli medici della necessaria specializzazione di medico sportivo, avevano creato a Ottaviano (Napoli) una sorta di “tipografia” dove - in ciclostile - riproducevano certificazioni mediche per l’idoneità all’attività agonistica. I documenti venivano rilasciati spesso senza che venisse eseguita persino una banale visita medica. In alcuni casi i destinatari erano minorenni e si avviavano a un’attività sportiva agonistica (in diverse specialità del nuoto, dell’atletica leggera, del ciclismo e dell’automobilismo). Le operazioni di polizia giudiziaria hanno rilevato, in un periodo di tre mesi, l’attestazione di decine di certificati. Tale modus operandi illecito veniva proposto anche esternamente allo studio medico, in manifestazioni sportive in cui il professionista era nominato medico di gara. «Le sostanze dopanti - spiega Dario Praturlon, capitano del reparto Analisi del comando carabinieri per la Tutela della Salute - venivano fornite ad atleti professionisti o dilettanti. Tra questi c’è anche un ciclista attualmente in attività e che figura nell’elenco dei 12 indagati, che in passato ha partecipato con il proprio team a gare internazionali, come il Giro d’Italia». Questa operazione è l’ennesima testimonianza di come il doping sia un male che nel mondo dello sport ancora non è stato debellato. Nell’ambito dell’inchiesta oltre alle misure restrittive personali - due in carcere e due agli arresti domiciliari - altre quattro perquisizioni sono state eseguite nel Napoletano, dove le attività illegali avevano la maggiore insistenza, e nelle province di Pisa, Prato e Latina. Sono stati messi i sigilli a due strutture del Napoletano, uno studio medico e un centro ergonomico, che rappresentavano il fulcro centrale dell’attività economica dell’organizzazione. Le forze dell’ordine hanno sequestrato anche le attrezzature tecniche mediche destinate alla “visite” ed altri accertamenti clinici, per un valore complessivo superiore ai 250 mila euro.
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