martedì 8 marzo 2022
Il premier lavora sulle regole per il permesso di soggiorno. Attivato un ponte umanitario per portare via dall'Ucraina i bambini orfani.
Profughi in arrivo a Trieste

Profughi in arrivo a Trieste - Ansa

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«C’è un’emergenza umanitaria incredibile. A Bruxelles abbiamo parlato di numeri alti di profughi, dai 7 agli 8 milioni». È la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese a fornire le prime ipotesi rispetto alla possibile evoluzione dell’ondata di profughi ucraini che, in maniera costante, sta investendo i Paesi europei.

Secondo l’Acnur, l’agenzia dell’Onu per i rifugiati, sono già salite a oltre 1,7 milioni ma arriveranno in pochi giorni ai 2 milioni, soprattutto donne e bambini, le persone in fuga dopo l’invasione delle truppe russe: un milione di profughi si sarebbe per ora fermato in Polonia, 230mila in Moldavia, 267mila in Romania, oltre 50mila in Germania, 1.800 in Irlanda.

E in Italia? Secondo i dati del Viminale, a ieri erano già arrivati 17.286 ucraini: 8.608 donne, 1.682 uomini e 6.996 minori, l’1% circa del totale. Fra loro, «mille», spiegano fonti dell’Interno ad Avvenire, stanno al momento «fruendo della rete di assistenza dello Stato», mentre tutti gli altri hanno preferito sistemarsi alla meglio presso abitazioni di familiari o conoscenti.

I lavoratori ucraini (in gran parte colf e badanti) ammontano a 240mila nel nostro Paese e le principali destinazioni di chi arriva sono Roma, Milano, Napoli e Bologna.

«Usare i beni confiscati». Al ritmo di 3-4 mila al giorno, a fine marzo potrebbero essere arrivati in Italia 90-100mila profughi. «Per ora molti sono andati a casa di parenti. Ma il numero aumenterà, bisogna farsi trovare pronti» ragiona la ministra Lamorgese, che in serata ha confermato un’ipotesi che circolava dal mattino: l’Agenzia nazionale che amministra i beni sottratti alla criminalità organizzata, guidata dal prefetto Bruno Corda, ha avviato un «censimento dei beni confiscati in gestione, che possono essere destinati in tempi brevi, anche in via temporanea, per accogliere i cittadini ucraini». Inoltre, fa sapere la titolare del Viminale, «con la collaborazione delle prefetture » l’Agenzia «individuerà gli immobili trasferiti ai Comuni ma non ancora utilizzati» a patto che siano «idonei per essere impiegati nella rete di protezione » (ossia non fatiscenti e dotati di acqua, luce, servizi igienici e riscaldamenti).

Permesso Ue, Draghi prepara un Dpcm. Al momento, per entrare in Italia, ai profughi in fuga dall’Ucraina basta esibire un passaporto valido, sul quale vengono effettuate le verifiche di Ps. «Finora solo 36 persone, su oltre 17mila entrate, hanno richiesto la protezione internazionale», precisano dal Viminale. Chi entra alla stregua di visitatore ha 90 giorni per dichiarare la propria condizione. Nella Gazzetta Ufficiale europea è stata pubblicata la direttiva che accorda ai cittadini ucraini un permesso di soggiorno immediato (con durata di un anno ma prorogabile a tre) che consente loro di lavorare e fruire di assistenza sanitaria, sociale e servizi scolastici. Mentre i profughi non ucraini in fuga da Kiev o altre zone dipendono dalle norme decise dallo Stato che vaglierà la loro richiesta. Il governo italiano è orientato a parificare le due situazioni. E per recepire e integrare la norma europea, il premier Mario Draghi sta mettendo a punto un Dpcm, col contributo degli uffici legislativi dei ministeri dell’Interno, della Salute, del Lavoro e dell’Istruzione, ciascuno per la parte di propria competenza. Il decreto del presidente del Consiglio dei ministri, che dovrebbe essere pronto a giorni, disciplinerà sia la parte relativa alle procedure di richiesta del permesso di soggiorno, che quelle relative all’occupazione da intraprendere, all’Asl di assegnazione (e alla vaccinazione anti Covid-19, di cui è priva la gran parte dei profughi) e alle modalità d’iscrizione a scuole e università.

La rete di solidarietà. Un’ordinanza di protezione civile ha fatto seguito allo stato d’emergenza deliberato con decreto legge dal governo fino al 31 dicembre, che dispone l’incremento di 5mila posti nei centri temporanei di accoglienza (Cas), ne attiva altri 3mila nel Sistema di accoglienza e integrazione (Sai) ed estende la riserva di posti (5mila) finanziata per i cittadini afghani. I presidenti delle Regioni saranno commissari delegati per l’accoglienza. E una circolare del Dipartimento per l’Immigrazione ha fornito ai prefetti indicazioni operative. Il sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia segnala come molti italiani stiano offrendo stanze o seconde case, ma occorre «avvisare la prefettura di tale disponibilità, per poter dare l’adeguata assistenza burocratica e scolastica ai profughi ». In Polonia intanto è da ieri in funzione un ponte umanitario per portare via dall’Ucraina i bambini orfani. Lo hanno attivato decine di associazioni polacche che da giorni organizzano treni e pullman per cercare di far uscire i quasi 100mila bambini senza genitori. In Polonia ne sono già arrivati diverse migliaia. E il governo, in collaborazione con la Caritas, ha allestito un centro nel sud del Paese, dove i piccoli vengono registrati e poi smistati in tutta la Polonia.

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