lunedì 15 gennaio 2018
Il parroco di Bibione informa i suoi fedeli dell'installazione di due nuovi autovelox e raccomanda prudenza. E se si trasgredisce, c'è il confessionale...
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Don Andrea Vena ci scherza su: «Mi chiamano giornali dall'Italia e dall'estero e io a tutti i giornalisti dico: ho svolto il mio lavoro da prete». Ma cosa avrà detto il sacerdote originario del Pordenonese che da qualche anno è parroco a Bibione, località balneare nel Veneziano? «Ho detto, anzi ho scritto, che chi trasgredisce al codice della strada deve confessarsi».

L'affermazione di don Vena è apparsa nel bollettino parrocchiale pubblicato venerdì scorso, 14 gennaio (LEGGI QUI). È successo che da oggi sono in funzione nuovi autovelox fissi all'entrata e all'uscita del paese e la polizia stradale ha chiesto al parroco di contribuire a diffondere la notizia. Così don Andrea ha spiegato la novità in una pagine del bollettino e ha aggiunto: «Visto che mi sto rivolgendo ai cristiani della Comunità, faccio altresì presente che violare il Codice della strada, mettendo spesso in pericolo la propria e l'altrui vita, è comunque peccato di cui confessarsi».

Apriti cielo: la stampa locale ha ripreso la frase e l'ha lanciata nel mondo del web, dove c'è stato il consueto effetto moltiplicatore. Ma don Andrea, 49 anni, non si scompone: «Lo dico sempre: il Vangelo non si ferma in chiesa ma si traduce nel vivere quotidiano». Dunque è da cristiani usare con prudenza l'automobile, evitando rischi per sé e per gli altri»: se si trasgredisce e si prende una multa, be', si paga la sanzione e si chiede il perdono del Signore. Anche papa Francesco, del resto, non è tenero con chi si siede al volante: nel novembre scorso, ricevendo in udienza la polizia stradale, aveva redarguito chi usa il cellulare mentre guida.

Ma a dire la verità non è così comune che si vada in confessionale per un eccesso di velocità: «Accade raramente, ma qualche volta qualcuno mi ha confessato una guida imprudente con l'auto: ho approfittato dei nuovi autovelox per ricordarlo anche ai miei parrocchiani che non me ne hanno mai parlato...», spiega ad Avvenire don Vena.

Naturalmente non sono solo le multe stradali a impensierire il sacerdote: «Allo stesso modo dovremmo confessare abitudini sbagliate in tema di inquinamento o di gioco d'azzardo. O per l'evasione delle tasse, anche se in realtà non ho mai avuto l'occasione di ascoltare il pentimento e la richiesta di assoluzione per questo comportamento sbagliato. Ma non bisogna disperarsi: c'è sempre una prima volta».

Infine: "Essere consapevoli di aver commesso un peccato - conclude - significa riconoscere di essere venuti meno ad un patto con Dio: se infrango il Codice della Strada per eccesso di velocità sto mettendo a rischio la sicurezza di tutti: mia, delle persone che trasporto, degli altri utenti, compresi pedoni e ciclisti. A maggior ragione se ricevo una sanzione che certifica questo errore, ne risponderò a Dio chiedendo perdono in confessione".

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