venerdì 19 febbraio 2021
Famiglie e associazioni contrarie al nuovo Pei, il Piano educativo individualizzato, che prevede l'esonero da alcune materie e la riduzione delle ore di sostegno
Un'insegnante di sostegno con un alunno disabile

Un'insegnante di sostegno con un alunno disabile - Ansa

COMMENTA E CONDIVIDI

Tra i dossier più “caldi” sul tavolo del nuovo ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, c’è anche quello relativo al nuovo Pei, il Piano educativo individualizzato per l’inclusione scolastica degli alunni disabili, che stabilisce le nuove modalità per l’assegnazione delle misure di sostegno ed entrerà in vigore dal prossimo anno scolastico 2021-2022.

Novità che, però, non piacciono alle associazioni delle famiglie dei disabili, che hanno promosso una grande mobilitazione in rete, arrivando a raccogliere decine di migliaia di firme in pochi giorni. Un’interrogazione parlamentare sarà invece presentata dalla deputata del Pd, Lucia Ciampi. Sono soprattutto due i punti critici della nuova normativa: la possibilità di esonerare gli studenti disabili da alcune materie e la conseguente riduzione delle ore di sostegno. Decisioni che la riforma mette in capo al Glo, il Gruppo di lavoro operativo sull’inclusione presente in ogni scuola, in cui le famiglie si sentono sottorappresentate.

«Nella riforma del Pei sono troppi i punti critici, segnali di un’impostazione culturale che indicano un’inversione di rotta nel processo di inclusione, fiore all’occhiello da sempre del nostro Paese: dal concetto di esonero da materie di studio, alla nuova composizione del Glo, al meccanismo di assegnazione del sostegno con l’introduzione del “debito di funzionamento”, fino alla formalizzazione di ore di lezione svolte fuori dalla classe per l’alunno con disabilità», dichiara Antonella Falugiani, Presidente di CoorDown.

Il Coordinamento, che rappresenta 54 associazioni attive in tutta Italia, insieme agli insegnanti di sostegno (Ciis) e ad altre realtà della società civile e del volontariato, ha lanciato una petizione online sulla piattaforma change.org, che in poche ore ha superato le 20mila sottoscrizioni. Secondo i promotori della petizione, la riforma del Pei contiene «troppi punti critici, che mettono a repentaglio i progressi raggiunti in oltre quarant’anni di storia di inclusione scolastica e che rischiano di vanificare gli sforzi volti a garantire il diritto allo studio degli alunni con disabilità».

Nei giorni scorsi, il CoorDown ha promosso un flash mob virtuale #Noesonero–L’inclusione non si fa fuori!, che ha visto la partecipazione di studenti e famiglie, con e senza disabilità, insegnanti ed educatori, uniti sul web per ribadire «il desiderio di inclusione».

Un invito a rivedere alcune disposizioni previste dalla riforma, arriva anche da Salvatore Nocera, responsabile dell’Osservatorio sull’integrazione scolastica degli alunni con disabilità della Fish, la Federazione italiana per il superamento dell’handicap, che per oggi pomeriggio ha promosso un webinar su questo tema in diretta sui propri canali Facebook e Youtube. «È decisamente eccessiva - sottolinea Nocera - la norma che prevede che tutti i membri del Glo sono responsabili per eventuali danni erariali, qualora facciano approvare nel Pei un numero di ore di risorse umane superiori al necessario». Disposizione in contrasto, nota Nocera, con il principio della «collaborazione tra scuola e famiglia, espressamente sancito in tanti atti normativi della e sulla scuola».

Semmai, avverte Ernesto Ciracì, presidente dell’Associazione degli insegnanti di sostegno specializzati, nella realtà avviene esattamente il contrario: «Attualmente siamo di fronte a migliaia di ricorsi per vie giudiziarie da parte dei genitori degli alunni disabili per richiedere a vario titolo l’implementazione delle ore di sostegno che purtroppo vengono concesse sempre a ribasso per meri motivi economici», sottolinea Ciracì, ricordando l’annoso problema delle supplenze sul sostegno, assegnate ogni anno con notevoli ritardi. «Se non vengono trasformate tutte le 70mila cattedre attualmente in deroga, con la conseguente stabilizzazione dei docenti specializzati sul sostegno – avverte l’esperto – ci ritroveremo sempre quell’infinita Tela di Penelope che fa solo male ai nostri studenti».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI